Perché la politica monetaria della Bce ci può portare alla recessione, secondo Confindustria

Giacomo Andreoli

22 Febbraio 2023 - 13:11

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Secondo Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, la politica monetaria della Bce può creare le condizioni per una recessione, per questo bisognerebbe stare attenti a tarare il rialzo dei tassi.

Perché la politica monetaria della Bce ci può portare alla recessione, secondo Confindustria

Il continuo rialzo dei tassi di interesse, assieme al quantitative tightening, cioè la riduzione degli acquisti dei titoli di Stato da parte della Bce, può contribuire all’arrivo della recessione. A ripeterlo come fa da mesi è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, nonostante gli ultimi dati della stessa Banca centrale, dell’Fmi e dell’Eurostat, secondo cui i Paesi europei sono paradossalmente e contro tutte le previsioni in buona salute e non andranno in recessione.

Per il numero uno di Confindustria, comunque, “la Bce deve stare attenta” e serve una riflessione, a partire dal prossimo mese di marzo, quando la banca ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di interesse di 50 punti base. Ma perché Bonomi lancia questo allarme?

La politica monetaria della Bce ci può portare alla recessione?

Il timore degli industriali italiani è che l’inflazione europea, essendo trainata dai costi elevati dell’energia, non venga raffreddata tanto dalle mosse della Bce, quanto dalla stabilizzazione del prezzo del gas e delle materie prime. Non a caso il costo del metano al Ttf di Amsterdam sta scendendo e con questo anche l’inflazione.

Tuttavia il ritmo di discesa del livello dei prezzi è molto lento e in questo scenario aumentare ancora il costo del denaro potrebbe non essere così utile come in altri contesti inflattivi. Bonomi è infatti convinto che ad esempio il caso americano, dove l’inflazione è mossa più da uno squilibrio tra domanda e offerta al livello domestico, sia molto diverso e in parte giustifichi qualche rigidità sui tassi.

In Europa, invece, anche considerando che usciamo dal duro periodo della pandemia da Covid-19, per il presidente di Confindustria “un conto è l’idea di una politica monetaria per combattere l’inflazione ed un conto è creare le condizioni per una recessione”.

L’attacco di Bonomi a Lagarde

Bonomi ha quindi attaccato non troppo velatamente la numero uno della Bce Christine Lagarde, dicendo che “tutti devono essere coscienti dei propri limiti: di Mario Draghi (che fu presidente della Bce n.d.r.) ce ne è stato uno, ed è italiano, qualcuno deve fare anche i conti con i propri limiti”.

Di quanto aumenteranno ancora i tassi di interesse in Europa?

I vertici della Banca centrale europea sono intanto impegnati in un Consiglio direttivo non di politica monetaria in cui però la voce dei cosiddetti ’falchi’ continuerà a farsi sentire come negli ultimi mesi.

La determinazione è quella di portare l’inflazione media dell’Eurozona all’obiettivo del 2% il prossimo anno. E per farlo, dopo l’aumento di marzo e l’entrata in vigore delle nuove regole di politica monetaria (con il forte limite all’acquisto dei titoli di Stato), si potrebbe proseguire con la strada restrittiva.

Il dopo-marzo dipenderà dai dati economici e il segnale che Confindustria vuole dare, cercando la spola delle altre associazioni di categoria degli industriali in Europa, è che la misura è colma. Un segnale che Bonomi vuole lanciare anche al governo Meloni, affinché si faccia sentire di più nel contesto dell’Unione europea contro i falchi della Bce.

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