Banche in gran recupero a Piazza Affari dopo il crollo sugli extraprofitti, quanto durerà il rialzo?

Violetta Silvestri

09/08/2023

09/08/2023 - 14:26

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Azioni delle banche in rally oggi a Piazza Affari: dopo la disfatta di ieri con la tassa sugli extraprofitti, il rialzo dei titoli è palese. Ma durerà? Cosa succede in Borsa e cosa aspettarsi.

Banche in gran recupero a Piazza Affari dopo il crollo sugli extraprofitti, quanto durerà il rialzo?

La quiete dopo la tempesta a Piazza Affari: le banche guadagnano dopo le pesanti perdite di ieri, giornata diventata il martedì nero dell’agosto 2023.

Il rally del settore oggi è lampante, a testimonianza di un effetto sorpresa allarmante in reazione alla tassa agli extraprofitti annunciata ieri che sta scemando, dopo un ulteriore intervento del ministero del Tesoro nella serata a calmare le acque.

Le azioni delle principali banche avanzano a gran ritmo stamane a Piazza Affari. Mentre si scrive, UniCredit sale del 4,18%, Intesa Sanpaolo del 2,97%, Finecobank del 6,01%, Bper Banca del 2,84%, Banco Bpm del 3,50% e Mps del 3,60%.

Un recupero importante quello di oggi, considerando che il terremoto di ieri ha affondato il Ftse Mib sotto la soglia dei 28.000 punti e fatto crollare tutte le azioni bancarie mandando in fumo quasi 10 miliardi di euro di capitalizzazione delle banche.

Banche in rally dopo il crollo sugli extraprofitti: cosa è cambiato?

Piazza Affari si riprende e corre dopo la disfatta del martedì nero: le banche sono tutte in rialzo all’indomani dell’annuncio della tassa sugli extraprofitti, un’imposta spuntata all’improvviso e annunciata da Salvini che vale come una tantum per il 2023.

I titoli bancari hanno decisamente invertito la rotta, con guadagni degni di nota che stanno spingendo il listino a metà mattinata: Banca Generali (+1,96%); Banca Mediolanum (+3,92%), Banca Monte Paschi Siena (+3,60%), Banco Bpm (+3,50%), Bper Banca (+2,84%), Intesa Sanpaolo (+2,97%), Mediobanca (+1,47%), Unicredit (+4,44%).

A riportare il sereno è stata soprattutto una nota esplicativa del ministero del Tesoro nella quale si chiarisce che: “la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1 % del totale dell’attivo”.

In sostanza, l’aggiunta di tale cap consentirà un impatto ridimensionato sui bilanci degli istituti e rispetto a quanto affermato nella giornata di ieri. In base ad alcuni primi calcoli, infatti, la tassa cumulativa sarebbe di circa 2,5 miliardi di euro, in dimezzamento rispetto alla precedente previsione di un effetto da 4,5 miliardi di euro.

Inoltre, la dichiarazione ufficiale ha sottolineato che l’imposta riguarderà la differenza tra il reddito netto da interessi nel 2022 e nel 2021 superiore a un guadagno del 5%, o tra il 2023 e il 2021 al di sopra di un guadagno del 10%.

Nel contesto di queste novità, il sentiment è mutato e ora il Ftse Mib scambia oltre i 28.400 punti. Marco Nicolai, analista di Jefferies ha dichiarato che il limite sul totale attivo delle banche riduce notevolmente l’impatto della tassa. Il colpo sul coefficiente di capitale primario di classe 1 delle banche, una misura chiave della forza finanziaria, è in media dimezzato, rispetto a uno scenario senza tetto.

Quanto durerà il rialzo delle banche?

La tensione nel settore bancario resta comunque palpabile, soprattutto se inserita in un contesto globale assai teso, con Moody’s che proprio ieri ha declassato 10 banche regionali per timori sulla tenuta generale delle loro attività.

Il rally delle banche italiane di oggi è di certo un buon segnale, considerando che nella giornata di martedì 8 agosto il terremoto ha lasciato crepe pesanti: la seduta si è chiusa con Bper Banca e Mps in perdita di oltre il 10%; Finecobank e Banco Bpm in calo più del 9%; Intesa Sanpaolo a -8,67% e UniCredit a -5,97%.

Il valore del comparto in Borsa è sceso di ben 9,5 miliardi di euro.

Con il ridimensionamento da parte del Mef, ora ci si aspettano ulteriori chiarimenti che possano equilibrare il bisogno di avere più risorse per sostenere i mutuatari colpiti dai tassi di interesse e la stabilità degli istituti di credito. La norma potrebbe ancora subire modifiche e il clima bancario rinvigorirsi ulteriormente.

C’è però preoccupazione soprattutto per la tenuta delle banche più piccole, che non godono di profitti diversificati come i colossi del credito nazionale. Inoltre, si teme per un possibile effetto di restringimento dei prestiti, già in frenata con i tassi elevati, per effetto di minore capitale a disposizione delle banche e di uno scoraggiamento per gli investimenti in Italia.

In questo quadro ancora incerto, il rialzo delle azioni bancarie oggi potrebbe non essere così duraturo.

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