Aumento sigarette legge di Bilancio 2024, di quanto cresce il prezzo

Giorgia Bonamoneta

17/10/2023

17/10/2023 - 20:14

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Il governo Meloni ha deciso di aumentare le accise sui tabacchi nel 2024. Il costo su sigarette e tabacco potrebbe crescere. Ecco di quanto.

Aumento sigarette legge di Bilancio 2024, di quanto cresce il prezzo

Si è discusso a lungo della possibilità di un nuovo aumento per le sigarette. Lo scopo principale è quello di finanziare le spese presenti nella legge di Bilancio 2024, anche se indirettamente gli aumenti potrebbero avere effetti positivi sulla diminuzione dei consumi di prodotti per fumatori.

La misura che stabilirà l’aumento del costo delle sigarette è ancora in fase di elaborazione, ma questa verrà chiusa entro il 2023. Come ha annunciato una nota del ministero dell’Economia, il finanziamento delle politiche invariate saranno coperte proprio dagli aumenti delle accise sui tabacchi. Si attendono, grazie a questo, circa un miliardo di euro di maggiori entrate.

Non è quindi ancora possibile stabilire con certezza di quanto aumenterà ancora il prezzo delle sigarette e degli altri prodotti per fumatori, come il tabacco trinciato. Alcune fonti della maggioranza hanno però riferito a Il Messaggero alcune ipotesi di aumenti. Questi potrebbero variare dal prodotto (sigarette e tabacco) tra i 20 e i 40 centesimi in più.

E se gli aumenti previsti per il 2024 preoccupano i consumatori, per il 2025 potrebbero essere anche maggiori.

Aumento per sigarette e tabacco: la decisione del governo Meloni

Da rumors a ufficiale: il governo Meloni ha deciso di aumentare le accise sulle sigarette e sul tabacco trinciato. L’obiettivo è quello di finanziare le iniziative della legge di Bilancio 2024. L’aumento delle accise sulle sigarette, che aveva già subito un rialzo nel 2023, è previsto per il 2024 e ancora per il 2025.

Secondo quanto appreso, anche se il documento di attuazione è ancora in fase di elaborazione, l’aumento delle accise su sigarette e tabacco trinciato ha lo scopo di coprire i circa 48 milioni di mancato gettito. I primi calcoli prevedono entrate pari a circa un miliardo di euro.

Aumento accise: quanto costeranno le sigarette dal 2024?

L’aumento delle accise sulle sigarette non comporta per forza un aumento del costo delle sigarette. Secondo gli ultimi report infatti il numero dei consumatori di prodotti come sigarette e tabacco trinciato è in diminuzione e un aumento del costo potrebbe diminuire ancora di più i clienti di tali prodotti. Per questo l’aumento potrebbe pesare non sulle tasche dei fumatori, ma sulle aziende. Dipenderà dalle scelte aziendali se mantenere il costo invariato o meno. È già accaduto per Camel blu e Malboro God, il cui prezzo è rimasto invariato a fronte di un aumento di prezzo su prodotti “minori”.

L’aumento infatti sembra essere piuttosto consistente. Le voci (non esiste ancora un testo ufficiale) parlano di 40-50 centesimi sul tabacco trinciato in bustina e 20 centesimi in più per le sigarette.

L’aumento previsto dal 1° gennaio (fino al 2025) prevedeva un aumento a partire dalla quota di 36 euro per mille sigarette nel 2023, di 36,50 euro nel 2024 e un
aumento di quota a 37 euro per il 2025. Ora la somma per ogni mille sigarette, prevista nei prossimi tre anni, scende di circa 8 euro: 28 euro per il 2023, 28,20 euro nel 2024 e 28,70 euro nel 2025.

Il commento di Assotabacchi: serve una riforma della legge

Gli aumenti sui prodotti da tabaccheria erano già previsti e la linea del governo Meloni li fortifica e aumenta. Gianfranco Labib, presidente di Assotabaccai Confesercenti, ha commentato la decisione in maniera critica. “Succedono i governi e vediamo sempre le stesse cose - ha detto a Il Messaggero - le stesse modifiche annuali e mai una modifica strutturale. Auspichiamo che venga aperto subito un tavolo tecnico con il governo per riformare la legge che regola le tabaccherie, ferma al 1957”.

La necessità di aggiornare la legge si basa sul fatto che le tabaccherie rischiano di sparire per via dei costi sempre più alti e il minor numero di fumatori. Assotabaccai si fa portavoce dei lavoratori del settore, anche se un minor consumo di tabacco non può che fare bene alla salute collettiva.

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