Aumenti di stipendio, tregua fiscale e pensioni minime più alte: rischia di saltare tutto? Cosa succede con la manovra

Stefano Rizzuti

22 Dicembre 2022 - 10:09

Un emendamento approvato per errore farà tornare la manovra in commissione: c’è davvero il rischio che saltino le misure introdotte dalla legge di Bilancio su stipendi, pensioni e Reddito?

Aumenti di stipendio, tregua fiscale e pensioni minime più alte: rischia di saltare tutto? Cosa succede con la manovra

Un errore. Un emendamento approvato per sbaglio. E la legge di Bilancio rischia di tornare nuovamente in commissione. Neanche il tempo di dare il via libera e iniziare la discussione in Aula alla Camera, che il testo della manovra deve, probabilmente, essere nuovamente esaminato dalla commissione Bilancio per annullare un emendamento che stanzia 450 milioni di euro ai comuni per errore.

I tempi per la discussione della manovra sono stretti e il ritorno in commissione rischia di far slittare l’approvazione dell’Aula di Montecitorio e, di conseguenza, dilatare i tempi per il passaggio al Senato. Il rischio è quello dell’esercizio provvisorio, che tutti vogliono evitare. E di conseguenza potrebbe saltare, almeno per i primi giorni del nuovo anno, qualche misura.

Questo vuol dire che non ci sarà l’aumento immediato delle pensioni minime o la rivalutazione degli assegni previdenziali? O, ancora, che salta la stretta sul Reddito di cittadinanza o l’aumento di stipendio con l’estensione del taglio del cuneo fiscale? A dire il vero questo rischio è molto basso e anche in caso di esercizio provvisorio basterebbe poco a rimediare e far entrare in vigore tutte queste misure da subito a gennaio. Ma cosa succederà, quindi, alla manovra e a queste misure?

Manovra, l’emendamento approvato per sbaglio

La storia nasce da un emendamento del Pd, a firma Andrea Gnassi. Doveva essere bocciato perché non c’erano abbastanza soldi per dare l’ok. Basti pensare che l’intero pacchetto di modifiche parlamentari alla manovra consisteva in 400 milioni di euro (peraltro poi dimezzati) e questa proposta da sola ne valeva 450.

L’emendamento prevede un aumento di 400 milioni, nel 2023, per il fondo per la riduzione del disavanzo dei comuni. A cui aggiungere altri 50 milioni per gli enti locali che hanno usufruito di anticipazioni di liquidità. L’emendamento, non essendoci i soldi, non era neanche tra i segnalati, ma è finito in votazione con parere favorevole, venendo poi approvato.

Ora il ministero dell’Economia sta ricontrollando i testi degli emendamenti approvati. In caso di errori sarà necessario correggerli con un nuovo passaggio in commissione, come viene sottolineato in ambienti governativi. Quindi è probabile che la legge di Bilancio torni in commissione in mattinata.

Legge di Bilancio, cosa succede alla Camera

L’Aula della Camera ha avviato la discussione generale sulla manovra, fase in cui non sono previste votazioni. Per il governo è presente a Montecitorio il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Per ora non è stato detto molto sul ritorno in commissione del provvedimento: la maggioranza risponde che un eventuale passaggio non riaprirebbe comunque il dibattito. La presidenza, per il momento, non ha indicazioni su un eventuale ritorno in commissione che sembra però probabile. Dopo la modifica il testo tornerà in Aula dove il governo porrà la questione di fiducia.

Cosa succederà alla legge di Bilancio: misure a rischio?

Il ritorno in commissione della manovra non dovrebbe creare particolari problemi, se non qualche minimo ritardo sul voto di fiducia alla Camera. I tempi sono stretti, è vero, ma considerando che il passaggio in Aula sarà veloce e al Senato la legge di Bilancio verrà approvata praticamente senza discussione, sembra non ci sia molto da preoccuparsi.

Il rischio massimo è quello dell’esercizio provvisorio: l’approvazione oltre il 31 dicembre farebbe slittare, ovviamente, l’entrata in vigore di tutte le misure, dalle pensioni minime più alte alla rivalutazione dell’assegno, dalla stretta sul Reddito di cittadinanza alla flat tax a 85mila, passando per tregua fiscale e aumento del taglio del cuneo fiscale. Qualche eventuale giorno di ritardo, che comunque sembra scongiurato, non creerebbe grossi problemi dal punto di vista di queste misure, ma solamente per le risorse che lo Stato potrà utilizzare nei primi giorni del nuovo anno. In ogni caso in realtà nulla dovrebbe saltare né essere rinviato.

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