Antitrust: cos’è, quando interviene, i provvedimenti

Niccolò Ellena

21/07/2022

Evitare la competizione sleale e i conflitti di interessi: sono questi alcuni dei compiti più importanti dell’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Antitrust: cos’è, quando interviene, i provvedimenti

Con il termine inglese antitrust, traducibile in italiano come legislazione antimonopolistica, si fa riferimento a quell’insieme di norme che sono poste a tutela della concorrenza sui mercati economici.

Per vigilare sulla corretta applicazione di queste norme, in Italia esiste l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), un’autorità amministrativa indipendente che è stata fondata nel 1990 è che attualmente è presieduta da Roberto Rustichelli.

L’Autorità, che ha sede a Roma, è composta da tre componenti, uno dei quali è il Presidente.

Queste figure sono nominate congiuntamente dal Presidente della Camera e del Senato e hanno un mandato di sette anni non rinnovabile.

Il Segretario Generale, infine, è nominato dal Ministro dello sviluppo economico su proposta del Presidente.

Cosa fa l’Autorità garante della concorrenza e del mercato

I quattro principali compiti dell’AGCM sono quelli di tutelare la concorrenza, di tutelare il consumatore, di evitare che si verifichi il conflitto di interessi e di fornire i rating di legalità.

Quando si tratta di tutelare la concorrenza, l’antitrust agisce in modo tale che le aziende che operano in un determinato mercato non impongano ai consumatori dei prezzi troppo alti o danneggino la concorrenza.

In termini pratici, l’AGCM funge da arbitro in questo caso, ad esempio impedendo che un’azienda leader del suo mercato ne assorba una altrettanto grande, così da sbaragliare la concorrenza, non lasciando spazio per altri competitor. La dinamica appena illustrata ad esempio è vietata dall’articolo 2 della legge n. 287/90.

Nell’ambito della tutela del consumatore, l’AGCM in questo caso si occupa di monitorare che le aziende non impongano ai propri consumatori delle pratiche commerciali scorrette e che - tra le altre cose - non utilizzino pubblicità ingannevoli.

Sebbene l’Autorità sia stato chiamata a tutelare i consumatori sin dal 1992 contro la pubblicità ingannevole, è soltanto dal 2005 che gli è stata conferita la possibilità di elargire multe a coloro che infrangono le leggi vigenti, rendendolo ancora più efficace.

Per quanto riguarda il conflitto d’interessi, l’AGCM si occupa di controllare che coloro che ricoprono cariche pubbliche di alto livello non antepongano il loro interesse o quello dei loro familiari a quello del Paese.

In termini pratici si parla di conflitto di interessi in due occasioni: nel primo caso si parla di conflitto di interessi per incompatibilità, che ricorre ogniqualvolta il titolare di una carica di governo adotta o partecipa all’adozione di un atto ovvero omette un atto dovuto, nell’esercizio della funzione di governo.

Nella seconda ipotesi, che prende il nome di conflitto per incidenza sul patrimonio, riguarda l’adozione o la partecipazione all’adozione di atti collegiali, attraverso i quali il titolare di una carica di governo favorisca sé stesso, il coniuge o i suoi parenti entro il secondo grado, arrecando al contempo un danno all’interesse pubblico.

Il rating di legalità è infine un indicatore sintetico del rispetto degli standard di legalità da parte delle imprese che ne fanno richiesta.

A poter chiedere l’attribuzione del rating sono le aziende con sede operativa in Italia; con un fatturato minimo di due milioni di euro nell’esercizio chiuso nell’anno precedente a quello della domanda; iscritte nel registro delle imprese da almeno due anni alla data della domanda; e che rispettano gli altri requisiti sostanziali richiesti dal Regolamento.

In base al numero di requisiti raggiunti le aziende otterranno un punteggio da 1 a 3, che può comunque sempre aumentare nel caso in cui si raggiungano gli obiettivi necessari.

Quali provvedimenti può prendere l’antitrust

Come può agire dunque in maniera pratica l’antitrust?? L’Autorità dispone di poteri d’indagine, di diffida e di sanzione. Un’indagine conoscitiva di carattere generale viene aperta, ad esempio, quando un mercato o un settore presentano caratteristiche che lasciano presumere l’esistenza di ostacoli all’operare della concorrenza.

Da queste indagini possono scaturire istruttorie o segnalazioni al Governo e Parlamento qualora gli ostacoli riscontrati siano di natura normativa o regolamentare.

L’antitrust può chiedere l’accesso a tutti ai documenti dell’azienda o dell’ente nel caso in cui questi vengano reputati utili al proseguimento dell’istruttoria.

Nel caso in cui inoltre l’antitrust abbia delle valide ragioni per farlo, può chiedere la delibera delle misure cautelari, ossia dell’arresto, che può protrarsi per un determinato periodo di tempo o fino alla fine dell’istruttoria.

Qualora l’indagine perpetrata dall’antitrust risulti positiva, l’Autorità ha il potere di notificare una diffida e successivamente multare i responsabili della violazione del regolamento.

Nel caso in cui le aziende siano reputate colpevoli possono comunque incorrere in sanzioni più lievi qualora correggano la loro condotta.

Recentemente, l’antitrust ha aperto un’istruttoria contro Google per abuso di posizione dominante, regolamentata dall’articolo 3 della legge n. 287/90.

In questo caso, secondo la legge, ad essere potenzialmente sanzionabile non sarebbe la posizione dominante di Google, bensì il fatto che ne stia apparentemente abusando in riferimento alla sua posizione nel mercato dei dati, e questo andrebbe in contrasto con l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea.

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