Vietata la bocciatura per il 5 in condotta: in arrivo la legge

Simone Traversa

28 Gennaio 2016 - 17:14

Il 5 condotta non sarà più motivo valido per la bocciatura di uno studente: l’onorevole Santerini è pronta a depositare la legge

Vietata la bocciatura per il 5 in condotta: in arrivo la legge

Il 5 in condotta potrebbe presto non essere più causa di bocciature.

L’on. Milena Santerini di Democrazia solidale vuole depositare una legge per impedire che i 5 in condotta possano essere causa di bocciature per gli studenti.

Per l’onorevole si tratta di una battaglia fondamentale perché rappresenta la possibilità di abbassare sensibilmente il tasso di abbandono scolastico.

Bocciare uno studente per la condotta non è affatto educativo e anzi, è controproducente dal momento che gli unici effetti sortiti sono l’allontanamento dal sistema scolastico e il conseguente abbandono.

Il 5 in condotta: perché si viene bocciati?

Un tempo a essere temuto era il famigerato 7 in condotta, ma dal 2009 la norma è cambiata e a determinare la bocciatura è il 5.

Il 5 in condotta può essere assegnato solo per casi gravi, al seguito dei quali lo studente sia stato sospeso per un periodo superiore ai 15 giorni.

La sanzione non può essere decisa solo da un professore, ma deve essere presa collegialmente dall’intero consiglio d’istituto.

Una sanzione molto severa che non può scaturire da singoli episodi, ma deve essere conseguenza di un comportamento scorretto dello studente protrattosi per tutto l’anno scolastico.

Il 7 in condotta rimane un marchio per quegli studenti che, sebbene promossi, abbiano dimostrato un atteggiamento poco corretto nei confronti dei professori e dell’istituto e/o si siano mostrati particolarmente poco diligenti nello svolgimento dei compiti e degli esercizi.

5 in condotta: cosa cambia?

Con la legge che l’on. Milena Santerini vorrebbe depositare non sarà più possibile bocciare per un’insufficienza nella condotta, nemmeno col 5.

Questa legge deriva dalla convinzione dell’onorevole, che insegna Pedagogia alla facoltà di Scienze della formazione dell’università Cattolica di Milano, che la bocciatura per motivi di condotta sia controproducente ai fini dell’educazione degli studenti.

Il maggior numero di bocciature è infatti concentrato nel primo anno, che è quello più delicato e che determina spesso il futuro abbandono del sistema scolastico da parte dei ragazzi.

Abbassare il tasso di bocciature comporta anche un calo nei tassi di abbandono, garantendosi così la possibilità di educare alla cittadinanza i più riottosi.

I tribunali cancellano le bocciature

La legge della Santerini si inserisce in un contesto giurisprudenziale favorevole.

Il Tar di Milano nel 2007 respinse per ben due volte la richiesta di un istituto di non ammettere alla classe seconda un ragazzo che, oltre a 4 insufficienze, aveva mostrato un comportamento irrispettoso. Il tribunale giustificò la sua decisione sostenendo che un comportamento scorretto non era motivo sufficiente per far ripetere l’anno allo studente.

Stessa storia nel aprile 2014 per il Tar del Lazio che aveva impedito che un ragazzo di seconda media venisse bocciato per aver apostrofato un suo compagno di classe. Il Tar disse che i voti in condotta andavano usati parsimoniosamente.

Infine l’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, da anni sostiene la necessità di ridurre le bocciature perché non educative per gli studenti.

Il buon esito della legge significherà salvare più di 12.000 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, questo è il numero di ragazzi, stando ai dati del Miur, che ogni anno rischiano la bocciatura per l’insufficienza in condotta.

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