Vaccino, perché AstraZeneca e l’Ue stanno litigando: cosa è successo

Martino Grassi

28/01/2021

Continuano gli scontri tra l’Unione europea e AstraZeneca. La casa farmaceutica è stata accusata di poca trasparenza dopo aver annunciato dei ritardi nella consegna delle dosi di vaccino all’Europa. Ecco cosa sta accadendo.

Vaccino, perché AstraZeneca e l’Ue stanno litigando: cosa è successo

Continuano gli scontri tra AstraZeneca e la Commissione europea. Sebbene il vaccino prodotto in collaborazione con Oxford non sia ancora stato approvato dall’Agenzia europea del farmaco (Ema), come invece accaduto con quelli realizzati da Pfizer e Moderna, il candidato contro il Covid prodotto nel Regno Unito accende le dispute a Bruxelles.

Negli scorsi giorni ci sono stati diversi incontri caratterizzati da un’elevata tensione, che hanno aperto la strada a un duro dibattito tra l’Europa e la casa farmaceutica. Lo scontro è nato dopo la dichiarazione di AstraZenaca che non sarebbe stata in grado di fornire le dosi pattuite duranti gli scorsi mesi. Ma vediamo cosa sta accadendo.

Scontro AstraZeneca e Ue: cosa sta accadendo

Lo scorso agosto, la commissione europea aveva ordinato 300 milioni di dosi del vaccino Covid prodotto da AstraZeneca e dell’Università di Oxford. Durante la scorsa settimana però la casa farmaceutica ha preannunciato una riduzione del 60% della fornitura iniziale di dosi previste nei primi mesi, passando dalle 80 milioni di dosi che sarebbero dovute arrivare entro marzo, a 31 milioni.

Il taglio delle dosi, definito “inaccettabile” commissaria alla salute Stella Kyriakidesn renderebbe molto più complicata l’organizzazione della campagna vaccinale in tutta Europa, comportando anche degli enormi ritardi e riducendo la platea delle persone che potrebbero godere dell’immunità.

Per cercare di trovare un punto di accordo tra l’Ue e la casa farmaceutica si sono svolti due incontri nei giorni scorsi, che tuttavia sono stati del tutto inconcludenti, spiga Kyriakides su Twitter: “Il confronto con AstraZeneca di oggi è stato insoddisfacente, con mancanza di chiarezza e spiegazioni insufficienti. Gli Stati membri dell’Ue sono uniti: i produttori di vaccini hanno responsabilità contrattuali e sociali da rispettare”.

Quello che attualmente sta temendo l’Unione europea è che la casa farmaceutica abbia previsto dei ritardi nelle consegne in Europa, per poter vendere le dosi del suo vaccino, più economico rispetto agli altri, ad altri Stati, che con molta probabilità potrebbero aver offerto più denaro. Per chiarire questo dubbio l’Ue ha chiesto una maggiore trasparenza alla casa farmaceutica e il dettaglio delle dosi prodotte fino ad ora e di quelle già consegnate.

La risposta di AstraZeneca

Sulla questione si è espresso pubblicamente anche l’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, che ha cercato di chiarire le motivazioni che hanno portato l’azienda a dover annunciare il ritardo nella consegna.

L’AD di AstraZeneca difende la sua azienda, precisando che non vi è alcun obbligo con l’Unione europea, se non quello di fare “del suo meglio” per fornire le dosi di vaccino anti Covid previste nel contratto, aggiungendo che “ci piacerebbe riuscire a produrre di più” e garantendo comunque una fornitura simile a quella delle altre casa farmaceutiche, di cui “2,5 milioni di dosi all’Italia”.

Soriot ha infatti precisato che “la produzione del nostro vaccino è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l’altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni, dove state facendo uno straordinario lavoro”.

Sembrerebbe che al momento ci siano delle difficoltà nella prima fase di produzione, aggiungendo che queste disfunzioni e ritardi capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Stando alle dichiarazioni di Soriot, “al momento, all’Europa va il 17% della produzione totale del nostro vaccino nonostante gli europei siano il 5% della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo.

L’Europa richiede le dosi del Regno Unito

Per cercare di ottenere quante più dosi possibili e tamponare i ritardi della azienda farmaceutica, l’Europa ha chiesto ad AstraZeneca in via ufficiale di far arrivare nel Vecchio Continente le dosi di vaccino prodotte nel Regno Unito e che al momento sono destinate proprio all’Isola.

Le autorità britanniche hanno manifestato la propria apertura, affermando di essere disposte a fornire supporto ai Paesi Europei, come confermato anche da Michael Gove, Segretario di Stato per la giustizia del Regno Unito, in un intervento a BBC Radio 4 nel quale ha specificato che verrà fatto il possibile “affinché più persone possibili nei Paesi che sono nostri amici e vicini vengano vaccinate” a patto che questo non determini alcuna interruzione nella fornitura dei vaccini nel Regno Unito.

Ema verso l’approvazione del vaccino

Intanto l’Unione europea nonostante i malumori con la casa farmaceutica si avvia ad approvare il vaccino di AstraZeneca. La decisione è attesa per la giornata di venerdì 29 gennaio, come ha annunciato la stessa agenzia europea del farmaco.

Il Comitato per i farmaci ad uso umano (Chmp) dell’Ema dovrebbe dare il suo via libera all’uso di emergenza anche alla somministrazione del vaccino prodotto da AstraZeneca e sviluppato in collaborazione dall’Università di Oxford anche se le prime dosi tarderanno ad arrivare come confermato dall’azienda.

L’utilizzo di questo farmaco, precisa l’Ema, otterrà un esito positivo solamente a condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l’efficacia del vaccino siano sufficientemente solidi e completi e che l’azienda fornisca prontamente qualsiasi informazione aggiuntiva richiesta per completare la valutazione, il 29 gennaio il Chmp potrebbe fornire una raccomandazione sull’autorizzazione di questo vaccino”.

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