Ubi Banca: tutti in coda per il bond subordinato a 10 anni

MG

25/02/2019

Ubi Banca lancia obbligazioni subordinate Tier 2 con scadenza 2029 (XS1958656552). Boom di richieste e rendimento iniziale al 5,875%

Ubi Banca: tutti in coda per il bond subordinato a 10 anni

Boom di domande per le nuove obbligazioni subordinate Ubi Banca. Il terzo gruppo bancario italiano ha appena dato il via al collocamento di un prestito obbligazionario di tipo Tier2 (subordinato) con scadenza 4 marzo 2029 per 500 milioni di euro raccogliendo indicativamente domande per circa 700 milioni. Il lancio avviene a pochi giorni dal collocamento con successo di un altro bond Ubi Banca da mezzo miliardo di euro.

La nuova obbligazione subordinata Ubi Banca avrà durata 10 anni e sarà richiamabile anticipatamente dopo 5 anni. Il bond benchmark da 500 milioni, è stato prezzato alla pari e offre una cedola a tasso fisso pari al 5,875% per i primi 5 anni, poi, se non verrà richiamata, la cedola verrà calcolata in base all’andamento del tasso IRS a 5 anni + 0,125%. L’emissione (Isin XS1958656552) è stata riservata a investitori istituzionali e qualificati e il taglio minimo negoziabile è di 100.000 euro nominali. La quotazione avverrà sulla borsa di Dublino, ma non è escluso che possa approdare presto anche ai mercati regolamentati italiani. Il corporate rating di Ubi Banca è Baa3 per Moody’s, BBB- per S&P, BBB- per fitch e BBB per Dbrs.

Bond Ubi Banca sottoscritto per 73% da italiani

«A conferma della positiva percezione della qualità del credito UBI Banca da parte del mercato - recita una nota - l’operazione ha visto una solida domanda proveniente da circa 75 investitori che ha raggiunto circa 1,4 volte l’ammontare dell’emissione, permettendo di ridurre la cedola dall’iniziale livello del 6% a quello finale del 5,875%. L’allocazione degli ordini ha visto la seguente ripartizione geografica: Italia (73%), Regno Unito (16%), Francia (7%), seguite da Germania e Svizzera (3%) e altri. Per tipo di investitore è stata prevalente la sottoscrizione da parte di fondi d’investimento (81%), banche e banche private (12%), assicurazioni e fondi pensione (2%), altro (5%)».

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