Torino: Techstars e Intesa Sanpaolo guidano la rivoluzione digitale

Felice Bianchini

09/12/2021

Un nuovo progetto punta a rivoluzionare la vita a Torino: dal 2022 riparte il Cities of the Future Techstars Accelerator. La Mole si candida a diventare simbolo di una smart city.

Torino: Techstars e Intesa Sanpaolo guidano la rivoluzione digitale

Le città tendono a essere sempre più affollate. Attualmente la quota di «urbanizzati» è al 55%. Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 raggiungeremo il 68%. Lo sa bene Martin Olczyk, figura chiave di Techstars, un acceleratore d’imprese americano, che punta a far fiorire l’innovazione in tutto il mondo.

Quello che fa e che preoccupa Olczyk interessa anche l’Italia, in quanto Techstars ha deciso di avviare un ambizioso progetto all’ombra della Mole Antonelliana: Torino Cities of the Future Techstars Accelerator, lanciato nel 2020 e che a gennaio 2022 tornerà con la sua terza edizione.

Di che si occupa questo acceleratore d’impresa? Che impatto avrà sulla vita e sull’economia di Torino? Ecco cosa c’è da sapere.

Torino Cities of the Future Techstars Accelerator: il progetto

Gli Accelerators di Techstars hanno un obiettivo: aiutare gli imprenditori ad avere successo. Il loro modo di lavorare è incentrato sul supporto continuativo di tre mesi a favore del beneficiario espletato da esperti (anche detti mentors) e partner che facilitino la ricerca di finanziamenti o che direttamente finanzino il business del beneficiario stesso.

Nel caso del Cities of the Future Accelerator, i business che dovranno essere incentivati sono tutti quelli che orbitano attorno al concetto di smart city, per rispondere tempestivamente ed efficientemente alla tendenza di lungo periodo del sovraffollamento dei centri urbani e della carenza di servizi adeguati, sia in termini di volume che di efficienza.

Techstars ha già offerto un ampio contributo rispetto alla mobilità negli ultimi due anni, dando prospettiva e «accelerando» 23 startup da tutto il mondo operanti nel campo della Smart Mobility e che finora hanno raccolto circa 14 milioni di dollari di investimenti e avviato 18 sperimentazioni in Italia.

Ora però punta ancora più in alto, cercando di rispondere non solo alle esigenze del settore della mobilità, ma a quelle della città nel suo complesso.

Tra i campi di applicazione delle innovazioni, oltre alla smart mobility, si possono indicare:

  • abitazioni;
  • energia;
  • infrastrutture;
  • lavoro;
  • finanza;
  • istruzione;
  • sanità;

Torino Cities of the Future Techstars Accelerator: il ruolo del capoluogo piemontese

La sfida colta da Techstars è stata fin dall’inizio accompagnata e incentivata dal territorio torinese e dai suoi protagonisti, su tutti Intesa Sanpaolo e la sua antica fondazione filantropica, la Compagnia di Sanpaolo.

Come afferma il Presidente della Compagnia, Francesco Profumo, la missione principale deve seguire due linee direttrici, offrendo agli startupper di Torino e dintorni:

  1. sostegno finanziario;
  2. progetti innovativi (che Profumo chiama iniziative tematiche).

Di fianco al nuovo acceleratore di Techstars, opererà l’Esa Bic, un incubatore per startup frutto di una collaborazione pubblico-privato che coinvolge in prima linea il Politecnico di Torino. Esa Bic si occupa principalmente di Space economy, ma può, come afferma lo stesso Profumo, “andare oltre lo spazio” ed “essere funzionale anche all’industria del pianeta”, grazie al suo ampio parco brevetti

La sfida di Torino, con l’obiettivo di diventare “Torino smart city”, nonché l’approccio «startup friendly», sono ampiamente sostenuti e incentivati dal Governo. A Roma, infatti, oltre ad aver vincolato l’azione dei prossimi 6 anni al PNRR, prevalentemente incentrato su sostenibilità (green) e digitale, ha da tempo (2012) sposato la causa delle startup innovative, con quello che viene definito Italian Startup Act, o con l’attività di finanziamento e attrazione di investimenti esteri portata avanti da Invitalia.

Torino Cities of the Future Techstars Accelerator: come si diventa smart city

A gennaio 2022 inizierà il progetto del nuovo acceleratore torinese e durerà due anni, alla fine dei quali Techstars punta ad aver creato un tessuto di startup che si regga sulle proprie gambe e faccia da fondamenta, da punto di partenza per lo sviluppo di Torino come città moderna, come smart city.

Torino, con Cities of the Future Accelerator e Esa Bic, si candida sempre più convintamente a essere un polo italiano ed europeo dell’innovazione e della tecnologia. Da segnalare anche il Torino City Lab, progetto municipale anch’esso incentrato sull’innovazione, che si è occupato e si occupa, tra le altre cose, di droni, 5G, economia circolare e robotica.

La Techstars è molto specifica nell’indicare 6 settori di cui si occupa e si occuperà Torino nei prossimi anni. Si parla di:

  1. smart mobility;
  2. industria 4.0;
  3. digital health (che comprende anche la domotica);
  4. fintech;
  5. agritech;
  6. cultural heritage.

Da non trascurare anche le imprese che si occupano, tramite l’uso di Intelligenza artificiale, sistemi di controllo dei big data e altre tecnologie all’avanguardia di temi e settori come:

  • ambiente e clima;
  • sicurezza (sia normale che cyber security);
  • sprechi;
  • elettrificazione;
  • engagement;
  • edilizia smart.

Tra le collaborazioni e i progetti già in corso spiccano quello di Wiseair, finalizzato al monitoraggio della qualità dell’aria tramite l’uso di sensori installati per la città; o il lavoro di Latitudo40, una startup napoletana che si occupa, tramite la combinazione di immagini satellitari e algoritmi, di monitorare il comportamento delle acque e l’andamento di consumo delle coste, o i confini boschivi. Latitudo40 sta anche effettuando una mappatura dei tetti di Torino, finalizzata alla pianificazione dell’installazione di pannelli fotovoltaici.

Bisognerà monitorare la sfida innovativa dei prossimi due anni, guidata da Techstars e Intesa Sanpaolo, per vedere se Torino ha o meno le carte in regola per diventare una smart city.

In collaborazione con Intesa Sanpaolo

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# Torino

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