Riforma pensioni confermata: le linee guida del ministero del Lavoro

Simone Micocci

28 Marzo 2022 - 18:43

Il ministero del Lavoro conferma la prosecuzione del confronto che porterà alla riforma delle pensioni. Tuttavia, la guerra in Ucraina ne ha rallentato l’iter.

Riforma pensioni confermata: le linee guida del ministero del Lavoro

Ci sarà una riforma delle pensioni che dovrebbe - almeno nelle intenzioni iniziali del Governo - entrare in vigore dal 1° gennaio 2023.

Questa al momento sembra essere l’unica certezza: su come questa riforma sarà, e su come potrà cambiare il sistema pensionistico, poco sappiamo.

La conferma arriva dal ministero del Lavoro, che in un passaggio della direttiva n. 28 del 2022 conferma l’intenzione del governo Draghi di continuare il confronto con le parti sociali al fine di arrivare a un accordo per una riforma delle pensioni che possa soddisfare tutte le parti in causa.

Un passaggio che ribadisce, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’intento del ministero del Lavoro nel proseguire il confronto sulla riforma delle pensioni, con l’obiettivo di superare gli ostacoli.

Perché va detto che ancora oggi le posizioni di governo e sindacati non sono vicine: il primo è sì favorevole a rivedere in parte il sistema pensionistico, ma allo stesso tempo senza mettere a rischio i conti, mentre i sindacati vorrebbero un intervento di ampia portata che possa consentire a tutti di andare in pensione con largo anticipo.

Probabile che verrà trovata una soluzione “di mezzo”, con una flessibilità in uscita con penalizzazioni o comunque riservata solamente ad alcune categorie di lavoratori. Per il momento la notizia è l’esposizione del ministero del Lavoro, il quale ha dato le prime indicazioni su come dovrà essere la riforma delle pensioni.

Riforma delle pensioni: le linee guida del ministero del Lavoro

All’interno della direttiva n. 28 del 2022 con cui il ministero del Lavoro fissa i passaggi per la programmazione strategica e operativa per l’anno in corso, si legge che dovrà esserci - “attraverso il dialogo e il confronto con le parti sociali” - un intervento sul sistema pensionistico tale da “garantire un sistema equo e flessibile nell’uscita dal mercato del lavoro”.

Non c’è altro, ma tanto basta per confermare la prosecuzione del dialogo per la riforma delle pensioni. Riforma che, ricordiamo, nasce dai contrasti sorti durante le discussioni per il dopo quota 100, con la legge di Bilancio 2022 che si è limitata a introdurre una misura di scarsa portata, quale quota 102, con Mario Draghi che ha però promesso l’avvio di un tavolo di confronto con l’obiettivo di modificare il sistema pensionistico a partire dal 1° gennaio 2023.

Riforma delle pensioni: a che punto siamo?

La direttiva del ministero del Lavoro è importante in quanto proprio in queste settimane il confronto sulla riforma delle pensioni sembrava aver subito una battuta d’arresto. Non per scarsa volontà delle parti, quanto più per il fatto che il governo si è dovuto concentrare su altri temi, specialmente sulla guerra in Ucraina e su tutte le conseguenze del caso, dall’aumento del costo dei carburanti a quello dei prezzi di luce e gas.

Il fatto che il governo abbia stanziato ulteriori risorse per contenere l’aumento dei prezzi, di certo non aiuta, in quanto limita lo spazio d’intervento sulle pensioni.

Non per questo però non ci sarà una riforma delle pensioni, ma questa dovrà essere nel rispetto dei vincoli di bilancio. C’è tuttavia un problema: l’intenzione iniziale era di arrivare a un accordo per la metà di aprile, così da prevedere le risorse necessarie già nel DEF. Lo stop di queste settimane ha sicuramente rallentato l’iter e di conseguenza le tempistiche potrebbero non essere rispettate.

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