Perché Renzi non farà cadere il governo Conte per il coronavirus

Alessandro Cipolla

29/04/2020

Matteo Renzi è tornato ad attaccare a testa bassa Giuseppe Conte, minacciando anche una possibile fuoriuscita di Italia Viva dalla maggioranza una volta terminata la crisi del coronavirus: ecco perché in fondo il tutto potrebbe essere soltanto un bluff.

Perché Renzi non farà cadere il governo Conte per il coronavirus

Prima facciamo uscire di casa gli italiani, poi vediamo se uscire noi dalla maggioranza”. Così Matteo Renzi intervistato da La Repubblica è tornato a far tremare il governo all’indomani dell’ultimo DPCM firmato da Palazzo Chigi, quello dove sono state messe nero su bianco le linee guida per la ripartenza nella cosiddetta Fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Come uno squalo che ha annusato il sangue, l’ex premier non appena ha visto Giuseppe Conte in difficoltà subito è tornato a imperversare in ogni media sparando bordate su un governo da lui stesso voluto e di cui Italia Viva fa parte esprimendo due ministri.

Un presidente del Consiglio non può con proprio decreto cambiare la Costituzione - ha poi aggiunto Renzi al Tg5 - Noi siamo dalla sua parte, ma non può essere un atto personale del premier, non si può fare con un DPCM. E’ vero che la salute è importante, ma è importante anche la libertà e non può esser messa in discussione”.

Renzi? Non sono al corrente delle sue dichiarazioni, sono tornato a Roma alle 4 - è stata la replica di Giuseppe Conte da Lodi - C’è libertà di pensiero , a me tocca decidere con tutta la responsabilità del caso”.

Visti i toni, sembrerebbe essere tornati al periodo pre-coronavirus dove Italia Viva sembrava essere sul punto di aprire una crisi di governo sul tema della prescrizione, con tanto di pallottoliere pronto al Senato per capire se la maggioranza potesse andare avanti anche senza i renziani.

Renzi farà cadere il governo?

Di certo aprire una crisi di governo in questo momento sarebbe una mossa più che azzardata. L’Italia alle prese con una emergenza sanitaria ed economica mai vista dal dopoguerra a oggi non potrebbe permettersi uno stallo politico.

Non è un caso che Matteo Renzi abbia rimandato questa sorta di resa dei conti a emergenza finita, anche se al momento questo vorrebbe dire aspettare che arrivi un vaccino o una cura efficace al COVID-19.

Voci di corridoio vorrebbero l’ex premier a lavoro per per dare vita a un nuovo governo giallorosso, con a capo un esponente del Partito Democratico, oppure uno di unità nazionale guidato da Mario Draghi.

L’ex presidente della BCE troverebbe l’appoggio di Forza Italia e in teoria anche della Lega, ma difficilmente Matteo Salvini accetterebbe di far parte di una maggioranza senza Fratelli d’Italia visto che lascerebbe in questo caso campo libero a Giorgia Meloni.

Numericamente sarebbe molto difficile trovare una maggioranza capace di sostenere un nuovo esecutivo: questo potrebbe accadere soltanto in un caso di un drammatico tracollo del Paese, con tutti i partiti che in quel caso sarebbero chiamati a un gesto di “responsabilità” dando vita a un governo di unità nazionale.

Incubo elezioni

Se Matteo Renzi volesse veramente mandare a casa Giuseppe Conte, la soluzione più logica sarebbe quella di una crisi di governo per andare poi a delle nuove elezioni, anche se ci sarebbe l’incognita della legge elettorale visto il referendum sul taglio dei parlamentari rimandato all’autunno.

Guardando gli ultimi sondaggi, al momento Italia Viva sarebbe fortemente a rischio di scendere sotto la soglia di sbarramento, con soltanto una alleanza con Azione di Carlo Calenda e +Europa che in qualche modo potrebbe garantire un peso politico a questo blocco riformatore e progressista.

La forza dell’ex premier però al momento è tutta racchiusa nel manipolo di senatori su cui al momento il suo partito può contare a Palazzo Madama. Molti di questi però, vista la grande incertezza dell’essere poi rieletti considerando le percentuali deludenti attribuite a Italia Viva, potrebbero voltare le spalle al loro leader salvando il governo.

A conti fatti, più che pensare veramente a un ribaltone sembrerebbe che le “picconate” di Matteo Renzi siano volte più a un disperato tentativo di visibilità mediatica che a una reale intenzione di un nuovo governo o elezioni anticipate.

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