Perché Renzi vuol far cadere Conte? I (veri) motivi della possibile crisi di governo

Alessandro Cipolla

19 Febbraio 2020 - 10:31

Perché Giuseppe Conte è così inviso a Matteo Renzi? I motivi che sarebbero alla base delle manovre di Italia Viva per cercare di mandare a casa il premier e formare un nuovo governo con un inquilino diverso a Palazzo Chigi.

Perché Renzi vuol far cadere Conte? I (veri) motivi della possibile crisi di governo

Matteo Renzi contro Giuseppe Conte. Giuseppe Conte contro Matteo Renzi. È questo il leitmotiv delle ultime settimane in seno alla maggioranza giallorossa, con la riforma della prescrizione classico pretesto per una sorta di resa dei conti che appare ormai inevitabile.

Ormai sopra i cieli dell’esecutivo spirano sempre più i venti della crisi, con il leader di Italia Viva che nel salotto televisivo di Bruno Vespa, che tornerebbe così a essere una sorta di terza Camera del nostro Parlamento, pronto a espletare le sue condizioni per andare avanti.

Voci di corridoio parlano di offerte inaccettabili, leggi cancellazione del reddito di cittadinanza, con una conta al Senato che sembrerebbe essere sempre più inevitabile a questo punto.

Se il premier dovesse riuscire a trovare quei responsabili che adesso si sarebbero palesati il governo potrà andare avanti, altrimenti addio al Conte bis con Italia Viva che a quel punto spingerebbe per un nuovo esecutivo guidato magari da un esponente del PD.

Ma perché Matteo Renzi vuole a tutti i costi far fuori Giuseppe Conte? Oltre a una probabile scarsa simpatia reciproca, alla base ci sarebbe un discorso meramente di tattica politica con l’avvocato che, visti gli alti indici di gradimento riportati dai sondaggi, con una sua possibile lista centrista in appoggio al Partito Democratico andrebbe a rubare quello spazio vitale nell’universo moderato a cui Italia Viva ambisce per poter crescere a livello elettorale.

I motivi dello scontro Renzi-Conte

Da qualche giorno tra le due parti in campo in questa battaglia, Italia Viva e Palazzo Chigi, non si sente più parlare della prescrizione ma soltanto di numeri. Segno questo di come la riforma Bonafede in verità sia soltanto il grimaldello con il quale Matteo Renzi vuol scassinare il governo.

Gli ultimi sondaggi per Matteo Renzi sono impietosi , con il suo nuovo partito più a rischio di non superare la soglia di sbarramento del 3% che vicino a quella doppia cifra definita come “minimo sindacale” al momento della nascita.

In una situazione del genere, l’ex sindaco di Firenze sembrerebbe avere poco da perdere: continuare a recitare il ruolo del bastian contrario all’interno dei giallorossi non sembrerebbe aver pagato, meglio allora far saltare il banco e iniziare una sorta di nuovo partita.

L’ipotesi poi di una probabile lista Conte in caso di elezioni anticipate, con l’avvocato che sarebbe a quel punto il candidato premier del Partito Democratico, rischierebbe di complicare ulteriormente i piani di Italia Viva.

La lotta per l’elettorato moderato

Quando a settembre c’è stata la scissione, Renzi era convinto di poter crescere vampirizzando quello che rimaneva di Forza Italia, attirando verso di sé l’ultima parte dell’elettorato azzurro che ancora non si è convertito al salvinismo.

Considerando che qualche settimana prima anche Carlo Calenda con Azione aveva fatto una mossa simile, il risultato al momento è che Italia Viva sarebbe ancorata a un 4% quasi irrilevante dal punto di vista politico in caso di voto.

L’unica soluzione per crescere nei sondaggi allora potrebbe essere quella di togliere dal palcoscenico principale il poco amato premier, un modo questo per offuscare la sua figura mentre Renzi continuerebbe a rimanere sotto i riflettori.

Se ad agosto in Parlamento il duello era tutto tra Conte e Salvini, adesso la scena potrebbe ripetersi con l’altro Matteo. Il leader della Lega però dalla sua aveva il 34% preso alle europee, mentre quello di Italia Viva ha soltanto un manipolo di senatori che potrebbero anche voltargli le spalle per salvare la poltrona.

Renzi è convinto di avere i numeri dalla sua, mentre a Conte a questo punto per togliersi dal pantano in cui è finito il suo governo non rimane altro che andare alla conta: dopo neanche sei mesi il governo giallorosso sembrerebbe essere ormai arrivato al capolinea, con il centrodestra che popcorn in mano si sta gustando comodamente seduto tutta questa vicenda.

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