Libia, il Parlamento turco approva l’invio di truppe militari

Mario D’Angelo

02/01/2020

A nulla è servita la protesta di Stati Uniti, Unione Europea e Lega Araba: Erdogan ha vinto il voto in Parlamento per l’invio di truppe in Libia

Libia, il Parlamento turco approva l’invio di truppe militari

La Turchia continua la sua espansione. Dopo l’invasione del Rojava, in Siria, il Parlamento di Ankara ha approvato l’invio delle truppe in Libia. L’esercito turco andrà a supportare il Governo di accordo nazionale di Fayez al Serraj, da mesi impegnato in una guerra civile contro i ribelli del generale Khalifa Haftar.

Turchia approva invio di truppe in Libia

Qualche giorno fa, il premier turco Recep Tayyip Erdogan aveva espresso la volontà di inviare l’esercito in Libia. Immediata era stata la protesta della comunità internazionale.

L’irritazione congiunta di Stati Uniti, Unione Europea, Lega Araba ed Egitto non è servita a nulla, e la mozione è passata. 325 deputati hanno votato a favore, mentre 184 hanno espresso voto contrario e un’altra novantina di parlamentari hanno lasciato l’aula.

C’è stata una forte contrarietà da parte di molti deputati, in particolare fra quelli del maggior partito di opposizione - il CHP - ma non è bastata. Il presidente turco controlla infatti la maggioranza in Parlamento e non ha avuto bisogno del supporto degli altri partiti.

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Il governo di Erdogan non ha rivelato i dettagli di una possibile operazione. La mozione permette all’esecutivo di decidere lo scopo, l’entità e i tempi della missione. In linea di principio, le truppe non saranno impiegate nei combattimenti, ma dovranno fungere da consiglieri e addestratori contro le forze di Haftar.

Gli esperti, tuttavia, ritengono che la mozione estenderà il coinvolgimento della Turchia nel conflitto e aumenterà le tensioni con i sostenitori di Haftar (Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Russia).

Libia: politica internazionale contro Turchia

Dopo l’annuncio, il presidente USA Donald Trump ha telefonato ad Erdogan per metterlo in guardia dalle “ingerenze straniere” in Libia. Serraj e Erdogan, lo scorso novembre, hanno siglato un accordo per la cooperazione sulla reciproca sicurezza.

L’Egitto, che sostiene il generale Haftar, ha condannato il voto della Turchia, dicendo che esso “influenzerà negativamente la stabilità della regione mediterranea”.

Simile la posizione del governo italiano sulla vicenda: la vice ministra degli Esteri Marina Sereni ha infatti detto che l’effetto del voto sarà l’aumento delle “tensioni in un quadro già drammatico”.

Il vice presidente turco, Fuat Oktay, ha detto che la mozione avrà la validità di un anno. “Siamo pronti. Le forze armate e il nostro ministro della difesa sono pronti”, ha detto Oktay.

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