Oro, torna il rialzo grazie alla Fed: le prospettive in attesa del PIL USA

Matteo Bienna

28 Luglio 2016 - 13:12

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La quotazione dell’oro torna sopra i $1.340 dopo l’intervento della Fed di ieri: verso un ritorno ai massimi di luglio ma con un occhio al PIL USA del secondo trimestre, in arrivo domani.

Oro, torna il rialzo grazie alla Fed: le prospettive in attesa del PIL USA

Il prezzo dell’oro inverte il ribasso tenuto durante le ultime due settimane e gira al rialzo portandosi oltre quota $1.340, dopo aver toccato solo ieri i $1.315.

I tassi di interesse lasciati invariati e le parole contenute nel report del FOMC hanno quindi giocato un ruolo favorevole al metallo prezioso, la cui attrattiva è aumentata nonostante il cauto ottimismo che la Fed ha cercato di comunicare ai mercati.

Indaghiamo i motivi di questo rialzo e le prospettive per la quotazione dell’oro che, alla vigilia della prima stima del PIL USA del secondo trimestre, sembra lanciato verso i massimi annuali a $1.370 l’oncia.

Oro spinto al rialzo dalle parole poco convincenti della Fed: target $1.370?

Il prezzo dell’oro vive un luglio altalenante, iniziato con i nuovi massimi annuali oltre quota $1.370 e proseguito con un lungo ribasso che lo ha portato giù fino a $1.310.

La nota correlazione che lo lega con il dollaro USA ha portato il ritracciamento delle ultime due settimane ad avvenire proprio in corrispondenza del rialzo dell’indice spot del dollaro, con il cambio euro-dollaro sceso sotto quota 1,10.

Nell’intervento di ieri sera il mercato non si attendeva nessuna novità e, nonostante non ci siano state sorprese, la reazione avuta manifesta la presenza di un forte scetticismo.

In pochi scommettono ancora in un rialzo dei tassi di interesse nel corso di quest’anno, anche se la Fed continua a tenere accesa la speranza parlando di una diminuzione dei rischi generali e di un mercato del lavoro in salute.

Dallo scorso dicembre, però, le parole pronunciate dalla Yellen e dagli altri protagonisti del FOMC sono state prive di realizzazione e cominciano ad essere sempre meno affidabili.

Il mercato sconta quindi queste ulteriori affermazioni, sempre piuttosto vaghe, causando un ribasso dell’indice spot del dollaro e un relativo rialzo del prezzo dell’oro, come osservabile dal seguente grafico giornaliero:

La quotazione si è riaffacciata al di sopra della media mobile a 20 periodi dopo aver rimbalzato in corrispondenza della trendline positiva, in verde.

Il trend rialzista di medio periodo sembra quindi configurarsi grazie alla ripresa di ieri e, con i tre minimi crescenti registrati negli ultimi due mesi, l’oro si lancia verso i livelli di prezzo più rilevanti lasciati ad inizio mese, ovvero le resistenze evidenziate in rosso.

In particolare sono quota $1.350 e $1.357 i due ostacoli maggiori nella risalita verso i massimi a $1.370, prospettiva accompagnata anche dall’oscillatore MACD che, rimasto positivo, sembra pronto a risalire la china.

L’evento macroeconomico sembra quindi accompagnare l’andamento tecnico ed entrambi guardano ad una ripresa del rialzo dell’oro, il cui destino rimane però sempre legato alle sorti dell’economia USA.

Proprio durante la giornata di domani è prevista la prima stima del PIL USA del secondo trimestre, come osservabile dal nostro calendario economico, dato di estrema importanza per capire se le affermazioni della Fed troveranno compimento e se le previsioni del mercato verranno effettivamente soddisfatte.

L’oro è pronto a reagire in maniera inversa ai risultati del PIL, data la sua natura di bene rifugio, e quindi in caso di una stima inferiore alle aspettative è possibile immaginare un rialzo che prosegua a grandi falcate verso i massimi citati in precedenza fin da subito.

Al contrario, buone notizie in casa USA riguardanti la crescita darebbero adito all’effettiva possibilità di un rialzo dei tassi nel 2016, come fatto intendere dalla Fed, e potrebbero quindi rallentare la risalita dell’oro, a quel punto di fronte al test della trendline, fondamentale nell’ottica di una possibile rottura ribassista.

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