MIUR, Valeria Fedeli: “Basta compiti a casa, gli insegnanti devono lavorare di più in classe”

Simone Micocci

17/03/2017

17/03/2017 - 10:46

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Compiti a casa: è bene assegnarli oppure no? Ecco cosa ne pensa il Ministro dell’Istruzione a riguardo.

MIUR, Valeria Fedeli: “Basta compiti a casa, gli insegnanti devono lavorare di più in classe”

Compiti a casa: è giusto assegnarli oppure no?

Quello dei compiti a casa è un tema che divide; molti insegnanti, specialmente quelli più tradizionalisti, sono a favore dei compiti a casa perché questi sono utili per avere un feedback del lavoro che si fa in classe.

Grazie ai compiti assegnati a casa, quindi, un insegnante è in grado di verificare eventuali difficoltà dell’apprendimento degli alunni, così da recuperare per tempo. Ciò però implica che gli insegnanti debbano poi controllare il lavoro svolto a casa dallo studente e purtroppo, vista la mancanza di tempo, non sempre questo succede.

Poi ci sono gli insegnanti contrari ai compiti a casa perché non li considerano “utili” ma solo delle “perdite di tempo”. Anche molti genitori sono contrari all’assegnazione dei compiti a casa; basta pensare alla battaglia che da diversi mesi stanno combattendo i circa 10 mila membri del gruppo Facebook “Basta Compiti”.

A proposito dei compiti a casa, nelle ultime ore è arrivata l’importante presa di posizione da parte della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Ecco cosa ha detto nel corso dell’intervista tenuta nel programma radio “Un giorno da Pecora”, su Radio Rai 1.

Valeria Fedeli: “I compiti a casa? Io li facevo, ma adesso è diverso

Rispondendo alle domande di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro nel corso della puntata del programma radiofonico “Un giorno da Pecora”, Valeria Fedeli ha espresso una propria opinione riguardo al discusso tema dei compiti a casa.

Nel dettaglio, la Ministra dell’Istruzione si è detta in parte contraria alla loro assegnazione perché gli studenti nel pomeriggio dovrebbero essere liberi di dedicarsi ad altre attività. Per evitare l’assegnazione dei compiti, o almeno per limitarla, gli insegnanti dovrebbero lavorare molto di più durante le ore scolastiche.

Per la Fedeli “più cose si fanno a scuola e meno ne se fanno a casa”, per la felicità non solo degli studenti ma anche dei loro genitori. Questa presa di posizione della Fedeli rimarrà fine a sé stessa oppure presto si tradurrà in una linea programmatica per le scuole? Dovremo attendere per scoprirlo, mentre è certo è che il MIUR non emanerà alcuna norma a riguardo dell’uso dei cellulari in classe.

La Fedeli infatti ha ricordato che per questo tipo di decisioni c’è l’autonomia scolastica quindi sono i singoli Istituti a dover decidere se permettere l’uso del cellulare in classe oppure no. Lei comunque ha espresso un suo parere dicendo che sarebbe preferibile utilizzare gli strumenti che sono in classe, tra i quali rientrano gli smartphone, per “apprendere e non per semplificare le cose”.

Quindi, mentre sui cellulari la Fedeli non ha un’idea chiara, per quanto riguarda i compiti a casa sembra di sì. Ma quali sono i pro e i contro? Lo studio a casa aiuta gli studenti ad apprendere meglio oppure sono veramente una perdita di tempo? Ecco il parere degli esperti.

Compiti a casa: i pro e i contro

Non è detto che sia corretto abolire i compiti a casa; infatti, se la loro assegnazione avviene per uno scopo ben preciso questi possono essere veramente utili ai fini del percorso di apprendimento dello studente.

Ed è importante che quando un insegnante assegna un lavoro da fare a casa non lo faccia sembrare solamente un “dovere”, poiché dovrebbe indicare agli studenti qual è la loro funzione. Ad esempio è importante che gli studenti capiscano che i compiti a casa sono finalizzati alla costruzione di un loro metodo di studio, utile per elaborare le informazioni in modo da ricordarle anche negli anni a venire.

Se invece l’allievo si sente obbligato a svolgere i compiti a casa scatta quello che si definisce “apprendimento difensivo”, quando l’obbligo di dover svolgere una determinata prestazione porta lo studente a studiare a memoria. A questo processo ne consegue una memorizzazione temporanea, ma alla fine del percorso scolastico lo studente non ha imparato nulla.

Questo non significa naturalmente che i compiti devono essere necessariamente un piacere ma si spera che in questo modo gli studenti li svolgano almeno con un pizzico di entusiasmo in più.

Il compito che spetta agli insegnanti è anche quello di scegliere con cura la loro assegnazione: questi infatti non devono essere né troppo semplici, perché in tal caso sarebbero veramente una perdita di tempo, né troppo difficili, poiché altrimenti si rischia di svilire l’autostima dello studente.

Seguendo questi piccoli accorgimenti i compiti a casa saranno utili; altrimenti sarebbe meglio seguire la linea guida dettata dalla Fedeli e optare per una loro cancellazione definitiva.

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