Le banche centrali stanno uccidendo economie e mercati finanziari

Livio Spadaro

8 Settembre 2016 - 08:04

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Le politiche delle banche centrali, oltre a non sostenere le economie reali, stanno uccidendo e creando bolle sui mercati finanziari? Sembra proprio di sì, ecco perché.

Le banche centrali stanno uccidendo economie e mercati finanziari

Cosa faranno nelle prossime riunioni di politica monetaria la Federal Reserve, la BCE, la Bank of Japan o la Bank of England? Come agirà la People’s Bank of China? Queste sono le domande che da mesi si pongono gli investitori dei mercati finanziari, dato che le decisioni delle banche centrali hanno sempre più influenza sulle Borse a livello globale.

La discesa in campo degli istituti centrali a supporto dell’economia reale, sta lentamente distruggendo gli investimenti in ambito finanziario. Deflazione, tassi negativi e Quantitative Easing vari, operazioni effettuate con il perseguimento dello scopo di aiutare l’economia reale che annaspa un pò in ogni dove, stanno deteriorando sia i mercati che la stessa economia. Le banche centrali sono colpevoli di aver “ucciso” i mercati?

Banche centrali: decisioni sempre più importanti per i mercati

Le decisioni di politica monetaria delle banche centrali sono sempre più al centro dell’attenzione degli operatori dei mercati finanziari. Gli istituti centrali infatti, con le loro scelte di politica monetaria stanno ormai da tempo influenzando pesantemente l’andamento delle piazze finanziarie, con effetti a dir poco negativi.

Da quando è scoppiata la grande crisi del 2008, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse portandoli a zero, salvo poi rialzarli in minima parte dopo quasi un decennio solo a dicembre 2015 (e dopo aver effettuato ben 3 QE).

Banche centrali: con politiche errate devono sostenere i corsi delle Borse

La Banca centrale giapponese, la Bank of Japan, è ormai da svariati anni che cerca di stimolare l’economia attraverso i tassi negativi e quantitative easing senza tuttavia riuscirci.

Al corposo gruppo si sono aggiunte poi nel tempo anche la BCE o la banca centrale svedese per fare un paio di esempi. Cosa sta portando tutto questo? Crescita sicuramente poca o nulla come si sta vedendo ad esempio in Europa. Le politiche monetarie delle banche centrali stanno portando ad un prolungato deflusso dai mercati finanziari.

Gli investitori infatti non sanno come investire i loro soldi a causa dei mercati drogati dalle scariche di liquidità rilasciate dagli istituti centrali. E’ per questo che la BCE sta pensando di ampliare il programma di quantitative easing anche agli asset azionari ed è per questo che la Bank of Japan è la maggior azionista di 400 compagnie quotate sul Tokyo Stock Exchange.

In teoria, le politiche monetarie adottate dalle banche centrali dovrebbero aiutare a stimolare l’inflazione, cosa che invece non sta succedendo ma, anzi, sta peggiorando.

Banche centrali: gli effetti di Qe e Nirp della BCE sull’inflazione europea

Un esempio è il grafico sottostante, elaborato da Paolo Cardenà, che spiega come in realtà le politiche monetarie della BCE non stiano per niente stimolando l’inflazione:

In effetti, il programma di acquisto massivo di titoli di Stato da parte delle banche centrali non sta dando i frutti sperati dato che neanche 1 centesimo è pervenuto all’economia reale.

BCE: l’effetto QE e Nirp sul Ftse Mib

Per frutti sperati si intende la volontà sottintesa di spingere gli investitori finanziari a spostare la loro liquidità sull’economia reale. Tuttaiva, le economie reali sono in progressivo deterioramento ed un investimento nelle stesse rischia di essere ancor più disastroso che sul mercato finanziario (i recenti sell-off, e quelli futuri, sono un chiaro esempio di come sui mercati ormai sia difficile guadagnare):

Banche centrali hanno distorto i prezzi degli asset

La realtà delle cose è che i rendimenti dei titoli di Stato non rispecchiano più il rischio Paese (come ad esempio i Btp italiani che offrono meno rendimento dei Treasury americani) mentre i titoli azionari sono ipervalutati rispetto alle future prospettive di crescita (poiché i modelli di valutazione, con i tassi negativi, tendono a dare crescita infinita).

Non è quindi difficile immaginarsi nuove, pesanti vendite sui mercati finanziari, vista anche la sempre più crescente instabilità politica in diverse macroaree mondiali (Europa in testa) e il progressivo deterioramento delle economie. Questo scoraggia le persone a investire, incoraggiando invece il risparmio e deprimendo di conseguenza l’economia.

Wall Street: l’enorme bolla creata dalla Federal Reserve

Gli istituti centrali non sembrano avere cognizione di quello che stanno facendo, o almeno apparentemente. Queste politiche errate, che non danno modo ai mercati di evidenziare tutte le lacune dell’economie reali, non stanno altro che incrementando bolle speculative pronte prima o poi a scoppiare. E’ il caso di Wall Street, con i corsi azionari che non riflettono il declino dei profitti aziendali:

Il rischio maggiore in Europa è invece la fine del Quantitative Easing, che porrà grossi problemi ai detentori di titoli di Stato sovrani. L’economia sta continuando a deteriorarsi, è un dato di fatto, e le politiche monetarie delle banche centrali stanno solo aumentando il rischio che la deflagrazione economica sia di portata molto maggiore rispetto alla Grande Crisi vista nel 2008. E’ tempo di investire sapientemente e prepararsi all’impossibile, grazie banche centrali.

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