L’Italia è a rischio recessione: l’allarme

C. G.

8 Ottobre 2019 - 08:02

L’Italia è a rischio recessione: l’allarme lanciato da Confindustria

L’Italia è a rischio recessione: l’allarme

L’Italia è a rischio recessione secondo le ultime accreditate previsioni di Confindustria.

L’allarme ha nuovamente imposto al mercato intero di tornare a guardare con occhio critico lo stato dell’economia nostrana, la stessa che nello stesso periodo dello scorso anno ha iniziato a vacillare registrando due trimestri consecutivi di decrescita.

Le previsioni degli esperti sulle probabilità di un’Italia a rischio recessione sono giunte in un momento particolare per il Belpaese, già alle prese con le poco ottimistiche previsioni dell’Istat.

Italia a rischio recessione: l’allarme Confindustria

Le previsioni del Centro Studi sono state rese note qualche ora fa, poco dopo quelle dell’Istituto Nazionale di Statistica, secondo cui la fase di debolezza dell’economia tricolore non si arresterà nel breve termine.

Le stime di Confindustria, però, sono risultate ancor più amare. Il rischio di un’Italia in recessione è ancora concreto, hanno confermato gli esperti, che hanno fatto notare come ad oggi il Belpaese sia ancora sulla soglia della crescita zero.

A politiche invariate, e dunque considerando gli aumenti dell’IVA e delle accise, il PIL tricolore rimarrà praticamente congelato sia nel 2019 che nel 2020. Allo stesso tempo, a fronte di un aumento delle imposte “annullato e finanziato interamente a deficit” l’economia crescerà dello 0,4% il prossimo anno.

Al momento, però, l’Italia sta ancora vacillando tra il rischio recessione e la ripresa, secondo Confindustria, che non ha mancato di sottolineare come i conti pubblici abbiano tenuto sostanzialmente bene nonostante la frenata economica. I motivi? Da ricercare non soltanto nella discesa dello spread BTP-Bund, ma anche nei risparmi derivanti da Quota 100 e Reddito di Cittadinanza.

I timori, però, rimangono. Come ovviare a questa situazione cercando al contempo di ridurre il rischio di un’Italia in recessione? Tra le proposte di confindustria sia l’estensione del Bonus Renzi agli incipienti, sia l’allineamento dell’aliquota del secondo scaglione IRPEF a quella del primo. A fronte di un esborso statale di circa 8 miliardi, il risparmio fiscale dei contribuenti si attesterebbe al 56%.

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