L’Isis è stato sconfitto? Ecco perché la guerra al terrorismo non è ancora finita

Alessandro Cipolla

27 Dicembre 2019 - 14:36

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Con la dissoluzione dello Stato Islamico molti leader internazionali hanno dato l’Isis come sconfitto: i terroristi invece si sarebbero già riorganizzati trovando il tumultuoso Iraq come terreno ideale per la loro rinascita.

L’Isis è stato sconfitto? Ecco perché la guerra al terrorismo non è ancora finita

L’allarme è stato lanciato dalla BBC: l’Isis in Medio Oriente è stato sconfitto ma non distrutto, con il daesh che si starebbe riorganizzando in Iraq complice anche la situazione di grande instabilità che sta vivendo Bagdad.

Due anno dopo la caduta di Mosul e a un anno da quella di Raqqa, le due capitali del sedicente Stato Islamico site rispettivamente in Iraq e Siria, i terroristi avrebbero ora cambiato strategia tornando alla guerriglia invece di perseguire l’idea di controllare direttamente un territorio come avvenuto ai tempi del califfato.

Un pò come in Afghanistan dove Al Qaeda ha come alleato l’impervio territorio, l’Isis in Iraq avrebbe trovato come propria zona ideale per questa sorta di seconda vita la zona montuosa di Hamrin, dove non mancano profonde e inaccessibili grotte.

Attualmente nella zona ci sarebbero 5.000 guerriglieri islamici, ma varie cellule dormienti sarebbero dislocate in tutto quello che era il califfato oltre ai diversi terroristi che, durante la guerra tra la Turchia e i curdi, sarebbero riusciti a fuggire dalle carceri.

L’Isis rinasce in Iraq

L’Isis è stato sconfitto”. Così cinguettava su Twitter nel febbraio 2019 Donald Trump annunciando il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria, con il piano di rientro delle forze Usa che dovrebbe coinvolgere anche l’Iraq dove si rischia una nuova guerra civile tra gli sciiti che governano e la minoranza sunnita del Paese.

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Come accaduto in passato, le varie tensioni interne potrebbero essere il terreno ideale dell’Isis che, sfruttando l’attuale caos iracheno, si starebbe ricompattando tra le montagne di Hamrin in una zona a metà strada tra Bagdad e Mosul.

La BBC ha quindi raccolto la testimonianza di Lahur Talabany, un esperto membro dell’antiterrorismo curdo, che ha spiegato quella che sarebbe la nuova strategia del daesh per continuare la propria esistenza.

I militanti sono ora più abili e più pericolosi di Al Qaeda - ha spiegato Talabany - Hanno tecniche migliori, tattiche migliori e molti più soldi a loro disposizione, sono in grado di acquistare veicoli, armi, scorte di cibo e attrezzature. Tecnologicamente sono più esperti. È più difficile stanarli. Quindi, sono come Al Qaeda con gli steroidi”.

La zona di Hamrin per l’esercito iracheno sarebbe molto difficile da controllare “perché ci sono molti nascondigli e grotte”, preferendo adesso andare sottoterra invece che essere un bersaglio più facile come quando controllavano interi territori.

Pensare dunque che l’Isis in Siria e in Iraq sia stato sconfitto è un grave errore: perso lo Stato Islamico, i terroristi adesso si sono dati una organizzazione più snella ma ugualmente efficace, pronta a tornare in gioco sfruttando le debolezze politiche locali e internazionali.

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