Industria in Italia: dati scoraggianti, il motivo è sempre uno

Violetta Silvestri

05/02/2022

Secondo uno studio Confindustria, la produzione industriale in Italia avrà una partenza in salita nel 2022. A frenare il settore è ancora la situazione prezzi energetici.

Industria in Italia: dati scoraggianti, il motivo è sempre uno

L’industria italiana è vista in forte caduta: così si esprime l’ultima indagine rapida del centro studi Confindustria sull’andamento di gennaio.

A mettere in affanno i comparto sono ancora gli ostacoli che stanno minacciando la ripresa già dal 2021: caro-energia, costi elevati in generale delle materie prime, stress delle catene di approvvigionamento.

La sintesi di questo quadro è esplicita: “tale dinamica mette a serio rischio il percorso di risalita del PIL avviato lo scorso anno”, si legge nel report.

La fotografia - poco incoraggiante - dell’industria in Italia nei numeri degli esperti di viale dell’Astronomia.

L’industria italiana rischia il tonfo? L’indagine

Il breve report di Confindustria su congiuntura e previsioni per il comparto secondario italiano è esplicito:

“La produzione industriale italiana è stimata in forte caduta a gennaio, -1,3%, dopo -0,7% a dicembre. La contrazione è dovuta al caro-energia (elettricità +450% a dicembre 2021 su gennaio 2021) e al rincaro delle altre commodity che comprimono i margini delle imprese e, in diversi casi, stanno rendendo non più conveniente produrre”.

Il calo di dicembre, a -0,7%, dovrebbe essere seguito da un ulteriore contrazione a inizio anno secondo le stime. L’aumento degli ordini in volume dello 0,3% a gennaio sono comunque rallentati in confronto con il +0,5% di dicembre rispetto al mese precedente.

Ne consegue, che nel quarto trimestre 2021 dovrebbe registrarsi un +0,5% rispetto al trimestre precedente, con un -1,1% acquisito nel primo trimestre 2022.

Uno scenario che registra un indebolimento a inizio anno, con l’acuirsi dei motivi di crisi già esplosi nel 2021.

Materiali scarsi e gap non colmati nella manodopera sono più forti che mai. I costi di esportazione sono lievitati, così come i tempi di consegna. Il tutto sta stoppando il pieno rilancio.

L’aumento dei prezzi delle materie prime sta erodendo i margini delle imprese, oltre a fiaccare la produzione industriale. Con l’elettricità alle stelle, diverse aziende hanno deciso di stoppare l’attività.

I dati PMI del settore manifatturiero, fa notare Confindustria, sebbene sia espansivo hanno mostrato un freno a gennaio, con il risultato peggiore in 12 mesi. Lo stress persistente delle supply chain ha pesato molto.

Ne consegue, che il settore industria sta ripiombando in un periodo buio, non solo in Italia. Secondo l’Eurozone Recovery Tracker la componente produttiva ha perso il 2,8% nelle prime due settimane di gennaio rispetto alle due precedenti.

Carenza energetica, catene di approvvigionamento e conseguente andamento dell’inflazione sono senza dubbio le vere urgenze del momento.

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