In pensione con 15 anni di contributi: la terza deroga Amato

Lorenzo Rubini

13 Gennaio 2022 - 19:23

In alcuni casi è possibile accedere alla pensione di vecchiaia con soli 15 anni di contributi grazie alle deroghe contenute nella legge Amato.

In pensione con 15 anni di contributi: la terza deroga Amato

Le tre deroghe contenute nella legge Amato del 1992 permettono ancora oggi di accedere alla pensione di vecchiaia con soli 15 anni di contributi. Per avere diritto a questo trattamento previdenziale, infatti, è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi. Per chi possiede specifici requisiti, che è bene sottolineare sono molto selettivi e non permettono l’utilizzo delle deroghe ad una platea molto ampia di lavoratori, è possibile accedere anche con 5 anni di contributi in meno.

Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

“Buon giorno, sono titolare di un assegno sociale in quanto pur avendo 16 anni di contribuzione mi sono visto respingere la pensione di vecchiaia dall’ INPS.
Ne avevo reclamato il diritto in quanto la prima contribuzione mi fu versata più di 25 anni addietro e pensavo di rientrare nella terza deroga Amato.
Me la potete spiegare bene perché la ritengo contorta, farraginosa e fortemente discriminatoria come parecchie leggi italiane d’altronde.
Grazie e saluti.”.

In pensione con 15 anni di contributi

Le tre deroghe contenute nella legge Amato del 1992 prevedono precisi requisiti da soddisfare che riducono sensibilmente la platea dei lavoratori che ne possono beneficiare. Si tratta, infatti, di requisiti specifici che possono essere soddisfatti solo in casi particolari.

Delle tre, sicuramente, la terza deroga è quella più farraginosa e anche di difficile interpretazione. Ma per capire la portata delle tre deroghe è indispensabile prendere a riferimento il periodo in cui furono introdotte. Con la riforma previdenziale del 1992 si inasprirono i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia, che prima prevedeva il versamento di soli 15 anni di contributi.

Per far fronte all’inasprimento dei requisiti si pensò di tutelare una serie di lavoratori che vicini alla pensione, con l’aumento dei 5 anni di contributi previsto, si vedevano sfuggire il pensionamento dalle mani. Sicuramente, ad oggi, le tre deroghe appaiono discriminatorie, ma bisogna contestualizzarle.

Veniamo ora a spiegare la terza deroga a cui lei aspira. Permette il pensionamento al compimento dei 67 anni, dei lavoratori che hanno versato almeno 15 anni di contributi, che hanno almeno 25 anni di anzianità contributiva (ovvero che hanno versato il loro primo contributo almeno 25 anni prima della domanda di pensione) e che per almeno 10 anni hanno versato contributi non sufficienti alla copertura dell’intero anno contributivo.

Appare chiaro, quindi, che la terza deroga della legge Amato voglia tutelare chi ha svolto carriere discontinue e precarie visto che richiede, per almeno un decennio, di non aver versato le 52 settimane di contributi necessarie per la copertura dell’anno.

Probabilmente, a mio parere, si è visto respingere la richiesta di pensionamento perché, pur possedendo i 25 anni di anzianità contributiva non soddisfa il secondo requisito riguardante la copertura contributiva parziale per almeno 10 anni della vita lavorativa.

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