Il lavoro del futuro sarà degli uomini o dei robot?

Valentina Pennacchio

11/05/2013

28/03/2017 - 15:29

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Il lavoro del futuro sarà degli uomini o dei robot?

La crisi economia mondiale continua a mietere vittime, facendo chiudere le imprese e innalzando a soglie record i tassi della disoccupazione, su cui è sempre più difficile trovare soluzioni tempestive ed efficaci. Eppure c’è chi guarda avanti, ottimista, al momento in cui questa crisi verrà superata.

Uomini o Robot? Potrebbe essere questo il lavoro del futuro, quello delle aziende che, pressate dalla competitività e dalla riduzione dei costi, si troveranno ad un bivio a scegliere: uomini o robot?

L’avvento dell’automazione ha prodotto effetti positivi a livello macroeconomico, supportando la crescita, ma, allo stesso tempo, ha causato perdita di lavoro. Cosa succederà in futuro con una tecnologia che quotidianamente sfida se tessa raggiungendo traguardi prima impensabili?

L’efficienza e la velocità dei robot sta influenzando e trasformando sempre più il manufacturing, allora è ipotizzabile una competizione tra umani e robot nel mercato del lavoro?

Uomini VS Robot

Dalla macchina a vapore all’elettricità. Dall’elettricità alla tecnologia digitale. Il mondo cambia, cresce e si trasforma. E’ un processo continuo, costante, inarrestabile.

E’ possibile che il lavoro robotizzato da qui a vent’anni trasformi il mercato del lavoro? Ovviamente, come spesso accade, l’opinione generale è divisa tra favorevoli e contrari.

Da una parte c’è chi sostiene che la competizione tra uomini e robot non potrà arrivare ad un punto massimo di esasperazione, alla luce del fatto che i robot, non avendo adeguate capacità cognitive e sensoriali, potranno continuare ad essere impiegati solo nel settore industriale, al fine di svolgere mansioni ripetitive, pesanti e/o pericolose.

Dall’altra c’è chi sostiene che l’impatto della tecnologia sul mondo del lavoro non sarà così negativo, anzi. Il lavoro robotizzato consentirà al datore di abbandonare le problematiche connesse al costo del lavoro (previdenza, sicurezza sul lavoro) e alla gestione della manodopera, a vantaggio dell’efficienza, della produzione e, quindi, della quantità.

I robot possono lavorare ininterrottamente, senza aver bisogno di interruzioni, vitto, alloggio e, quindi, sostanzialmente, di una retribuzione, perché non hanno bisogni da soddisfare. Ciò significa, per i sostenitori di questa teoria, che il lavoro robotizzato potrebbero costare meno nel lungo periodo. Sarebbe quindi la soluzione alternativa alla delocalizzazione industriale che spinge molte imprese a spostare la produzione nei paesi in cui la manodopera costa meno?

A quel punto l’insidia per i Paesi avanzati saranno i mercati emergenti, con il sorpasso definitivo e la vittoria asiatica sull’economia americana (si stima che l’Asia potrebbe superare gli USA nel 2030), o un processo tecnologico troppo veloce volto all’introduzione del lavoro robotizzato?

Terza via: collaborazione

La soluzione auspicabile sarebbe la via della collaborazione tra uomini e robot, in modo che ciascuno si porga al servizio dell’altro. I robot potrebbero ridurre i tempi di inattività degli uomini e aumentare la produttività dell’azienda, ma non potrebbero occuparsi di operazioni di precisione e personalizzazione, eseguite invece dagli uomini.

Secondo Julie Shah, professoressa di Aeronautica e Astronautica al MIT e career development assistant di Boeing, la strada del futuro sarà proprio la collaborazione. Il team del MIT ha messo a punto un algoritmo che aiuterà i robot a lavorare con gli uomini, aiutandoli ad imparare con velocità le mansioni che il lavoratore deve eseguire. Secondo Julie Shah:

”È un interessante problema di insegnamento dei fattori umani alle macchine. Con questo algoritmo si può migliorare significativamente la comprensione, da parte dei robot, di quali sono le azioni più probabili che l’uomo andrà a compiere”.

Allo stesso tempo:

“Quando uomo e robot si scambiano i ruoli la persona ha maggiori capacità di adattarsi ai compiti del robot e imparare ciò che deve essere fatto e così pensiamo che sia l’adattamento da parte della persona che si traduce in una prestazione di squadra migliore".

Sviluppo o fantascienza?

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