Hong Kong, 11° weekend di proteste: l’appello degli organizzatori per una marcia pacifica

Mario D’Angelo

18 Agosto 2019 - 12:18

Dopo l’occupazione dell’aeroporto dello scorso weekend, gli organizzatori della protesta per i diritti di Hong Kong chiedono uno svolgersi pacifico delle manifestazioni

Hong Kong, 11° weekend di proteste: l’appello degli organizzatori per una marcia pacifica

Decine di migliaia di manifestanti pro-democrazia si sono riuniti ad Hong Kong per l’undicesimo weekend di proteste. La marcia di sabato, 17 agosto è stata pacifica, ma il governo di Pechino ha incrementato le risposte severe, definendo il comportamento dei cittadini del governatorato “vicino al terrorismo”.

Hong Kong, marcia pacifica

Agli organizzatori della protesta, il Civil Rights Human Front, è stata negata la possibilità di attraversare la città, ma domenica c’è stata l’autorizzazione per una manifestazione a Victoria Park, nel cuore di Hong Kong. In seguito alle polemiche sulle violenze - da una parte e dall’altra della barricata - dell’ultima settimana presso l’aeroporto, i leader di Civil Rights Human Front hanno ricordato che oggi “è un giorno di pace”. Una di loro, Bonnie Leung, ha fatto appello affinché si mostri “al mondo che la gente di Hong Kong è del tutto pacifica”.

L’ex colonia britannica ha uno status speciale, con il suo sistema legale e giudiziario, diritti e libertà che gli attivisti reputano ora in pericolo. Tutto è nato da una legge sull’estradizione che, in seguito alle proteste, è stata temporaneamente ritirata a Luglio, ma ciò non ha fermato il movimento, che adesso chiede:

  • Il completo ritiro della legge sull’estradizione, i cui critici affermano che dissidenti e giornalisti potrebbero andare incontro a processo ingiusto in Cina;
  • L’amnistia per i manifestanti arrestati;
  • Un’inchiesta indipendente sulla brutalità della polizia;
  • Le dimissioni della governatrice Carrie Lam;
  • Elezioni democratiche con suffragio universale.

Hong Kong, l’evoluzione delle proteste

La scorsa settimana i manifestanti hanno occupato l’aeroporto, con la conseguenza che centinaia di voli sono stati cancellati. Le proteste sono iniziate pacificamente, ma con il passare delle settimane c’è stata un’escalation di violenza, con gli organizzatori che denunciano infiltrazioni di bande e poliziotti sotto copertura.

Le libertà speciali di Hong Kong scadranno nel 2047, e in molti non vogliono che diventi “un’altra città cinese”. Comparti militari si sono assembrati vicino al confine, ma secondo gli esperti è improbabile un intervento diretto di Pechino. Ieri, a Tamar Park, ha manifestato invece il fronte pro-Pechino, con oltre 200.000 partecipanti.

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