Governo, via Renzi dentro i “responsabili”: così Conte può andare avanti

Alessandro Cipolla

11 Febbraio 2020 - 11:08

Continua lo scontro sulla prescrizione con Matteo Renzi che sarebbe pronto a una mozione di sfiducia verso il ministro Alfonso Bonafede: il premier Giuseppe Conte però sarebbe tranquillo, visto che dei “responsabili” potrebbero sostituire Italia Viva all’interno della maggioranza di governo.

Governo, via Renzi dentro i “responsabili”: così Conte può andare avanti

Per Giuseppe Conte appare essere sempre più difficile “lavorare per tre anni in questo clima” come dichiarato a La Stampa, con la questione della prescrizione che è soltanto l’ultimo degli scontri che ha messo di fronte Italia Viva al resto della maggioranza da cinque mesi a questa parte.

Le ultime notizie parlano dei renziani pronti a votare la fiducia al governo presentando però, subito dopo, una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Alfonso Bonafede, padre della riforma della prescrizione.

Una mossa quella di Matteo Renzi che suona più come un bluff, specie vedendo gli ultimi sondaggi politici, ma che potrebbe aver spazientito il premier che si dice abbia da tempo in tasca una sorta di piano di riserva per andare avanti senza Italia Viva.

Ed è qui che tornerebbero in ballo gli immancabili “responsabili”, ovvero quella pattuglia di centristi disposti ad appoggiare il governo giallorosso pur di evitare le urne e che di fatto andrebbero a sostituire nella maggioranza i riottosi renziani.

Renzi, Conte e il futuro del governo

Sul tema della prescrizione Matteo Renzi ha da tempo alzato le barricate, ma di fronte alla compattezza del resto della maggioranza Italia Viva ha fatto intendere che è pronta comunque a garantire la fiducia al governo.

L’ultima idea è però quella di presentare al tempo stesso una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Bonafede, una ulteriore mossa per mettere in difficoltà l’esecutivo e soprattutto i 5 Stelle.

Una serie di machiavellici giochetti politici che però sembrerebbero aver spazientito Giuseppe Conte, con il premier stanco della continua opposizione interna da parte di Matteo Renzi che va avanti ormai da settembre.

Per molti quella di Renzi sarebbe soltanto una strategia per cercare di ottenere visibilità visti i pessimi sondaggi per il suo nuovo partito, con i giallorossi che si sarebbero convinti alla fine dei conti che Italia Viva abbaia ma non morde, visto che in caso di elezioni anticipate per loro ci sarebbe un probabile bagno di sangue.

Queste continue tensioni però avrebbero seccato Palazzo Chigi, tanto che si parla di un piano per poter andare avanti anche senza l’appoggio di Italia Viva. Non è un caso che nei giorni scorsi Renzi aveva subito messo le mani avanti affermando che “se ci vogliono cacciare, lo dicano”.

I numeri

Al momento numericamente il governo è abbastanza stabile alla Camera. A fronte di una maggioranza di 315 deputati, soltanto la triade M5S-PD-LeU può contare su 307 voti. Anche senza i renziani, ci sarebbero comunque i tanti fuoriusciti grillini ora nel Misto pronti a sostenere il governo senza contare le Autonomie.

Al Senato invece la situazione è diversa. Il governo Conte bis a settembre ottenne la fiducia con 169 voti favorevoli a fronte di una maggioranza di 160. Senza i 17 senatori di Italia Viva il governo di fatto andrebbe sotto.

Ed è in questo caso che entrerebbero in campo i “responsabili”, ovvero alcuni centristi che avrebbero garantito già da tempio il loro appoggio pur di evitare le urne. In una situazione del genere, anche alcuni senatori renziani potrebbero sfilarsi per restare nel perimetro della maggioranza.

Nel mezzo ci sono poi le circa 400 nomine nelle partecipate pubbliche che il governo si appresta a fare a marzo: nel caso di una estromissione dalla maggioranza, inevitabilmente Italia Viva rimarrebbe a bocca asciutta.

Il tema della prescrizione sembrerebbe di conseguenza preoccupare ma non spaventare Conte, che anzi potrebbe cogliere l’occasione per mettere alla porta il polemico Renzi andando avanti con una maggioranza, magari più risicata, ma senza dubbio maggiormente coesa.

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