Fino a quanti anni prima si può andare in pensione?

Simone Micocci

17/08/2021

02/12/2022 - 15:09

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Esiste un limite di età per anticipare l’accesso alla pensione? In alcuni casi sì, in altri no: facciamo chiarezza.

Fino a quanti anni prima si può andare in pensione?

La domanda alla quale proveremo a rispondere è se esiste un’età minima per andare in pensione, ossia fino a quanto è possibile anticipare la data del collocamento in quiescenza.

Come noto, il nostro ordinamento fissa un’età per il pensionamento: si tratta dei 67 anni richiesti dalla cosiddetta pensione di vecchiaia. Non significa, però, che non sia possibile andare in pensione prima: basta soddisfare i requisiti richiesti dalle altre opzioni per il pensionamento.

A tal proposito, ci sono delle opzioni - come Quota 100 - che consentono di andare prima in pensione rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia, ma fissano un limite di età alternativo, mentre altre non lo prevedono permettendo - al raggiungimento di determinati requisiti - di andare in pensione a qualsiasi età.

Fino a quanti anni prima si può andare in pensione?

Dipende, dunque, all’opzione a cui si ricorre. Nel caso di Quota 100, ad esempio, può esserci un anticipo fino a 5 anni rispetto all’età prevista dalla pensione di vecchiaia. Anche soddisfando il requisito per cui l’età anagrafica sommata ai contributi maturati deve dare come risultato 100, infatti, è necessario aver compiuto almeno i 62 anni di età.

Vi è poi la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione di 3 anni, invece, nel caso si soddisfino determinati requisiti:

  • prima contribuzione utile accreditata successivamente alla data del 1° gennaio 1996;
  • 20 anni di contributi;
  • assegno maturato d’importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Chi soddisfa questi requisiti può accedere all’opzione contributiva della pensione anticipata, potendo così andare in pensione all’età di 64 anni.

Vi è poi una terza opzione, ed è quella prevista dall’Ape Sociale. Va detto però che in questo caso non si può parlare di pensionamento anticipato, in quanto comunque la pensione decorrerà solo una volta maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia. Con l’Ape Sociale, però, viene data la possibilità a determinate categorie di lavoratori di smettere di lavorare con 4 anni di anticipo, all’età di 63 anni compiuti, percependo nel contempo un’indennità sostitutiva pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (fino a un massimo di 1.500€).

Possono accedere all’Ape Sociale, però, solamente alcune categorie di lavoratori, quali:

  • disoccupati (con almeno 30 anni di contributi);
  • invalidi civili (con percentuale di almeno il 74% e 30 anni di contributi);
  • caregivers (con almeno 30 anni di contributi);
  • lavoratori usuranti e gravosi (con almeno 36 anni di contributi).

Vi è infine una quarta opzione che consente di anticipare l’accesso alla pensione: si tratta di Opzione Donna, riservata alle lavoratrici. Per queste vi è la possibilità di andare in pensione già all’età di 58 anni, 59 per le autonome, in caso di 35 anni di contributi. Va detto però che per la decorrenza della pensione deve trascorrere una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici subordinate, 18 mesi per le autonome.

Anticipare l’accesso alla pensione senza limiti di età

Ma attenzione: ci sono due opzioni che consentono di anticipare l’accesso alla pensione senza limiti di età. Quindi 3, 4, 5 o persino 6 anni di anticipo rispetto ai 67 anni di età della pensione di vecchiaia. E anche di più nel caso ne sussistano le condizioni.

Si tratta della pensione anticipata e di Quota 41. La prima consente di andare in pensione guardando solamente ai contributi che devono essere pari a:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Non ci sono regole rispetto al limite di età: quindi chi ha iniziato molto presto a lavorare e ha mantenuto una carriera senza interruzione alcuna può andare in pensione con largo anticipo, senza limiti. Anche in questo caso c’è però una finestra mobile da rispettare, ma di tre mesi.

Lo stesso principio vale per Quota 41, per la quale bastano 41 anni di contributi e non si guarda al limite di età. A questa, però, possono accedere i soli lavoratori precoci - ossia coloro che hanno maturato 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età, e che inoltre fanno parte a una categoria tra: disoccupati, invalidi al 74% (o più), caregivers e lavoratori usuranti e gravosi.

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