L’Europa ha un piano di emergenza se la Russia ferma il gas?

Violetta Silvestri

27 Maggio 2022 - 13:09

L’ossessione dell’Europa resta il gas russo: sostituirlo non è immediato, nonostante gli sforzi e il cambio di rotta nelle relazioni commerciali energetiche. Ma esiste un vero piano di emergenza?

L’Europa ha un piano di emergenza se la Russia ferma il gas?

L’Europa sta sviluppando piani di emergenza in caso di arresto completo delle importazioni di gas russo, ha affermato il commissario per l’Energia dell’Ue, avvertendo che qualsiasi Paese rischia di essere tagliato fuori da Mosca.

Kadri Simson ha sottolineato che l’Unione sta correndo per immagazzinare quanto più gas possibile e potrebbe sostituire la maggior parte delle consegne della Russia quest’anno, ma dovrebbe fare di più se ci fosse una “interruzione completa” delle forniture.

Mentre non decolla nemmeno un accordo su un possibile embargo sul petrolio, i Paesi europei sono in lotta per emanciparsi dalla dipendenza dal gas russo. L’Europa saprà proteggere i suoi membri da un ipotetico arresto delle vendite da Mosca?

Cosa può fare l’Europa senza il gas russo?

I piani elaborati dalla Commissione europea, secondo indiscrezioni di Financial Times, includerebbero misure per razionare le forniture di gas all’industria.

Il fornitore di gas statale russo Gazprom ha già tagliato il gas a Polonia, Bulgaria e Finlandia per essersi rifiutati di rispettare un decreto del Cremlino e pagare le bollette in rubli, anziché in euro o dollari.

“Siamo di fronte a una situazione in cui qualsiasi stato membro potrebbe essere il prossimo [a essere tagliato fuori]”, ha detto Simson in un’intervista. “Finora siamo stati in grado di occuparci della sicurezza dell’approvvigionamento di questi tre Stati membri, principalmente con l’aiuto della solidarietà dei vicini”

Ma cosa accadrebbe con uno stop totale del flusso verso l’Europa? Si potrebbe intervenire sull’industria, che rappresenta il 27% del consumo di gas dell’Ue, con la produzione di prodotti chimici, ceramica, cibo e vetro i maggiori consumatori. La commissione ha affermato che proteggerà le principali catene di approvvigionamento di prodotti alimentari, sicurezza e salute e sicurezza.

Simson ha insistito anche sul fatto che sarebbe “fattibile” sostituire i due terzi del gas russo quest’anno, come la commissione ha precedentemente promesso di fare, esprimendo ottimismo sugli sforzi per garantire forniture alternative.

Quest’anno l’Ue ha ricevuto consegne record di gas naturale liquefatto, consentendole di iniziare a riempire i giacimenti sotterranei. Questi erano pieni del 44% il 25 maggio, rispetto al 36% dell’anno prima.

I Paesi europei stanno aumentando rapidamente la loro capacità di gestire il Gnl, che arriva via nave cisterna e viene poi riconvertito in gas e inviato tramite gasdotto.

L’Europa intende ridurre del 13% entro la fine dell’anno il flusso dalla Russia. A quel punto, gli Stati membri avranno aperto o ampliato terminali Gnl fissi o galleggianti per gestire 19 miliardi di metri cubi all’anno.

Inoltre, si tessono sempre più accordi con nuovi fornitori, dagli Usa alla Norvegia, fino a Israele, Egitto e Algeria.

Al 25 maggio, secondo il database Bruegel, l’import europeo del gas russo è diminuito, a 1783 milioni di metri cubi. Il Gnl è a livelli record, con acquisti per oltre 3000 milioni di metri cubi. Anche dalla Norvegia le importazioni sono ai massimi.

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