E se i colloqui di lavoro li facesse...un videogame?

Valentina Pennacchio

21 Gennaio 2014 - 10:30

condividi

La tecnologia sta cambiando il mercato del lavoro. E se cambiasse anche la selezione del personale e i fattori che incidono sull’assunzione?

E se i colloqui di lavoro li facesse...un videogame?

Tempo fa vi abbiamo parlato di Disoccupazione tecnologica, facendo un’analisi del rapporto tra tecnologia ed il lavoro umano. Il progresso sta infatti cambiando in maniera significativa il mercato del lavoro, facendo scomparire, o in alcuni casi nascere, nuovi mestieri.

Recentemente il Wall Street Journal ha avanzato l’ipotesi che anche un settore in cui fin’ora la componente umana era assolutamente prevalenti, grazie a fattori soggettivi, psicologici ed individuali prevalenti, potrebbe finire nel mirino della tecnologia.

Di cosa stiamo parlando? Del settore delle risorse umane, ambito in cui stanno sempre più emergendo metodi alternativi per la selezione del personale, che potrebbero considerare fattori diversi dalla cv o dalla laurea a pieni voti.

E se i colloqui di lavoro li facesse...un videogame?

Quali potrebbero allora essere i nuovi modi per selezionare il personale? Ciò che sta accadendo negli USA potrebbe diventare una pratica anche in Italia?

Sembra, infatti, che a rivoluzionare la selezione del personale potrebbe essere un algoritmo, messo a punto dalla collaborazione tra psicologi, scienziati del comportamento e neuroscienziati, programmatori di videogame.

Cosa conterò ai fini dell’assunzione? Il punteggio finale, come in un ordinario videogame? No. Saranno fondamentali piuttosto le decisioni prese nel corso del gioco, che riveleranno le attitudini, la personalità, e quindi i punti di forza e di debolezza del candidato.

«Fotografare» il comportamento in modo dettagliato e veloce potrebbe essere per molte aziende uno strumento efficiente per l’ottima allocazione delle risorse.

A questo punto si arriva al bivio: è la mente umana ad essere infallibile e non può , né deve, essere «scavalcata» da un algoritmo, o sarebbe un passo avanti affidarsi anche a sistemi così avanzati per evitare qualsiasi condizionamento soggettivo nel giudizio su un candidato e per affidare ad ognuno il posto di lavoro più idoneo in base alle proprie capacità?

Guarda il video per saperne di più.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO