Ddl Editoria, è legge: ecco tutte le novità

Stefania Manservigi

6 Ottobre 2016 - 10:40

Il Ddl Editoria è diventato legge grazie all’approvazione finale della Camera. Ecco tutte le novità.

Ddl Editoria, è legge: ecco tutte le novità

Il ddl sull’editoria è diventato legge.
La Camera infatti ha approvato il testo: 275 i voti favorevoli, 80 i contrari e 32 gli astenuti il conteggio finale.
Il ddl sull’Editoria appena approvato si basa principalmente su due cardini: per prima cosa l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione presso il ministero dello Sviluppo economico e poi la delega al governo per ridefinire la disciplina sui contributi pubblici, nonché sui prepensionamenti dei giornalisti e sul Consiglio dell’Ordine.
Vediamo di seguito quali sono tutte le novità previste dal testo appena approvato dal Parlamento.

Ddl Editoria, novità: Fondo e beneficiari
Come accennato una delle principali novità che verranno introdotte dalla nuova legge sull’editoria è l’istituzione di un Fondo per il pluralismo e l’innovazione presso il ministero dello Sviluppo economico. Tale fondo verrà alimentato non solo grazie alle risorse statali che sono destinate al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica, ma anche da quelle previste per le emittenti locali. Inoltre è previsto che possa confluire nel fondo anche una quota fino a 100 milioni di euro annui per il periodo 2016-2018, delle eventuali maggiori entrate derivanti dal canone Rai in bolletta. Previsto anche un contributo di solidarietà da parte dei concessionari di pubblicità su tv e stampa (lo 0,1% del reddito complessivo annuo).
Per quanto riguarda i requisiti di accesso al Fondo è previsto un cambiamento: viene stabilita come condizione necessaria per il finanziamento l’esercizio esclusivo, in ambito commerciale, di un’attività informativa autonoma e indipendente, di carattere generale e la costituzione come cooperative giornalistiche, enti senza fini di lucro o imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia da essi interamente detenuto. Nella platea dei beneficiari, quindi, vengono fatte rientrate oltre alle tv locali, le cooperative giornalistiche e gli enti senza fini di lucro, quotidiani e periodici espressione delle minoranze linguistiche, imprese ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti, associazioni di consumatori, imprese editrici di quotidiani e periodici diffusi all’estero. Vengono esclusi, invece, i giornali di partito e le imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa. Le aziende che hanno personale, collaboratori e amministratori con stipendi che superano i 240mila euro potranno invece avere i contributi ma in maniera ridotta. Altri requisiti che possono incidere sulla possibilità di accedere al fondo sono la riduzione a due anni dell’anzianità di costituzione dell’impresa editrice, il regolare adempimento degli obblighi derivanti dai contratti di lavoro e l’edizione della testata in formato digitale.
Per quanto riguarda invece il contributo che potrà essere richiesto da coloro che rientrano tra i beneficiari, lo stesso dipenderà dal numero di copie vendute in un anno, che dovrà non essere comunque inferiore al 30% delle copie distribuite per le testate locali e al 20% per quelle nazionali, dagli utenti unici raggiunti e dal numero di giornalisti assunti. Non potrà comunque essere erogato un contributo superiore al 50% del totale dei ricavi dell’impresa.
Inoltre il testo appena approvato prevede anche dei premi in caso di assunzione a tempo indeterminato di giovani di età inferiore ai 35 anni.

Ddl Editoria, novità: semplificazione, incentivi, liberalizzazione
Nel testo vengono anche fissati alcuni obiettivi che il Governo dovrà raggiungere. Tra questi la semplificazione del procedimento di erogazione dei contributi pubblici e la predisposizione di incentivi per favorire gli investimenti nell’innovazione digitale. inoltre il Governo dovrà impegnarsi ad assegnare finanziamenti a progetti innovativi, e a favorire la liberalizzazione della vendita dei prodotti editoriali in modo tale da garantire il pluralismo delle testate. Altro obiettivo imposto dal testo quello di incentivare sul piano fiscale gli investimenti pubblicitari su quotidiani e periodici nonché sulle radio e tv locali.

Ddl Editoria, novità: giornalisti e pensione anticipata
Il testo prevede anche delle novità che riguardano l’Ordine dei Giornalisti. Tra le misure che dovranno essere adottate dal Governo, infatti, ci dovranno essere anche interventi per rendere più stringenti i requisiti previsti per i giornalisti per ricorrere ai prepensionamenti. Previste anche nuove regole per quanto riguarda l’Ordine dei Giornalisti: i membri del Consiglio nazionale saranno sessanta, di cui due terzi professionisti e un terzo pubblicisti (con la presenza di un rappresentante delle minoranze linguistiche riconosciute in ciascuno dei due gruppi). Dovrà anche essere rivisto il sistema elettorale, per garantire una maggiore rappresentatività a livello territoriale.

Ddl Editoria, novità: concessione Rai
Per quanto riguarda la concessione Rai il testo prevede la riduzione a dieci anni per la concessione del servizio pubblico.

La palla ora passa al Governo che dovrà definire gli interventi negli appositi decreti attuativi.

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