Cosa rischia chi ha uno sciacquone rumoroso: la decisione della Cassazione

Giorgia Bonamoneta

16 Gennaio 2022 - 19:19

Cosa rischia chi causa danni ai vicini con il rumore dello scarico? La Cassazione cita i diritti dell’uomo in una sentenza che vede come protagonista uno sciacquone troppo rumoroso.

Cosa rischia chi ha uno sciacquone rumoroso: la decisione della Cassazione

A chi non è capitato di sentire lo sciacquone dei vicini a ogni ora del giorno? Vivere in un condominio ha tanti difetti e tra questi c’è la condivisione di informazioni, che non si vorrebbero condividere, con i propri vicini. È questo il caso dello sciacquone del wc, soprattutto quando è posizionato contro pareti sottili. Cosa rischia chi ha uno sciacquone troppo rumoroso?

Qualcuno ha portato il caso in tribunale, chiedendo il risarcimento per i danni che uno sciacquone, tirato troppo spesso nelle ore notturne, avrebbe arrecato allo svolgimento della vita quotidiana. Così la Cassazione ha riconosciuto il danno ed emesso la sentenza che multa i vicini di casa con un risarcimento di 500 euro per ogni anno di lesione.

La vicenda ha inizio nel 2003 e si è conclusa 19 anni dopo ed è la prova che uno sciacquone può ledere al diritto di libera e piena esplicazione delle proprie abitudini, un diritto garantito dalla Convenzione dei diritti dell’uomo. Ma entriamo nel dettaglio della vicenda portata in tribunale per capire cosa rischia chi ha un sciacquone rumoroso e non a norma.

La storia dello sciacquone rumoroso dei vicini

Tra i tanti motivi di litigio con i vicini, quello per lo sciacquone del wc troppo rumoroso non è così estraneo o lontano dalla realtà. Con o senza sonno leggero, essere svegliati dal rumore del bagno non è piacevole, soprattutto se continuo e più rumoroso del normale. Ecco quindi che interviene il tribunale.

La vicenda ha inizio quando una coppia si presenta al tribunale di La Spezia con una denuncia nella quale si accusano i vicini, quattro fratelli, di provocare rumori “intollerabili derivanti dagli scarichi”. La richiesta è semplice: eliminare i rumori e vedersi riconosciuto un risarcimento. Ma il giudice non è d’accordo e ricevono il primo no.

La situazione in casa non migliora e i due ritentano, questa volta ricorrendo in appello a Genova. La Corta accoglie il caso e dispone la perizia per capire il livello dei rumori e dei danni causati.

Cosa dice la Legge sul rumore dello sciacquone notturno?

A ben vedere non c’è una legge che regola l’uso o la soglia del rumore dello sciacquone di notte. Nell’articolo 844 del Codice Civile è menzionato solo che il rumore non deve essere “intollerabile”.

La legge lascia ampio margine di manovra al giudice che, caso per caso, dovrà valutare in che modo il rumore è intollerabile. I fattori da tenere in considerazione sono: la dimensioni delle pareti, l’entità del rumore, la collocazione del bagno e dell’immobile. Il caso della coppia è stato preso in esame proprio partendo da questi parametri.

La perizia dello sciacquone troppo rumoroso

Questo caso in particolare può fare da esempio per tutti gli altri simili presentati in tribunale. Infatti la perizia fa emergere un dato essenziale: il superamento di 3 decibel, rispetto agli standard. Il rumore derivava da un collocamento errato dello scarico, dopo la ristrutturazione, installato nel muro divisorio tra il bagno e la stanza da letto dei vicini.

Nella perizia si legge che:

Il secondo bagno è stato realizzato in una parete adiacente la stanza da letto dell’appartamento confinante ove è posta la testiera del letto [...] non solo un notevole superamento della normale tollerabilità ma anche lo spregiudicato ‘uso del bene comune’, posto che la cassetta di incasso del wc è stata installata nel muro divisorio, avente lo spessore di cm22 mentre avrebbe potuto trovare collocazione nel loro locale bagno.

La decisione della Cassazione sullo sciacquone della discordia

19 anni dopo la presentazione del caso in tribunale, la sesta sezione Civile, presieduta dal giudice Antonello Cosentino, ha motivato la decisione sulla base dei diritti dell’uomo. Si legge così:

La Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio anche a fondamento della tutela alla vivibilità dell’abitazione e alla qualità della vita all’interno di essa, riconoscendo alle parti assoggettate ad immissioni intollerabili un consistente risarcimento del danno morale.

Configurandosi come una “lesione del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiana, diritti costituzionalmente garantiti e tutelati dall’articolo 8 della CEDU, Convenzione europea diritti dell’uomo” la Cassazione ha deciso per la ricollocazione dello sciacquone e il risarcimento con una somma pari a 500 euro all’anno, a decorrere dal 2003.

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