Chi sono e cosa vogliono i sovranisti?

Luna Luciano

09/10/2021

La Corte Costituzionale polacca dichiara incostituzionale il trattato di adesione della Polonia all’UE. È scontro tra sovranisti ed europeisti, ma chi sono realmente i sovranisti e cosa vogliono?

Chi sono e cosa vogliono i sovranisti?

Una sentenza che mina le fondamenta dell’Unione Europea. È una sentenza che lascia l’amaro in bocca quella emessa dalla Corte Costituzionale polacca, dichiarando incostituzionale una parte del trattato di adesione della Polonia all’Unione Europea. La Corte polacca avrebbe quindi sancito la superiorità del proprio diritto nazionale su quello europeo.

Una sentenza che ha infiammato gli scontri tra europeisti e sovranisti. Nonostante si senta parlare spesso di “sovranismo” in Europa, e non solo, non sempre è chiaro che cosa si intenda con questa parola e per cosa combattano i sovranisti.

Chi sono i sovranisti e cosa vogliono?

Il termine “sovranismo”, a differenza di quanto si potrebbe pensare, è una parola introdotta in Italia nel 2000, ma solo nel 2017 ha occupato un ruolo centrale nel dibattito della politica italiana e internazionale.

Il significato moderno di questo termine risalirebbe alle elezioni francesi del 1997 e stava a indicare una forma di protesta contro l’Integrazione europea che avrebbe portato alla nascita degli Stati Uniti d’Europa, come si è augurato il primo teorizzatore dell’UE Altiero Spinelli.

Oggi il termine è principalmente usato negli ambienti di destra e fa rima con il termine nazionalismo. Dal 2017 la parola è tornata in auge in tutto il mondo ed è entrata a far parte del vocabolario di molti politici come Giorgia Meloni, Matteo Salvini - anche se il leader della Lega si è guardato bene dall’utilizzarlo troppo spesso - Viktor Orban, Marine Le Pen, Donald Trump e Jair Bolsonaro. Il sovranismo oggi è una posizione politica che propugna quindi la difesa dello Stato-nazione a favore del ritorno del nazionalismo, ponendosi in antitesi al fenomeno della globalizzazione.

Non è un caso che questo termine sia ritornato in uso dopo lo spostamento a destra dell’asse politico in molti Paesi. La politica sovranista si schiera infatti a favore della chiusura delle frontiere e dei porti, a favore del protezionismo economico, favorendo attacchi alle minoranze e ponendosi in difesa dei “valori tradizionali”.

Sovranismo e l’EU: perché la sentenza è così importante

La sentenza polacca si inserisce nel quadro del «sovranismo» politico. Dichiarando incostituzionale una parte del patto di adesione, la Polonia sancisce l’importanza maggiore del diritto nazionale rispetto a quello europeo. Questa scelta mina le basi del principio stesso su cui si fonda l’Unione Europea, ossia quello della cessione di una parte della sovranità nazionale a vantaggio dell’integrazione fra i 27 Paesi.

Questa sentenza poi arriva in un momento delicato e decisivo per l’Europa che si trova a dover far fronte a diverse situazioni internazionali.

  • L’UE ha perso la sua figura di riferimento: Angela Merkel da 14 anni è stata infatti la forza trainante nel percorso dell’integrazione europea.
  • L’UE deve relazionarsi con l’Aukus, il nuovo accordo che vede uniti l’Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Questa nuova unione sembra in grado di sovvertire gli equilibri geopolitici danneggiando l’UE.
  • Dopo il disimpegno degli USA in Afghanistan, l’UE dovrà impegnarsi ad affrontare non solo i migranti ma accelerare la creazione di un sistema di difesa comune.

Una situazione quindi non facile da gestire e che con la sentenza della Polonia potrebbe aggravarsi ulteriormente.

La sentenza: è scontro tra europeisti e sovranisti

Nonostante la sentenza sembra non escludere la possibilità di una Polexit, la Polonia ha rassicurato l’UE che intende rimanere in Europa. La sentenza non è stata accolta allo stesso modo tra le destre e le sinistre, e anche in Italia si è acceso il dibattito.

Enrico Letta ha lanciato un allarme: la Polonia in questo modo starebbe attaccando le fondamenta della struttura giuridica della costruzione europea, compiendo un passo indietro “sbagliato e pericoloso”verso un sovranismo anti-europeo, che “va combattuto” a tutti i costi. Non è dello stesso avviso, invece, Giorgia Meloni, che vede nella sentenza la dimostrazione che si può vivere nell’unione Europea senza dover “chinare la testa”.

A chiudere però il discorso per adesso è la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, che dopo la sentenza ha affermato: “Il diritto Europeo mantiene il primato su quelli nazionali”. Una presa di posizione forte della presidente che si è detta intenzionata a “utilizzare tutti gli strumenti necessari per garantirlo”.

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