Che cos’è il contratto di permuta?

Guendalina Grossi

11 Febbraio 2018 - 11:00

Contratto di permuta: le origini, la natura e le differenze con il contratto di vendita. Vediamo di seguito tutto quello che c’è da sapere.

Che cos’è il contratto di permuta?

L’art. 1552 definisce la permuta come il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose o altri diritti da un contraente all’altro. In riferimento ai caratteri fondamentali del contratto, la permuta possiede come la vendita, una natura consensuale.

La permuta è il contratto tipico dalle origini più antiche, perché costituiva l’unico contratto di scambio ai tempi in cui la moneta non esisteva.

Non è necessaria la consegna delle cose; gli effetti reali della stipulazione si producono automaticamente, divenendo ciascuno dei permutanti titolare del diritto oggetto dello scambio esclusivamente per il fatto del perfezionamento del vincolo negoziale.

Vediamo di seguito quale differenza c’è tra la permuta e la vendita e su quali beni può essere applicato tale contratto.

Differenza tra permuta e vendita

La permuta e la vendita sono due istituti molto simili che possono facilmente confondersi nel diritto.

Mentre la permuta deriva dal baratto, la prima forma con cui i popoli hanno iniziato a soddisfare i propri bisogni, la vendita arriva in un periodo successivo, ovvero con l’entrata in vigore della moneta.

Il contratto di vendita si realizza quando si verifica uno scambio di una cosa o di altro diritto contro un prezzo. La permuta invece si concretizza quando c’è lo scambio di una cosa o un diritto, dietro il trasferimento di un altro diritto o cosa.

Permuta con conguaglio

La permuta definita pura si realizza, come abbiamo precedentemente detto, quando si verifica lo scambio di una cosa o un diritto, dietro il trasferimento di un altro diritto o cosa.

Esiste però un secondo tipo di permuta definita “con conguaglio” che in sé racchiude alcune caratteristiche della vendita. Si tratta infatti di una permuta particolare, in cui se nello scambio tra i due beni, uno dei due ha un valore di scambio minore, il permutante offrirà all’altro un conguaglio in denaro.

Un esempio tipico è quello di due appartamenti, uno di proprietà di Tizio, l’altro di proprietà di Caio. L’appartamento di Tizio vale 400.000 euro, mentre quello di Caio vale 300.000 euro, è possibile effettuare la permuta, ma Caio compenserà Tizio con 100.000 euro, pari al disvalore tra i due appartamenti.

La permuta nel settore immobiliare

La permuta sta diventando un istituto sempre più utilizzato soprattutto nel settore immobiliare, viste le numerose difficoltà dei clienti nel richiedere ed ottenere mutui da parte delle banche.

Rispetto alla vendita, infatti, la permuta offre maggiori possibilità a chi vuol pagare meno tasse. Per questo strumento sono previste infatti meno spese dal punto di vista notarile, poiché con la permuta deve essere realizzato un unico atto, mentre per la vendita gli atti necessari sono due, con conseguente risparmio per entrambi gli utenti. Inoltre le imposte fiscali devono essere pagate solo sull’immobile di maggior valore.

Come sancito dallo stesso Codice Civile italiano, inoltre, i due permutanti dovranno dividersi le spese per la metà, con conseguente risparmio per entrambe le parti.

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