Cambiamenti climatici: i problemi non sono più così lontani da noi

Erasmo Venosi

27 Settembre 2019 - 11:09

Analisi sul cambiamento climatico, un fenomeno sempre percepito come lontano che tuttavia è arrivato a bussare alla porta di casa nostra

Cambiamenti climatici: i problemi non sono più così lontani da noi

Un dibattito italiano tutto focalizzato sulla ragazzina svedese Greta Thunberg, che parla ai leader mondiali colpevoli di mettere in discussione il futuro e i sogni di milioni di ragazze e ragazzi.

Uno sciopero oggi di milioni di ragazzi e non che condivido. Gli impatti del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici sull’umanità e sui sistemi socio-economici sono molto ingenti già oggi.

Il riscaldamento globale è qui

Uno dei tanti riscontri è in casa nostra. È a rischio di crollo il ghiacciaio Planpincieux sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, in Valle d’Aosta. Scivola a una velocità di 60 cm al giorno verso la valle Ferret. Quasi tutti i ghiacciai del Monte Bianco, delle Alpi e del mondo sono in forte ritiro. Sentiamo lontano i problemi dello scioglimento dei ghiacciai sui poli ora il fenomeno lo abbiamo in casa.

Il riscaldamento globale ha fatto salire la temperatura rispetto all’era pre-industriale. La conseguenza è un oceano più caldo, più acido e meno produttivo. Lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari causa un aumento del livello dei mari. La conseguenza sarà la crescita, in frequenza, di eventi meteorologici estremi.

Questa l’osservazione di uno scienziato di IPCC

“I ghiacciai, le calotte polari artiche e antartiche sembrano luoghi esotici per la maggior parte delle persone. In realtà, siamo influenzati tutti direttamente e indirettamente da essi per il clima, il tempo meteorologico, il cibo, l’acqua, l’energia, il commercio, il turismo, la salute e l’identità culturale”.

Leggendo il Rapporto “Ghiacciai, neve e il permafrost si stanno riducendo drasticamente e continueranno a farlo”. Questo aumenterà il rischio di slavine, frane e inondazioni.

“Si prevede che i piccoli ghiacciai in Europa, Africa dell’Est, delle Ande tropicali e in Indonesia perderanno più dell’80% della loro massa attuale da qui al 2100”

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Quali conseguenze?

E il ritiro del permafrost delle aree di alta montagna produrrà anche conseguenze sul piano economico e turistico. Non solo: con la diminuzione dei ghiacciai si andrà incontro a una variazione delle quantità idriche con conseguenze sul settore agricolo e su quello di produzione di energia idroelettrica.

Rispetto a questo siamo o dovremmo essere obbligati ad aprire gli occhi davanti a una realtà che è talmente vicina e che ci induce a farci domande, a informarci sui rischi del riscaldamento globale.

Le strategie di azione in questo ambito attengono alla mitigazione delle cause, agendo sulla riduzione delle emissioni di prodotti climalteranti e sul recupero e riuso dei materiali, oltre che alla definizione di soluzioni di adattamento ai cambiamenti.

Sono anni che nei “Sommari per i decisori politici” e poi nel Rapporto finale IPCC compaiono i punti principali dello stato del clima globale! Le concentrazioni di anidride carbonica e degli altri gas serra sono le più alte mai verificatesi negli ultimi 800 mila anni durante i quali il massimo valore di anidride carbonica atmosferica si era mantenuta inferiore a 290 ppm (290 grammi per tonnellata di atmosfera). Una variazione oggi si circa il 44%!

IPCC afferma che a partire dal 1750 l’aumento dei gas serra in atmosfera non è naturale, ma deriva dalla combustione di petrolio, metano, carbone, dall’agricoltura e dai cambiamenti di uso del suolo. Normalmente si parla di un effetto serra naturale (è in pratica la differenza tra la radiazione solare ricevuta dalla Terra e quella che la Terra riflette verso lo spazio. Effetto serra dovuto ai gas serra come l’anidride carbonica, il metano, il vapore acqueo e altri).

Dal 1750 l’uomo ha continuato ad emettere in atmosfera gas serra generando un aumento dell’effetto serra naturale. IPCC ha determinato l’effetto serra aggiuntivo causato dalle attività umane e quantificato in 3 watt a metro quadrato (il watt misura la quantità di energia solare che in un secondo si “deposita” su un metro quadrato di superficie ).

Altri 0,12 watt/mq sono dovuti alla attività del Sole. Quale? Le macchie solari sono il riferimento per valutare l’attività del Sole. È l’argomento usato da alcuni negazionisti. Sono regioni della fotosfera, la superficie del Sole, che presenta una forte attività magnetica. Macchie che variano ogni 11 anni. Oggi il Sole è al minimo delle macchie solari.

Infine un effetto raffreddante di circa 1.6 watt/mq dovuto agli aerosol. L’incremento totale di effetto serra è stato di poco più di un watt e mezzo a mq. Alcuni negazionisti fanno riferimento alle cause astronomiche quali responsabili del riscaldamento. Cause che sono state le responsabili delle ere glaciali;

  1. eccentricità dell’orbita terrestre considerato che non è un cerchio ma un ellisse e varia ogni 92 mila anni;
  2. variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre che varia ogni 42 mila anni;
  3. precessione degli equinozi che semplificando è un lento movimento dell’asse secondo la generatrice di un cono.

Evidente che la modificazione del clima iniziata nel 1750 è incompatibile con i tempi delle cause astronomiche. Questo effetto serra aggiuntivo ha avuto conferma in alcuni indicatori sperimentali quali temperatura, acidificazione degli oceani, ghiacci polari che diminuiscono. Tutto il mondo dovrebbe oggi gridare verso i decisori pubblici la richiesta di intervento reale sulle cause del riscaldamento. Una rivoluzione culturale profonda o i rischi saranno rilevantissimi.

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