Veramente Calenda può arrivare al 20%? Cosa dicono i sondaggi

Alessandro Cipolla

21/02/2022

Durante il congresso di Azione, Carlo Calenda si è dato come obiettivo quello di portare il suo partito al 20%: stando ai sondaggi però la realtà potrebbe essere ben diversa per l’ex ministro.

Veramente Calenda può arrivare al 20%? Cosa dicono i sondaggi

In questo momento c’è la mia faccia, porto questo partito al 20% e poi ve lo lascio”. Parole queste di Carlo Calenda, pronunciate durante il congresso di Azione dove è stato eletto segretario dai 300 delegati che si sono riuniti per la prima volta al Palazzo dei Congressi a Roma.

Una proclamazione scontata visto che è stato proprio l’ex ministro a dare vita ad Azione nell’autunno del 2019, pochi mesi dopo la nascita del secondo governo Conte quando ha deciso di abbandonare il Pd a seguito dell’accordo con il Movimento 5 stelle.

Come al suo solito dal palco dell’Eur Calenda ha mandato diverse stilettate non solo ai suoi avversari, ma anche ai potenziali alleati di quel “ terzo polo del riformismo ” che nei suoi pensieri dovrebbe rappresentare “un’alternativa possibile al populismo e al sovranismo”.

Ma Carlo Calenda potrebbe veramente riuscire a portare Azione al 20%? Stando ai sondaggi questo obiettivo sembrerebbe irrealizzabile, con la soglia che sarebbe raggiungibile solo nel caso di una unione di tutti i partiti centristi.

Calenda: cosa dicono i sondaggi

Stando a quanto dichiarato al Palazzo dei Congressi, Carlo Calenda ha promesso ai suoi di portare Azione al 20%, per poi lasciare il partito al prossimo congresso preferibilmente a una donna. Nel frattempo come presidente è stato confermato il fidato Matteo Richetti.

Dopo l’ufficializzazione del patto tra Azione e +Europa, da diverse settimane i sondaggi stanno “pesando” i due partiti insieme. Ricordiamo che per l’attuale legge elettorale la soglia di sbarramento è del 3% mentre, se mai si dovesse passare al proporzionale, l’asticella passerebbe al 4 o 5%.

Guardando gli ultimi sondaggi, per Euromedia Research il duo formato da +Europa e Azione sarebbe al 4,8%, per Ixè al 5%, per Bidimedia al 4,9%, per Swg al 4,7% e infine per l’istituto Tecnè al 4,6%. Prima del simposio invece il partito di Calenda veleggiava poco sopra il 3%.

Facendo una sorta di media tra i vari sondaggi, si può dire che insieme Azione e + Europa al momento sarebbero di poco sotto al 5%: una percentuale questa che pone Calenda ben oltre la soglia di sbarramento del 3% se il prossimo anno si dovesse votare con l’attuale sistema di voto.

Alle ultime elezioni amministrative a Roma, Carlo Calenda da candidato sindaco è riuscito a ottenere il 19,8%, un risultato che probabilmente lo ha spinto a indicare per il proprio partito l’obiettivo del 20%.

Ipotesi terzo polo moderato

L’ambito nazionale però è ben diverso da quello locale, senza contare il forte astensionismo che c’è stato all’ultima tornata delle amministrative. Di recente l’elettorato italiano comunque si è dimostrato particolarmente volatile, come dimostrano le repentine ascese e poi cadute di Movimento 5 stelle e Lega.

Sempre stando ai sondaggi, in un anno Fratelli d’Italia è riuscito a triplicare i voti fino a essere indicati al momento come la prima forza politica del Paese. Se Calenda riuscisse a fare come Meloni, allora l’asticella del 20% potrebbe essere raggiungibile.

Giorgia Meloni però negli ultimi mesi è riuscita a vampirizzare una Lega in difficoltà, mentre Carlo Calenda dovrebbe togliere consensi a due partiti come Pd e Forza Italia che possono contare su uno zoccolo duro di elettori, difficilmente conquistabili.

Allo stato delle cose, l’ex ministro potrebbe sperare di arrivare al 20% solo in caso di una alleanza con Forza Italia, Italia viva, + Europa e tutti gli altri centristi vari.

Un eventuale terzo polo moderato che possa contare sull’appoggio anche di Silvio Berlusconi, avrebbe speranze di poter arrivare al 20% mentre, se preso singolarmente, un partito come Azione non sembrerebbe avere grandi possibilità di poter arrivare a tale soglia.

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