Bank of Japan: yen troppo forte, novità di politica monetaria in vista

Matteo Bienna

8 Aprile 2016 - 09:22

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Sguardi rivolti alla banca nazionale del Giappone e ai possibili interventi da mettere in atto per fermare l’apprezzamento della propria valuta, apparentemente inarrestabile.

Bank of Japan: yen troppo forte, novità di politica monetaria in vista

La Bank of Japan si ritrova con le spalle al muro dopo la giornata di ieri, quando la sua valuta ha subito un ulteriore pesante apprezzamento nei cambi euro-yen e dollaro-yen.

In particolare USD/JPY ha raggiunto nuovi minimi che lo hanno riportato indietro nel 2014, rendendo vani i recenti interventi nel mercato valutario che la banca centrale del Giappone aveva intrapreso.

Intervenuto anche il ministro delle finanze giapponese, Taro Aso, che sottolinea la necessità di un intervento a breve termine, senza però dichiarare altro in merito.

Lo spazio per ulteriori interventi che la Bank of Japan può mettere in piedi si è ridotto di molto ma, al massimo durante il prossimo meeting di politica monetaria previsto per il 28 aprile, dovrà proporre qualche idea per risollevare la situazione.

Dopo l’andamento di questa notte delle borse asiatiche, con il Nikkei in leggero rialzo, il prossimo intervento della BoJ potrebbe proprio mirare al mercato azionario, nel disperato tentativo di operare delle decisioni efficaci.

Bank of Japan: interventi passati e futuri

La discesa nel range dei tassi di interesse negativi non ha condotto la Bank of Japan ai risultati sperati e il suo spettro di intervento, per recuperare l’apprezzamento dello yen, si sta sempre di più assottigliando.

La situazione suggerisce la possibilità che la banca nazionale giapponese possa intervenire non più direttamente nel mercato valutario, come ha già fatto senza raggiungere buoni risultati, ma provi ad intervenire sull’azionario, cercando di tirare su le quotazioni.

“Hanno provato con i tassi negativi ma non ha funzionato. Penso che ora annuncino altre operazioni di quantitative easing ma con l’obiettivo dei mercati azionari.”

Queste le parole di Mark Matthews, capo delle ricerche alla Julius Baer, banca di investimento asiatica.

La Bank of Japan deve inventarsi qualcosa per fermare l’apprezzamento dello yen, che sta pregiudicando il settore esportazioni e arrestando ancora di più la crescita, con l’inflazione ancora molto lontana dal canonico obiettivo del 2%.

Le prossime decisioni di politica monetaria verrano annunciate nel meeting previsto per il 28 aprile.

Bank of Japan: spazio di intervento ridotto

“Le manovre di quantitative easing sono arrivate al loro limite. Quello che si continuerebbe a fare sarebbe creare eccessi nelle riserve del settore bancario.”

Le parole di Marvin Barth, capo delle strategie valutarie di Barclays, evidenziano il principale problema per la Bank of Japan che, nella sua azione di acquisto dei titoli di stato giapponesi, ad esempio, è arrivata a possederne ormai più di un terzo, rendendo vani ulteriori interventi.

La decisione dello scorso gennaio di abbassare i tassi di interesse nel territorio negativo, un’altra strada ormai già intrapresa, ha sortito gli effetti opposti rispetto a quelli sperati. Lo yen si è apprezzato, lasciando l’economia all’interno della stretta morsa che si è creata.

La difficile prospettiva secondo la quale la BoJ abbassi ulteriormente i tassi di interesse non è ipotezzabile, lasciando come unica possibilità l’intervento diretto sui mercati azionari.

L’economista di Capital Economics Marcel Thieliant si aspetta che la banca nazionale del giappone aumenti l’acquisto di ETF per un ammontare di 5.000 miliardi di yen, con un ulteriore incremento negli acquisti di J-REIT.

Possibilità, queste, che potrebbero realizzarsi proprio nel prossimo meeting, previsto per il 28 aprile, a meno di manovre di intervento eccezionali che fermino un ulteriore apprezzamento della valuta giapponese.

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