A Piazza Affari energia e utility non temono il Governo sul caro bollette

Violetta Silvestri

17/09/2021

I titoli delle società dell’energia sono in rialzo a Milano. Piazza Affari non sembra temere gli interventi del Governo contro il caro bollette. Cosa deciderà l’esecutivo?

A Piazza Affari energia e utility non temono il Governo sul caro bollette

Piazza Affari si accende oggi sui titoli energetici: il grande dibattito sulla stangata delle bollette e sugli interventi correttivi del Governo domina anche gli scambi milanese.

Le società più importanti del comparto, però, non sembrano temere grandi sconvolgimenti con le misure dell’esecutivo.

Se, quindi, le azioni Enel sono crollate dopo l’approccio spagnolo al caro bolletta, lo stesso non sta accadendo in Italia.

Le utilities del comparto energia e i titoli del settore guadagnano a Piazza Affari. Come interverrà il Governo?

Settore energia in evidenza a Milano

Utilities tra le protagoniste oggi negli scambi milanesi: al momento in cui si scrive Enel guadagna lo 0,80%; Italgas balza dell’1,17% e A2A viaggia con un aumento dell’1,57%.

Bene anche le negoziazioni per Hera, +0,91% e Iren, +0,38%.

In netta ripresa, quindi, la quotazione Enel, che nella giornata del 15 settembre era stata costretta alla sospensione per eccesso di ribasso.

A colpire la società era stata la notizia della volontà del Governo spagnolo socialista di arginare il caro bolletta con una redistribuzione degli extra profitti aziendali.

In Italia sono esclusi provvedimenti simili, anche se manca ancora il provvedimento ufficiale del Governo contro rincari energetici stimati anche al 40%.

In generale, le utility europee restano piuttosto attraenti, con un rapporto p/e medio stimato da Bloomberg intorno a 18,4 volte. Sul fronte dividendo, il ritorno elevato: dividend/yield del 4,40%.

Cosa deciderà il Governo sui prezzi dell’energia?

In attesa di provvedimenti ufficiali, le probabili mosse del Governo per calmare i prezzi al consumo dell’energia non dovrebbero impattare sulle quotazioni societarie.

Questo perché l’esecutivo Draghi è orientato a intervenire su fiscalità e oneri di sistema, ovvero sui circa 15 miliardi di euro l’anno pagati per incentivare le rinnovabili per smantellare le centrali nucleari. L’idea è di un annullamento di tali oneri per un valore almeno di 3 miliardi.

Sul tavolo potrebbero arrivare anche le proposte di eliminare le agevolazioni tariffarie del settore ferroviario e far pesare sulla fiscalità generale (non solo sulle bollette energetiche) il sostegno alle fonti rinnovabili. La sterilizzazione dell’Iva rimane l’ipotesi meno gradita, per ora, al Mef.

Il Movimento 5 Stelle ha lanciato anche la possibilità di istituire un fondo per la sostenibilità sostenuto da imprese petrolifere, del gas e dai retailer.

Il tutto, stando anche alle indicazioni degli analisti, non andrà a intaccare le società energetiche in modo diretto.

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