3 motivi per cui può scoppiare una guerra mondiale

Giorgia Bonamoneta

26 Ottobre 2023 - 00:23

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La guerra è il tema caldo degli ultimi anni, perché non è mai stata così vicina alla sua esasperazione: lo scoppio di una terza guerra mondiale. Quali sono i possibili motivi?

3 motivi per cui può scoppiare una guerra mondiale

Il “3” potrebbe essere il numero ricorrente in questo tentativo di analizzare il livello di tensione globale. Terza potrebbe essere la guerra mondiale in arrivo, come 3 sono le aree geografiche a rischio (Cina-Taiwan, Russia-Ucraina e Israele-Gaza) e 3 sono gli attori principali in campo in ognuno di questi punti caldi, ovvero i due lati a confronto, i loro alleati e gli Stati Uniti.

C’è però da fare un passo indietro sull’idea stessa di “guerra mondiale”. Cos’è infatti una guerra mondiale? Si può rispondere con una definizione semplice, la più utilizzata nei libri di testo, ovvero un conflitto militare che coinvolge un gran numero di nazioni. Ma è davvero solo questo? Lo spettro della terza guerra mondiale, che allarma chiunque abbia anche solo una vaga idea di cosa abbiano significato il primo e il secondo conflitto mondiale, rischia però di allontanare lo sguardo in attesa di un evento cruciale con il quale dire “è questo il momento, è l’inizio del conflitto!”.

La “guerra”, da dopo il secondo grande conflitto, secondo diversi esperti non è più inquadrabile come un fenomeno con un inizio e una fine. Una definizione di questa continuità di tensione e conflitti, accordi e interessi è stata data da papa Francesco, che nel 2014 definì l’attuale situazione come una terza guerra mondiale “a pezzi”. Più che scoppiare, una terza guerra mondiale può quindi acuirsi e forse mai davvero placarsi.

Eppure in queste ore è lo stesso ministro degli esteri turco, Hakam Fidan a parlare di guerra mondiale; lo ha fatto dopo l’incontro con il collega del Qatar a Doha, dove ha chiarito che o si raggiunge una pace duratura o scoppierà una guerra mondiale.

Cina-Taiwan: a che punto di tensione siamo?

Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo centrale, ha sottolineato la posizione ufficiale di Pechino sulla tensione con l’isola: l’indipendenza di Taipei significa la guerra nello Stretto di Taiwan.

Manca poco alle presidenziali sull’isola e la tensione cresce. L’esito delle elezioni infatti detterà il futuro approccio di Taiwan alla Cina. Tanto è alta la tensione che i taiwanesi studiano cosa fare in caso di invasione. Non tutti, ma c’è chi frequenta addirittura un’accademia che ha lo scopo di preparati i civili a una potenziale guerra. Lo slogan è: “Se vuoi la pace, devi prima prepararti alla guerra”. Tra le materia si apprendono anche i pericoli della disinformazione e come soccorrere una ferito.

La Cina da parte sua ha preparato diversi piani di invasione e le esercitazioni svolte lungo lo Stretto di Taiwan hanno permesso di delineare le principali caratteristiche di questi. Grazie a ciò sono state prodotte delle simulazioni che prevedono l’intervento o meno degli Stati Uniti. Le conseguenze sono state già classificate come “disastrose”.

Russia-Ucraina: il pensiero verso il nucleare

Il primo grande evento che ha richiamato la paura per una terza guerra mondiale, di tipo “nucleare”, è stato il conflitto provocato dalla Russia con l’invasione dell’Ucraina. Inoltre da tempo la Russia si è tirata indietro dai diversi accordi contro l’uso e la proliferazione del nucleare. Nel corso dei mesi l’interesse generale è stato mantenuto proprio a causa (o grazie) al timore di un conflitto nucleare e al rischio di allargamento dovuto alle mire espansionistiche russe.

Tass ha recentemente annunciato che la Russia ha simulato una grande operazione: un test di attacco nucleare. Sembra infatti che sia stato lanciato un missile balistico intercontinentale Yars e uno Sineva da un sottomarino nucleare. Il tutto sotto lo sguardo di Vladimir Putin. L’esercitazione è una dimostrazione di muscoli e un simbolo di deterrenza nucleare (la cui utilità è messa in dubbio tanto dai pacifisti quanto dai guerrafondai): la Russia dispone di circa 6.400 testate nucleari

Stato di “deterrenza perenne” o rischio di conflitto aperto? La domanda sorge spontanea di fronte all’apparente impossibilità di un tavolo di dialogo per mettere fine allo scontro con l’Ucraina. Anche in questo quadrante di globo a fare la differenza potrebbe essere il peso degli Stati Uniti. Le alternative al momento sembrano essere: la vittoria autonoma dell’Ucraina, una “soluzione coreana” di divisione dei territori in base a quelli conquistati o liberati e infine un scontro diretto, ovvero una terza guerra mondiale.

Israele-Gaza: il sentimento anti-occidentale

L’ultimo per interesse internazionale (in questo articolo i motivi per i quali la guerra di Israele a Gaza dovrebbe interessate a tutti) è il conflitto di Israele contro la Striscia di Gaza. In questo caso però gli Stati Uniti si sono messi al fianco dell’autoproclamata “unica democrazia del Medio Oriente”, complici del tentato “genocidio” della popolazione palestinese. Azioni nate con lo scopo di vendicare le morti israeliane durante gli attacchi di Hamas, ma che si stanno manifestando come una vera e propria pulizia etnica. La fine, per usare altre parole, di un piano lungo decenni, tra finanziamenti israeliani ad Hamas, occupazione illegale e limitazione di cibo e acqua ai civili.

La posizione degli Stati Uniti è quindi ambigua e non riesce a inquadrarsi come la solita portatrice di democrazia e libertà. Dall’altra parte, al fianco del popolo palestinese, c’è il mondo arabo. Quasi tutti i capi di Stato hanno espresso il loro schieramento, delineando così dei possibili scenari per una terza guerra mondiale.

L’Occidente è compatto nel sostenere Israele, mentre dalla parte dei palestinesi (sia quelli residente nella Striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas, che quelli nello Stato di Palestina dove l’autorità riconosciuta è l’ANP) ci sono: i Paesi arabi e gli Stati non arabi, ma a maggioranza musulmani. Tra questi Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Libano, Sudan e Marocco. Iran, Qatar e Turchia non solo sono schierati dalla parte dei palestinesi, ma intrattengono rapporti anche con Hamas, finanziandolo, perché non lo ritengono un gruppo terroristico come per esempio l’Isis.

L’assenza di un intervento a favore della popolazione palestinese, di fronte alla violenza alla quale è sottoposta da venti giorni per mano israeliana, ha portato il clima nel mondo arabo a farsi piuttosto teso. Nel recente incontro a Doha il ministro degli Esteri turco, Hakam Fidan, - la Turchia sta cercando di mediare tra le parti - e il primo ministro del Qatar con delega agli Esteri Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani hanno rilasciato dichiarazioni nette.

Hakam Fidan ha detto:

Siamo a un punto di svolta nella storia: o raggiungiamo una pace duratura o scoppierà una guerra mondiale. Chiediamo a tutte le parti, regionali e internazionali, di ascoltare la voce della ragione. Anche coloro che incoraggiano Israele a contare sui crimini sono responsabili. Se non agiamo in fretta ci aspettano giorni più bui.

E ancora:

Israele deve rendersi conto che non può avere pace e sicurezza con la violenza. La vittoria di oggi potrebbe portare una sconfitta futura. L’unica soluzione è la creazione di uno Stato palestinese indipendente sulla base dei confini del 196, con Gerusalemme est come capitale.

Il clima che rischia di portare a un conflitto più ampio è delineato anche dal primo ministro del Qatar, che spiega:

In questa regione cresce la rabbia di tutti coloro che si interrogano sulla reazione della comunità internazionale per i crimini commessi contro il popolo palestinese. Il numero di bambini uccisi in questa guerra superato il numero di bambini uccisi nella guerra tra Ucraina e Russia, eppure non vediamo la stessa reazione.

Mentre Benjamin Netanyahu delinea le ultime accortezze per l’invasione di terra, in attesa dell’arrivo del supporto americano, cresce la rabbia nei confronti di Israele e dei suoi alleati occidentali, accusati di aver chiuso gli occhi di fronte ai crimini di guerra commessi contro il popolo palestinese.

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