Verbali BCE: effetti Brexit meno duri del previsto, l’inflazione fatica

Flavia Provenzani

18 Agosto 2016 - 13:48

Nessuna sorpresa dai verbali della riunione della BCE di luglio: il Consiglio direttivo sottolinea gli effetti della Brexit meno forti di quanto stimato. L’inflazione rimane un problema.

Verbali BCE: effetti Brexit meno duri del previsto, l’inflazione fatica

Ottimismo dai verbali della BCE in riferimento alla riunione di politica monetaria del 21 luglio.
Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea afferma che gli effetti della vittoria del SI alla Brexit al referendum del Regno Unito di fine giugno si sono rivelati essere meno forti di quanto stimato.
Dopo la pubblicazione dei verbali del FOMC, che hanno mostrato una Fed assai confusa circa la necessità di rialzare i tassi di interesse entro la fine dell’anno, oggi è il turno della BCE.

La banca centrale guidata da Mario Draghi, in base ai verbali pubblicati alle ore 13:30 di giovedì, si è trovata d’accordo sulla necessità di mostrare ai mercati un cauto ottimismo sul recupero dell’economia della zona euro.

L’importante, ha convenuto la BCE durante la sua ultima riunione, è cercare di limitare l’incertezza politica che ruota attorno la Brexit.

L’inflazione rimane ancora il tallone di Achille dell’Eurozona, e i dati finali dell’indice del prezzo al consumo di luglio pubblicati oggi sul Calendario Economico lo confermano.

Peter Praet, un membro esecutivo del consiglio direttivo, ritiene che l’andamento debole dei prezzi sia una fonte di preoccupazione per il futuro della ripresa economia della zona euro.

L’attenzione rimane alta sulla necessità di valutare le notizie e i dati macro nei pressi mesi.

In linea generale, i verbali della BCE della riunione di luglio non presentano alcuna sorpresa particolare rispetto a quanto abbiamo già sentito dalle parole di Mario Draghi durante la conferenza stampa del mese scorso.

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