Trimestrale Google sopra le attese e il titolo vola

Marco Ciotola

24/07/2018

La seconda trimestrale di Google del 2018 sorprende le previsioni sia per ricavi che per utili e non sembra risentire della recente sazione UE. Il titolo vola sulla scia dei dati positivi

Trimestrale Google sopra le attese e il titolo vola

Trimestrale sopra le attese per Google, che fa registrare 32,66 miliardi di dollari di ricavi contro i 32,17 miliardi attesi dal consensus.
L’utile per azione si attesta a 11,75 dollari contro i 9,66 dollari attesi.

I ricavi di Google hanno mostrato una decisa crescita rispetto ai 25,913 miliardi del 2017, così come le vendite da pubblicità, che toccano quota 28 miliardi di dollari.
Ad aumentare sono anche i pagamenti ai partner e le spese di capitale, che fanno registrare rispettivamente quota 6,42 miliardi di dollari e 5,5 miliardi di dollari.

Le cifre riportate dalla seconda trimestrale di Google, in barba alla pesante sanzione subita dalle authority europee e ai conseguenti timori, hanno fatto volare il titolo in Borsa, fino a un +5% nelle contrattazioni after hours e la storica quota 1.267 dollari. La corsa di Google è riuscita a trascinare anche i restanti titoli FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix).

Dopo la pubblicazione dei dati, il ceo del colosso di Mountain View, Sundar Pichai, ha parlato agli investitori della multa UE spiegando che non ne sono ancora chiari gli effetti su Android, e che la società ne può trarre giovamento in termini di crescita e miglioramenti per il futuro.

Per quanto riguarda il settore cloud, la linea societaria resta quella di non rendere note le vendite, vista l’enorme concorrenza con Amazon e Microsoft, rispettivamente prima e seconda piattaforma per numeri. Ma quella crescita di 4,4 miliardi di dollari registrata alla voce “Google other revenues” fa pensare a un deciso miglioramento anche lì.

Google ha aperto una settimana chiave sul fronte trimestrali, visto che altri tre colossi tech pubblicheranno i dati proprio in questi giorni, a partire da mercoledì 25 luglio, quando sarà Facebook a rendere note le sue cifre; si prosegue giovedì 26 con Amazon, reduce dal Prime Day che ha portato i bilanci della società alle stelle, e si chiude venerdì 27 luglio con Twitter.

Il contenuto che segue è stato redatto prima della pubblicazione dei dati trimestrali di Google

Il report sul colosso del web potrebbe aiutare a rispondere a più di qualche domanda sulle sue strategie commerciali presenti e future e fornire magari alcuni dettagli utili su come procede il resto del settore.

Ecco allora cinque aspetti che gli investitori possono tenere d’occhio:

1. La ricerca la fa ancora da padrona

Pur ottenendo molto meno clamore mediatico rispetto ad altre sue attività, la ricerca è ancora la principale fonte di guadagno per Google e cresce in maniera regolare: la ricerca da mobile è stata la principale ragione per cui le entrate pubblicitarie nei siti e nelle app di Google sono aumentate del 26% nel primo trimestre, a quota 22 miliardi di dollari. Un aumento del 59% dei clic sugli annunci a pagamento ha compensato abbondantemente il calo del costo per clic del 19%.

Anche il secondo trimestre dovrebbe far registrare risultati più che discreti su questo fronte, data l’immensa popolarità della piattaforma come canale pubblicitario e il payoff che sta ottenendo da diverse mosse per ottimizzare gli annunci. Tuttavia, vista la forte crescita dei clic pagati nel primo trimestre, un lieve rallentamento è ipotizzabile.

2. Tendenze del Traffic Acquisition Cost (TAC) e impatto del regolamento UE

La crescita del Traffic Acquisition Cost (TAC) - ovvero dei pagamenti effettuati dalle società di ricerca su Internet a società affiliate che indirizzano il traffico commerciale e dei consumatori verso i loro siti - ha pesato sul bilancio di Google, e questo probabilmente non cambierà nel secondo trimestre. Nel primo trimestre, i pagamenti TAC hanno raggiunto il 24% delle entrate pubblicitarie di Google, rispetto al 22% dell’anno precedente. L’ipotesi di diversi analisti è che sia un accordo con Apple a influire sull’aspetto.

Fondamentale poi appare la recente multa subita dall’Antitrust Ue per abuso di posizione dominante, che potrebbe anche portare il TAC a salire, dal momento che spingerebbe Android a chiedere pagamenti più elevati.

3. Cloud Platform e G Suite in ascesa

Sebbene sia ancora solo la terza piattaforma cloud pubblica dietro Microsoft Azure e il colosso Amazon, la previsione è che la Google Cloud Platform (GCP) sia in crescita grazie all’acquisizione di clienti importanti. Allo stesso modo, anche se non allo stesso livello di Microsoft Office, G Suite - il programma Office di Google - si mostra in decisa ascesa, tanto che solo pochi giorni fa si è parlato di un possibile interessamento di Facebook a un passaggio da Microsoft a Google, in risposta al malcontento dei dipendenti delusi da Office 365.

L’amministratore delegato Sundar Pichai ha rivelato che GCP e G Suite stanno producendo oltre 1 miliardo di dollari di entrate trimestrali complessivamente, e ha dichiarato in occasione della prima trimestrale che la crescita di G Suite sta registrando un’accelerazione.

4. L’impatto del rally del dollaro

Nel primo trimestre, le oscillazioni del mercato valutario hanno significato un aumento di almeno 3 punti percentuali alla crescita dei ricavi. Una spinta che si rivelerà probabilmente minore nel secondo trimestre, visto che il dollaro si è apprezzato nei confronti di sterlina, euro e molte altre valute da aprile. E se le prospettive recentemente fornite da alcune società del settore tech sono vere, il mercato dei cambi potrebbe rivelarsi un punto negativo nella seconda metà del 2018.

Detto questo, Google fa storicamente un buon lavoro utilizzando programmi di copertura valutaria per limitare i danni causati da cambi sfavorevoli. E il 45% delle sue entrate arrivano ancora dagli Stati Uniti.

5. Waymo diventa operativo

Dopo essere stato considerato per molti anni solo un enorme progetto di ricerca e sviluppo, Waymo, ovvero il settore di Alphabet che lavora alla produzione di auto autonome, sta per diventare un vero business. Alcune vetture sono già attive nell’area di Phoenix, e il progetto della società è quello di lanciare un servizio di taxi senza conducente entro la fine dell’anno.

Ma se il lancio di un servizio taxi consentirà a Waymo di iniziare finalmente a registrare entrate, aumenterà anche la sua spesa: di recente ha firmato un accordo con Fiat Chrysler per l’acquisto e l’adattamento di 62.000 minifurgoncini e ha anche un accordo con Jaguar Land Rover per acquistare e adattare poi ai suoi scopi fino a 20.000 SUV elettrici.

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