Trading, la differenza tra crypto e valute reali

David Pascucci

12 Gennaio 2023 - 07:57

Molti considerano Bitcoin come una valuta, ma possiamo considerare le criptovalute come tali?

Trading, la differenza tra crypto e valute reali

Uno dei dilemmi più in voga nel mondo del trading è quello relativo alle criptovalute, se considerarle come valute, come un asset finanziario, oppure no. In questo articolo andremo a fare chiarezza sul tema, attraverso il paragone degli strumenti finanziari classici, in questo caso il mercato valutario, con quello che è il mondo delle criptovalute, in particolare il caso di Bitcoin.

Possiamo considerare quindi le criptovalute come un asset finanziario, oppure sono un asset diverso? In tal merito si sono aperti dibattiti infiniti, frutto di una disinformazione che distorce completamente la visione reale dei fatti e che crea un dualismo inutile e senza senso come quello tra strumenti finanziari classici e strumenti finanziari non tradizionali. Anche in questo senso, gli strumenti finanziari non tradizionali sono tutt’altra cosa rispetto alle critpovalute, pertanto la chiarezza è d’obbligo e le polemiche in tal senso provengono solitamente da un pubblico poco istruito in merito e poco consapevole di cosa sia uno strumento finanziario.

Cosa è uno strumento finanziario?

Uno strumento finanziario, o meglio ancora un asset finanziario, è quello strumento che prevede lo scambio di una somma di denaro oggi per avere la stessa somma maggiorata di un tasso di interesse in futuro. In sostanza, uno strumento finanziario puro prevede l’esistenza di un tasso di interesse vista l’ottica intertemporale della natura dei mercati finanziari.

Per chiarire meglio il concetto, i mercati finanziari servono appunto a finanziare chi emette alcuni titoli, ad esempio le società di capitali quotate emettono azioni a fronte di una somma di denaro che viene corrisposta agli investitori, questi ultimi detentori del diritto di ricevere un dividendo, ossia quella parte di utile destinato agli azionisti. Gli Stati si finanziano tramite l’emissione di obbligazioni con cui raccolgono capitale a fronte di un tasso di interesse che viene riconosciuto all’investitore per la somma corrisposta. Come vediamo, l’esistenza del tasso di interesse è condizione necessaria per stabilire l’esistenza di uno strumento finanziario. Le valute hanno un tasso di interesse? Assolutamente sì, sono l’asset che incorpora proprio l’essenza del tasso di interesse, tant’è che esistono tassi di interesse anche a brevissima scadenza che servono alle banche per spostare liquidità, i famigerati tassi overnight.

In ottica di trading possiamo vedere questo tasso di interesse nel momento in cui si mantengono delle posizioni in multi-day, ossia per più giorni, dove alla scadenza di ogni giornata ci viene addebitata o accreditata una somma corrispondente alla differenza dei tassi di interesse delle valute coinvolte nel cambio da noi detenuto. In sostanza, il tasso di interesse è l’essenza degli strumenti finanziari.

Le criptovalute sono strumenti finanziari?

Le criptovalute non hanno un tasso di interesse, non incorporano alcun flusso di cassa nel futuro e pertanto non sono da considerarsi strumenti finanziari. Questo è uno dei motivi per cui nascono dibattiti sulla natura di Bitcoin, che di fatto non è uno strumento finanziario, bensì è da considerarsi unicamente come un mercato che negozia un asset non finanziario. Non presentando la caratteristica base di uno strumento finanziario, non essendo centralizzato e non avendo una vera e propria regolamentazione in merito, le criptovalute sono quindi da considerarsi sì come asset ma non finanziari. Molti hanno fatto l’equazione: Bitcoin = oro digitale, un vero e proprio ossimoro. L’oro, pur essendo quotato tramite contratti derivati, ossia tramite quei contratti che replicano l’andamento del prezzo di un sottostante, non è comunque un asset finanziario bensì un asset fisico, reale, materialmente esistente e riconosciuto universalmente come riserva di valore da millenni. Il suo valore è riconosciuto e il prezzo è stabilito sui mercati finanziari tramite il mercato dei derivati, sicuramente è da definirsi come un asset particolare, così come la maggior parte delle materie prime.

Bitcoin, invece, non è un asset reale, e il suo valore è tale solamente se viene riconosciuto da una controparte altrimenti è pari a zero. Attenzione al valore e al prezzo: se essi coincidono significa che abbiamo di fronte un mercato dove il valore è deciso dal prezzo, quindi dal mercato. Bitcoin, così come la maggior parte delle criptovalute, è un vero e proprio mercato dove domanda e offerta costituiscono il solo e unico fattore determinante. Attenzione di nuovo: non si sta denigrando Bitcoin, ma si sta specificando la sua natura per meglio comprenderne il rischio, un rischio di fatto enorme considerando l’entità dei crolli ai quali abbiamo assistito ultimamente.

In sostanza, le criptovalute sono asset speculativi il cui valore è determinato principalmente dal mercato e nulla più.

Criptovalute sono valute?

Abbiamo quindi specificato il fatto che le crypto siano degli asset non finanziari e per giunta speculativi. Cosa significa tutto questo? Significa che sono da considerarsi come asset, ma con le dovute accortezze. Il valore di Bitcoin come valuta vera e propria si avrà nel momento in cui un consumatore potrà comprare un bene tramite Bitcoin, senza che quest’ultimo venga necessariamente convertito per ricavarne un profitto reale. Il fatto che Bitcoin, così come altre criptovalute, non siano regolamentate e non abbiano un organo centrale che garantisce un intervento su di esso qualora dovessero esserci shock di tipo monetario, non permette ai consumatori di sentirsi al sicuro. Il consumatore e il risparmiatore non hanno la percezione del vero valore di una crypto proprio perché non c’è una garanzia sulla sua esistenza. Per il momento quindi, le crypto sono asset speculativi sui quali è possibile scommettere sul futuro, ma con la giusta gestione del rischio operativo su questo asset. Spacciare ad esempio una criptovaluta come un investimento sicuro perché ha dei “fondamentali”, non è eticamente corretto oltre che accademicamente falso, attenzione quindi al rischio di investimento in certi asset. Cosa vuol dire questo? Molto semplicemente: si può investire in criptovalute ma con le dovute accortezze, visto che in moltissimi hanno affrontato delle perdite consistenti, proprio per via dell’alta volatilità data dalla natura speculativa e soprattutto dalla mancanza di regolamentazione circa la natura di questi asset.

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