La Svizzera fuori dalla black list italiana: ecco cosa cambia

Redazione

21 Aprile 2023 - 15:50

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La Svizzera sta per essere tolta dalla black list italiana dei Paesi, strumento di lotta all’evasione fiscale. Cosa cambia ora?

La Svizzera fuori dalla black list italiana: ecco cosa cambia

L’Italia toglierà la Svizzera dalla black list istituita nel 1999. La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il suolo omonimo italiano, il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti, hanno sottoscritto ieri una dichiarazione relativa alla regolarizzazione di alcune questioni fiscali rimaste in sospeso tra i due Paesi, incluso il telelavoro per i lavoratori frontalieri.

Il Dipartimento federale delle finanze elvetico ha commentato che “questa soluzione elimina un ostacolo amministrativo nelle relazioni fiscali tra i due Paesi". Per la Svizzera dunque, l’uscita dalla «lista nera» rappresenta un passo in avanti molto importante, che suggella la linea di buona collaborazione rappresentata dai tanti accordi sottoscritti negli ultimi anni con l’Italia.

Perché la Svizzera era nella black list dell’Italia

Nel 1999 l’Italia aveva inserito la Svizzera tra quegli Stati che esprimevano un regime fiscale privilegiato nei confronti di molti cittadini. La ragione era da ricondurre alla tutela del segreto bancario garantita a quel tempo dalla Svizzera, che proteggeva i contribuenti italiani che avevano portato i propri averi nella Confederazione per sottrarli alla tassazione del loro Paese.

Nel 2017 però, la Svizzera aveva fatto propri gli standard internazionali sullo scambio automatico di informazioni bancarie, rivolti a impedire l’evasione fiscale: i redditi dei capitali depositati da clienti stranieri nelle banche rossocrociate dovevano essere comunicati alle autorità fiscali del paese in cui erano imponibili.

Ciò però non era bastato alla Svizzera per ottenere l’immediata estromissione dalla «lista nera» italiana. A fine novembre dell’anno scorso, il ministro Giorgetti aveva incontrato il consigliere federale svizzero Ueli Maurer, proprio per discutere di alcune questioni inerenti i rapporti bilaterali in materia di lavoro e fiscalità.

Cosa cambia con la Svizzera fuori dalla black list italiana

L’uscita della Svizzera dalla black list del Belpaese era dunque diventata solo una questione di tempo. I requisiti necessari per questo passaggio erano già tutti ben evidenti. Quando la norma sarà modificata in modo formale, dunque, potranno essere rimossi quegli ostacoli alla mobilità che ancora gravano sulle persone, agevolando di fatto coloro che a vario titolo intendono lavorare a cavallo del confine italo-svizzero.

Si avvia così verso un definitivo chiarimento la condizione relativa all’imposizione fiscale che gravava sui redditi dei cittadini italiani residenti nella Confederazione elvetica. Da qui il riferimento contenuto nella dichiarazione rilasciata dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter, sull’importanza dell’eliminazione di «un ostacolo amministrativo» tra i due Paesi.

L’addio alla black list risolve molti problemi

Nel decreto ministeriale 107 del 10 maggio del 1999 si faceva riferimento all’imposizione fiscale sui redditi dei cittadini italiani residenti nella Confederazione elvetica.

Più precisamente, all’articolo 2 si stabiliva quando un contribuente doveva considerarsi fiscalmente residente in Italia:

"Se per la maggior parte del periodo d’imposta, ossia 183 giorni l’anno, la persona è iscritta ai registri anagrafici comunali oppure ha in Italia la residenza, ossia vi dimora abitualmente o il domicilio, da considerarsi come il centro principale dei suoi affari e interessi, ecco che il soggetto deve versare le imposte in Italia".

A generare il caos, commenta Francesca Amaddeo intervistata da Moneymag.ch, era la norma secondo la quale il cittadino italiano, non il residente, che si trasferisce all’estero in uno dei Paesi indicati nella famosa lista nera, inclusa la Svizzera, veniva considerato fiscalmente residente in Italia, anche se regolarmente iscritto all’AIRE, con obblighi fiscali doppi.

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