Storie di Facebook e Instagram, addio alla musica? Cosa sta succedendo

Niccolò Ellena

16/03/2023

Meta non ha rinnovato l’accordo con la Siae, quindi i brani coperti da diritti non potranno più essere utilizzati né su Facebook, né su Instagram.

Storie di Facebook e Instagram, addio alla musica? Cosa sta succedendo

Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram, e la Siae non hanno trovato un accordo per il rinnovo del contratto che le lega. Ciò implica che le canzoni protette dalla società non potranno più essere riprodotte sui social media di Meta.

Un portavoce di Meta ha comunicato: «purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità e per questo motivo da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae nella nostra libreria musicale».

Addio musica su Facebook e Instagram: cosa succede ora

Con il mancato raggiungimento dell’accordo tra Meta e Siae adesso non sarà più possibile utilizzare i brani tutelati da quest’ultima per post, storie e reel. Da adesso in poi potranno soltanto essere selezionati i brani non protetti dalla Siae, che continueranno a essere disponibili nel catalogo dei brani di Meta.

Su Facebook, i contenuti che utilizzano brani rimossi verranno bloccati. Su Instagram, invece, verranno silenziati, a meno che gli utenti non decidano di sostituire l’audio selezionando un brano disponibile sul catalogo.

La risposta di Siae a Meta

In un comunicato Siae ha voluto chiarire la sua posizione in relazione alla mancata estensione dell’accordo di collaborazione con Meta. La Siae si è detta «sconcertata» e a definito la decisione presa dell’azienda di Zuckerberg «unilaterale».

Secondo quanto riportato, Meta, priva di licenza valida dal 1 gennaio 2023, avrebbe cercato di imporre le sue condizioni e, alla richiesta di alcune informazioni rilevanti per la corretta definizione dell’accordo, si sarebbe alzata e ritirata dal tavolo delle trattative.

Questo sembra aver fatto profondamente risentire la Siae, che invece si era dimostrata flessibile nonostante il mancato rinnovo entro la scadenza della licenza.

Siae è stata lapidaria nella conclusione del comunicato, nel quale è affermato che «(Siae) non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana».

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