20.000 soldati americani in Europa: perché non c’è alcun complotto da Coronavirus

Antonio Cosenza

11/03/2020

20.000 soldati americani stanno sbarcando in Europa per l’esercitazione Defender 2020: c’è qualche legame con il Coronavirus? Facciamo chiarezza.

20.000 soldati americani in Europa: perché non c’è alcun complotto da Coronavirus

Coronavirus: c’è qualche legame con lo sbarco dei 20.000 soldati americani in Europa? In queste ore, specialmente su Facebook, sono in molti a gridare al complotto: fa notizia, infatti, il fatto che nonostante l’emergenza Coronavirus i militari siano sbarcati in Europa senza alcuna mascherina protettiva.

Ci si chiede se questo non voglia dire che i soldati sono esenti dal contagio e che per questo motivo potrebbe esistere già un vaccino contro il Coronavirus di cui la popolazione non viene messa a conoscenza. Inoltre, fa discutere il fatto che i media italiani, così come i politici, non abbiano dato la notizia dello sbarco dei soldati americani in Europa.

Che tutti questi elementi abbiano un legame con la diffusione del Coronavirus (per il quale, ricordiamo, c’è la teoria della creazione in laboratorio)? In realtà, ad oggi non sembrano esserci elementi per far gridare al complotto. Sono anni, infatti, che si è a conoscenza dello sbarco di nuovi militari americani sul territorio europeo e basta fare un controllo su Google per verificare che diversi siti specializzati su argomenti militari avevano dato notizia del progetto Defender 20 già lo scorso anno.

Defender ‘20: perché i militari americani sono sbarcati in Europa

Sono mesi che si parla già dell’Esercitazione Defender 2020, di quello che è il più grande dispiegamento di truppe americane in Europa da 25 anni.

Complessivamente, infatti, questa operazione vede la partecipazione di 37.000 mila militari appartenenti ai 19 Stati membri della Nato, tra cui figurano anche gli Stati Uniti i quali - trattandosi dell’esercito più potente al mondo - dispiegherà il maggior numero di unità (20.000 per la precisione).

Gli obiettivi - dichiarati - dell’Esercitazione Defender sono diversi: come prima cosa si vuole testare la capacità infrastrutturale dell’Unione Europea. L’espansione della NATO (che oggi conta 29 Paesi membri) ha comportato infatti diversi problemi logistici, in quanto è aumentata la lunghezza delle linee interne di comunicazione ma allo stesso tempo molti Paesi si sono rivelati inadatti in quanto ad impianti infrastrutturali.

Basti pensare che due anni fa alcuni carri armati americani sono rimasti danneggiati durante il trasporto su ferrovia, poiché il treno che li trasportava è entrato in una stazione polacca dove le tettoie erano troppo basse per far passare i mezzi. Ecco perché contestualmente all’Esercitazione in zone come Polonia e Paesi Baltici verranno realizzate anche nuove infrastrutture logistiche.

Gli altri obiettivi sono: consolidare l’Alleanza atlantica ed aumentare la difesa europea così da mettere pressione alla Russia. Tra le esercitazioni che vedranno coinvolti i 37.000 soldati della Nato, infatti, c’è anche quella che prevede una simulazione della risposta rapida in caso di aggressione armata da parte della Russia sui territori di Lettonia e Lituania: una possibilità che - nonostante le varie rassicurazioni pubbliche - non è totalmente da escludere.

Tutti obiettivi mai nascosti, fin da quando è stato raggiunto l’accordo per l’avvio dell’operazione Defender. Non è un segreto che la Nato e gli Stati Uniti abbiano intenzione di rafforzare la presenza militare lungo il fianco orientale sia per mettere pressione al Governo russo che per trasmettere un messaggio di potenza, cooperazione e deterrenza di fronte ad un’altra potenza mondiale: la Cina, la quale tra l’altro vive con la Russia una sovrapposizione di interessi.

Defender ‘20, militari statunitensi senza mascherina: sono vaccinati contro il Coronavirus?

Ha fatto discutere l’immagine dei soldati statunitensi atterrati in Europa senza indossare alcuna mascherina per evitare il contagio dal Coronavirus.

La prima corazzata è atterrata all’aeroporto di Bremerhaven, in Germania, ma altri militari (per un totale di 20.000 forze) arriveranno a breve in altri Paesi d’Europa (principalmente in Germania, Olanda e Belgio).

C’è da dire che in Germania al momento dell’arrivo dei militari statunitensi non c’erano ancora chissà quali misure restrittive contro il Coronavirus e che allo stesso tempo il Presidente degli Stati Uniti ha più volte minimizzato sugli effetti di quella che da oggi è una pandemia. “I nostri militari sono in salute”, fanno sapere dagli USA.

Sembra però che in questi giorni, con il rischio che si fa sempre più elevato, la posizione degli Stati Uniti sia leggermente cambiata e non si esclude che il diffondersi del Covid-19 non possa avere conseguenze sull’esercitazione. Come dichiarato dal comando europeo dello US Army - che coordina i movimenti americani - “si sta monitorando da vicino il Covid-19 ed è costante il confronto con le autorità sanitarie dei Paesi dove le truppe si stanno muovendo”.

Anche Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, la scorsa settimana ha dichiarato che potrebbero esserci conseguenze anche per l’esercitazione. “Al momento una cancellazione non è prevista, ma ciò sarà valutato man mano che la situazione evolve”, ha dichiarato. E adesso che da epidemia si è passati ufficialmente a pandemia, chissà non ci possa essere un rinvio delle operazioni.

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