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Slack sta collaborando con Amazon

Marco Ciotola

06/06/2020

Slack collabora con Amazon e mira a vincere la battaglia contro Microsoft

Slack sta collaborando con Amazon

Slack sta collaborando con Amazon, nel tentativo di diventare il più utilizzato strumento di comunicazione da remoto sul lavoro, spodestando così Microsoft.

Un impegno che è entrato nel vivo nel corso della pandemia di coronavirus, che sta costringendo un numero sempre più alto di lavoratori a casa, a praticare il cosiddetto smart working.

Le due società hanno annunciato l’intesa solo ieri, e reso noto che tutti i dipendenti Amazon comunicheranno con Slack. A sua volta Slack si servirà di Chime, piattaforma di comunicazione sviluppata da Amazon Web Services, per supportare le funzioni di chiamate vocali e video.

Slack è solo una delle diverse realtà del comparto tech - tra cui spiccano Zoom, Cisco e Google - che hanno registrato una notevole crescita di utilizzo, specie per quel che riguarda i loro strumenti di collaborazione lavorativa a distanza.

Slack e Amazon vs Microsoft

La rivalità tra Slack e la piattaforma Teams di Microsoft è venuta alla ribalta nelle ultime settimane. Il CEO di Slack, Stewart Butterfield, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano di settore The Verge che “la preoccupazione principale di Microsoft è quella di ucciderci”.

Dalla sua, Slack ha segnato +12.000 alla voce nuovi utenti paganti nei tre mesi terminati il 30 aprile, e più di 90.000 nuove organizzazioni hanno avviato un piano d’utilizzo della piattaforma, a pagamento o gratuitamente.

I dati sono stati diffusi giovedì nel rapporto sugli utili, che ha indicato ricavi per 201,7 milioni di dollari nel trimestre, con un aumento del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Ma né questi numeri né l’accordo con Amazon sono bastati a rassicurare gli investitori: le azioni della società sono crollate del 16% nel trading after-hour successivo alla pubblicazione dei conti.

Nel suo discorso, il CEO Butterfield ha anche parlato a sostegno delle proteste in corso a livello nazionale dopo l’uccisione di George Floyd, riferendosi al movimento come nato da una crisi derivante da “generazioni di razzismo sistemico e supremazia bianca”:

“È una crisi che noi stessi abbiamo generato, non l’ha fatto la natura o qualcos’altro. Ora dovremmo agire tutti insieme sistemare le cose. Il silenzio è un lusso che non possiamo permetterci”.

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