Rottamazione bis, boom di domande. A chi conviene e quali sono i vantaggi?

Guendalina Grossi

20 Febbraio 2018 - 19:30

Rottamazione bis delle cartelle: nell’ultimo periodo si è registrato un aumento delle adesioni alla definizione agevolata. Ma conviene davvero presentare domanda? Di seguito tutto quello che c’è da sapere.

Rottamazione bis, boom di domande. A chi conviene e quali sono i vantaggi?

Rottamazione bis delle cartelle: nell’ultimo periodo si è registrato un notevole aumento delle istanze di adesione.

I vantaggi per chi decide di presentare domanda per la definizione agevolata sono molteplici.

Primo tra tutti la possibilità per i cittadini e le imprese che presentano istanza di beneficiare dello sgravio di sanzioni e interessi per i debiti relativi ai carichi oggetto di rottamazione.

I contribuenti che decidono di aderire alla rottamazione bis però prima di presentare domanda devono valutare attentamente se sono in grado di provvedere al pagamento delle somme, in quanto l’omesso o il ritardato pagamento di una qualsiasi rata anche per un solo giorno fa decadere dalla definizione agevolata.

Nonostante l’aumento delle istanze di adesione alla rottamazione bis non mancano le critiche: la Regione Toscana lo scorso anno ha presentato ricorso sostenendo che la definizione agevolata violi la potestà legislativa degli enti locali.

Vediamo di seguito nel dettaglio quali sono i vantaggi e gli svantaggi per chi decide di aderire alla rottamazione bis delle cartelle e le questioni di legittimità prospettate dagli enti locali.

Rottamazione bis: quali sono i vantaggi dell’adesione?

Il vantaggio principale di aderire alla definizione agevolata risiede nel fatto che i contribuenti che decidono di presentare domanda possono estinguere il debito senza corrispondere le sanzioni amministrativo-tributarie e gli interessi di mora, limitandosi a versare le somme dovute a titolo di capitale e di interessi.

Inoltre l’Agenzia delle Entrate Riscossione, una volta presentata domanda di adesione, non potrà avviare nuove azioni esecutive, iscrivere nuovi fermi amministrativi e proseguire le procedure di recupero coattive.

L’adesione alla rottamazione si perfeziona e si formalizza con il pagamento della prima rata e la stessa decade in caso di omesso o ritardato pagamento di una qualsiasi rata anche per un solo giorno.

Nell’ipotesi in cui si verifichi questo caso l’Agenzia delle Entrate Riscossione ripristinerà il debito iniziale delle cartelle per le quali è stata chiesta la rottamazione, comprese sanzioni e interessi di mora, decurtando gli importi versati e potrà riprendere le azioni cautelari ed esecutive.

Quindi coloro che decidono di aderire alla definizione agevolata prima di presentare domanda dovranno essere certi di riuscire a sanare il debito entro le scadenze previste.

La rottamazione è incostituzionale? Il ricorso della regione Toscana

Con l’introduzione della definizione agevolata molte regioni hanno iniziato a porsi delle domande sulla legittimità costituzionale dell’estensione della rottamazione anche ai tributi locali.

In particolare la Regione Toscana nel febbraio 2017 ha presentato ricorso sostenendo la presunta violazione degli artt. 117, terzo e quarto comma, 119, primo e secondo comma della Costituzione.

La prima questione di legittimità costituzionale prospettata dalla Regione Toscana in relazione all’art. 6, commi 1 e 10, del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193 (Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili), verte sulla violazione della potestà legislativa concorrente nella materia “coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario” e di quella residuale (art. 117, terzo e quarto comma, della Costituzione), in quanto la definizione agevolata, oggetto delle norme impugnate, sarebbe stata prevista anche per tributi regionali rispetto ai quali sussisterebbe la potestà legislativa della Regione.

Secondo la Giunta regionale le disposizioni impugnate violerebbero anche l’art. 119 della Costituzione, primo e secondo comma, come attuato dal d.lgs. n. 168 del 2011 in quanto priverebbero le Regioni di una entrata, senza prevedere meccanismi di ristoro o di compensazione, almeno per quelle virtuose nel recupero dei propri crediti tributari, impedendo così il corretto esercizio delle attribuzioni regionali, con la conseguente violazione della loro autonomia finanziaria.

La sentenza della Corte di Cassazione

Con la sentenza n. 29 depositata il 14 febbraio 2018 la Corte Costituzionale ha ritenuto non fondate le questioni sollevate dalla regione Toscana.

Con riferimento alla prima questione di legittimità la Consulta ha chiarito che la finalità principale della definizione agevolata è quella di evitare che l’ente subentrante ad Equitalia si trovi già ad avere un pesante arretrato tale da condizionare l’avvio e l’attuazione della riforma strutturale.

In questa prospettiva, in particolare, la Corte Costituzionale spiega che non può assumere rilievo il fatto che siano coinvolte anche le imposte “proprie” delle Regioni, come lamenta la ricorrente, atteso che, sul piano formale, non si giustificherebbero modalità diverse di una procedura naturalmente unitaria, e, sul piano sostanziale, ne deriverebbe la necessità di moltiplicare l’emissione dei ruoli in relazione ai differenti tipi di imposte, con un appesantimento operativo incompatibile con la finalità perseguita di migliorare la razionalità e la efficienza del sistema.

La Corte ha affermato dunque che è legittimo l’esercizio della potestà legislativa concorrente dello Stato.

Con riguardo alla lesione dell’autonomia della Regione, la sentenza della Corte Costituzionale ha ritenuto condivisibile che il legislatore abbia rimesso alla volontà degli enti che si avvalgono dell’ingiunzione fiscale la scelta di aderire o meno alla rottamazione, proprio alla luce del fatto che il sistema dell’ingiunzione è autonomo e gestito dagli enti impositori direttamente o tramite affidamento a terzi.

Rottamazione bis: pregi e difetti dell’agevolazione agevolata

Nonostante le numerose critiche mosse alla definizione agevolata dalle Regioni, tra cui quella della regione Toscana, in considerazione del fatto che quest’ultima secondo gli enti locali viola la potestà legislativa, le domande di adesione negli ultimi mesi sono aumentate.

Infatti nell’ultimo periodo sono moltissime le istanze che sono state inviate all’Agenzia delle Entrate Riscossione dai contribuenti per ricevere sconti su sanzioni e interessi.

Un aumento rispetto all’anno precedente si era già registrato a dicembre 2017: le domande di adesione alla rottamazione bis in quel periodo risultavano incrementate del 20% in più rispetto a quelle registrate nel primo mese di avvio della definizione agevolata dello scorso anno.

Questo è stato possibile anche grazie ai nuovi mezzi di trasmissione messi a disposizione dall’Agenzia che consentono ai contribuenti di inviare le domande allegando un documento di identità valido attraverso il sistema “Fai da te” senza bisogno delle credenziali.

Per stabilire una stima precisa delle domande di adesione presentate dai cittadini e dalle imprese bisognerà però aspettare il 15 maggio 2018, data in cui è prevista la scadenza per la presentazione delle domande.

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