Riforma Giustizia nel Recovery Plan: ecco cosa prevede

Isabella Policarpio

26/04/2021

Ridurre i tempi della Giustizia rafforzando mediazione e negoziazione: cosa c’è nella riforma del processo civile, penale e tributario necessaria ad ottenere i soldi del Recovery Fund.

Riforma Giustizia nel Recovery Plan: ecco cosa prevede

La riforma della Giustizia è uno dei “quattro pilastri” su cui è costruito il PNRR per accedere alla risorse del Recovery Fund, insieme a Pubblica amministrazione, Semplificazione della legislazione e Promozione della concorrenza.

Cosa cambia e quali sono gli interventi da attuare entro la fine del 2022? Dal testo del piano - oggi in discussione alla Camera - emergono le priorità del Governo Draghi: intervenire sulla eccessiva durata dei processi (ben oltre la media europea), promuovere gli strumenti di risoluzione alternativa, semplificare i gradi processuali e l’organizzazione della Giustizia (grazie anche ad un corposo piano di assunzioni).

Tematiche già note e oggetto di numerosi disegni di legge, alcuni in cantiere da anni. L’idea per attuare la riforma, infatti, è partire dai testi già depositati e allinearli con le richieste di Bruxelles.

Riforma del processo civile

Il processo civile è il “cuore” della riforma della Giustizia che attuerà il nostro Paese grazie ai fondi europei, continuando il percorso già in corso. Le linee guida di questa opera di riforma sono tre:

  • accentuare il ricorso agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, ADR (Alternative dispute resolution), negoziazione assistita e mediazione;
  • migliorare il processo civile, senza il quale sarebbe impossibile migliorare le misure alternative;
  • intervenire sul processo esecutivo e sui procedimenti speciali.

Al tal fine si è stimato che le leggi delega possano essere adottate entro settembre 2021 mentre i decreti attuativi entro l’autunno del 2022. Un primo (vero) impatto sulla durata dei procedimenti civili potrebbe essere visibile a partire dal 2024.

Giustizia tributaria: cosa prevede la riforma

Per quanto riguarda la giustizia tributaria, il Governo, per il tramite del Ministero della Giustizia, intende ridurre il numero di ricorsi in Cassazione, particolarmente numerosi.

La gestione della giustizia e del contenzioso tributario è un ambito cruciale per rafforzare la fiducia negli operatori economici (che risentono particolarmente delle tempistiche amministrative) e dei contribuenti. Per questo è intenzione del Governo eliminare le criticità processuali e ridurre i ricorsi in Cassazione (che alla fine del 2020 sono stati più di 50.000).

Secondo recenti stime, le decisioni della Corte di cassazione molto spesso annullano quanto deciso in secondo grado dalle commissioni tributarie regionali: dal 2016 al 2020 la percentuale oscilla dal 52% al 47%.

Il termine per concludere la riforma del processo tributario è fissato a dicembre 2022.

Riforma del processo penale

Il processo penale italiano, come quello civile, ha come principale punto debole la tempistica, cosa che preoccupa le istituzioni europee dato che pregiudica sia le garanzie delle persone coinvolte – indagato, imputato e vittima/persona offesa – sia l’interesse dell’ordinamento all’accertamento e alla persecuzione dei reati.

Stavolta grazie al Recovery Plan potrebbe essere l’occasione per mettere in atto un intervento concreto e funzionale, tenendo anche conto dei disegni di legge all’esame del Parlamento. I punti che ispirano la riforma del processo penale sono i seguenti:

  • semplificazione e razionalizzazione del sistema degli atti processuali e delle notificazioni;
  • intervenire sulla fase delle indagini e dell’udienza preliminare assicurando scansioni temporali più certe e stringenti (specie riguardo la raccolta degli elementi di prova e all’azione penale);
  • ampliare la possibilità di ricorso ai riti alternativi e incentivare patteggiamento, giudizio abbreviato, giudizio immediato e decreto penale di condanna;
  • garantire più selettività nell’esercizio dell’azione penale;
  • snellire il giudizio di appello (fase particolarmente critica per la prescrizione dei reati);
  • definire la durata dei processi e prevedere i meccanismi di adattamento alle eventuali specificità dei singoli uffici giudiziari.

Come cambierà l’ordinamento giudiziario

Recuperare l’efficienza dell’Ordinamento giudiziario è uno degli obiettivi della riforma, accanto agli interventi prettamente processuali.

A tal fine è stato approntato un disegno di legge (attualmente all’esame della competente commissione parlamentare - Atto Camera n. 2681) che interviene sul profilo organizzativo della magistratura e sull’amministrazione della Giustizia, agendo su diversi fronti:

  • gestione del personale;
  • innovazione tecnologica e digitalizzazione;
  • semplificazione amministrativa.

Il disegno di legge in questione è stato presentato il 28 settembre 2020 e reca il titolo “Deleghe al Governo per la riforma dell’ordinamento giudiziario e per l’adeguamento dell’ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.”

L’obiettivo primario, anche qui raggiungibile entro il 2022, è garantire l’autonomia della magistratura e il buon andamento dell’amministrazione giudiziaria.

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