Riforma dogana Ue, a che punto siamo? Cos’è il nuovo codice doganale

Violetta Silvestri

08/04/2024

08/04/2024 - 09:09

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La riforma del codice doganale Ue va avanti: cosa prevede e quali sono i punti cruciali e le criticità? Tutto quello che c’è da sapere, con l’approfondimento degli esperti Massari e Iannuzzi.

Riforma dogana Ue, a che punto siamo? Cos’è il nuovo codice doganale

La riforma del codice doganale Ue prosegue il suo iter istituzionale. Il testo, ancora in bozza, è stato adottato in prima lettura dal Parlamento comunitario il 13 marzo scorso, dopo che la proposta della Commissione del maggio 2023 è passata al vaglio del Consiglio e delle commissioni parlamentari prima di essere approvata (in prima lettura) in Aula.

Il nuovo codice doganale pensato dall’Unione europea è stato da tempo presentato come rivoluzionario e necessario e, in attesa che torni in Commissione per l’esame dei numerosi emendamenti e poi di nuovo al Consiglio, organo “politico” e vero decisore in merito, offre già spunti di analisi sui temi salienti della riforma.

Money.it, nel sintetizzare come il codice apporti modifiche cruciali al modo di fare dogana, ha intervistato gli esperti Lucia Iannuzzi e Paolo Massari, fondatori di C-Trade e Overy specializzate in consulenza doganale.

Nuovo codice doganale Ue, cos’è? I punti chiave della riforma

Rivedere il sistema doganale a livello comunitario è stato da tempo avvertito come una necessità per i soggetti Ue che operano nell’import/export e si districano quotidianamente con la materia doganale. Per questo, l’Unione ha avviato la scrittura di un codice nuovo che garantisse proprio una maggiore impronta comunitaria, più che nazionalistica, al commercio delle imprese dei 27 Stati membri.

Come si legge nel comunicato del relatore responsabile della gestione della proposta in Parlamento, Deirdre Clune: “C’è un bisogno fondamentale di una revisione del sistema doganale dell’UE. Non solo deve garantire la sicurezza e la conformità delle merci che entrano nell’UE, ma deve anche funzionare con la massima efficienza per le imprese che operano nel mercato unico. Il proposto hub di dati doganali rappresenta un passo avanti fondamentale, ma la sua rapida attuazione, insieme ad altre riforme chiave, è essenziale per affrontare le crescenti sfide”.

In sostanza, come riassunto dal consulente doganale Paolo Massari, il modo di concepire la dogana cambia completamente e si concentra su questi punti chiave:

  • maggiore responsabilizzazione delle aziende;
  • agevolazioni e benefici garantiti alle imprese non più da specifiche autorizzazioni, ma grazie all’ottenimento dello status di “azienda affidabile”;
  • creazione di una gestione del rischio unitaria a livello unionale con una piattaforma informatica nella quale verranno raccolte tutte le dichiarazioni doganali dell’Ue;
  • creazione di un’autorità doganale europea che non andrà a sostituire le autorità nazionali, ma che gestirà la piattaforma dei rischi centralizzata;
  • maggiore attenzione all’e-commerce, con nuovi obblighi per le piattaforme web (per esempio l’eliminazione della soglia minima di esenzione, quindi tutte le spedizione e-commerce faranno dogana e pagheranno diritti).

La nuova piattaforma informatica denominata EU DataHub e concepita come principale strumento di lavoro per tutte le autorità doganali europee è il perno della riforma. Si tratterà, infatti, di un unico centro decisionale informatizzato “nel quale contenere le dichiarazioni doganali di tutta Ue nelle varie materie, come quelle extratributarie sanitaria, fitosanitaria al fine di avere un’unica grande analisi dei rischi che valga su tutto il territorio comunitario e quindi vada a combattere distorsioni create da comportamenti diversi alle dogane dei vari Paesi membri”, ha specificato Massari.

Inoltre, molto importante sarà l’evoluzione della cosiddetta azienda affidabile. Il nuovo codice doganale prevede che le imprese che acconsentono di sottoporsi a controlli e verifiche preliminari più rigorose potranno successivamente godere di maggiori libertà nei loro rapporti con le autorità doganali.

Le aziende più affidabili otterrebbero lo status di azienda di fiducia e potrebbero quindi operare con controlli e pratiche burocratiche minimi. Ciò a sua volta consentirebbe agli agenti doganali di concentrarsi sulle attività e sulle spedizioni più rischiose, si legge nel comunicato del Parlamento.

Riforma Ue della dogana: priorità e criticità

La riforma doganale proposta dall’Ue è corposa e i tanti emendamenti emersi dalla lettura in Parlamento ne testimoniano la portata epocale. L’EU DataHub, soprattutto, è considerato fondamentale per avviare il cambiamento nella gestione doganale e renderla davvero efficiente. Per questo, l’Aula ha fatto pressione affinché si riducano i tempi previsti per la sua attuazione e diventi operativo per tutti i soggetti dal 2028. La proposta, invece, prevede l’obbligatorietà per l’e-commerce dal 2028, la volontarietà per tutti gli altri dal 2032 e infine l’obbligatorietà completa dal 2038.

Non mancano alcuni punti critici, come spiegato da Massari che ha per esempio evidenziato quanto l’ipotesi avanzata dal nuovo codice di accorciare a 3 giorni i tempi massimi per sdoganare la merce nei porti sia problematica nella reale concretizzazione.

I porti italiani ne sarebbero svantaggiati visto che finora i tempi per la dogana sono di 90 giorni. “Si tratterebbe dunque di un cambiamento rivoluzionario che andrebbe a impattare e non poco sui porti italiani ed europei e sulla rotazione dei magazzini e strategia di produzione delle aziende.”

In attesa dei prossimi step istituzionali, la riforma Ue della dogana va avanti e promette di impattare sul modo di operare delle aziende. Cosa cambia per le imprese italiane e di quale assistenza avranno bisogno? A questa domanda ha risposto con chiarezza Lucia Inannuzzi:

“Cambia tanto, tutto l’approccio alla materia doganale avuto in questi anni…cambia il fatto che le aziende devono avere completa conoscenza della materia doganale, non più delegata a terzi, ma controllata direttamente e in modo più stretto e assiduo. La parte informatica doganale dovrà infatti essere gestita dalle stesse aziende e già questo rivoluziona il business import/export. Le imprese avranno bisogno di conoscenza e di più consulenti e meno spedizionieri.”

Il tutto, mentre il Governo italiano si appresta a modificare la legge sulla delega fiscale che riguarderà anche la dogana e che sottoporrà le imprese ad altri cambiamenti obbligatori.

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