Riforma del catasto, controlli a tappeto del Fisco: chi deve prestare attenzione

Giorgia Bonamoneta

05/06/2022

Iniziano i controlli del Fisco in vista della vera e propria riforma del catasto. Chi deve prestare attenzione e regolarizzare la propria posizione?

Riforma del catasto, controlli a tappeto del Fisco: chi deve prestare attenzione

La riforma del catasto si stacca dallo sfondo del dibattito politico e inizia a concretizzarsi. Il Fisco avvierà presto le azioni di controlli sugli immobili, alla ricerca di quelli definiti come “casa fantasma”. Dall’ultima ricognizione con i droni sono stati scoperti milioni di immobili non segnalati al catasto e molti altri non regolari. La riforma del catasto agirà proprio su questi immobili non regolarizzati, che nel 2021 risultavano essere ancora 1,2 milioni.

Saranno chiamati a intervenire gli stessi Comuni. La lotta all’evasione immobiliare e all’abusivismo passerà infatti attraverso l’azione locale. Lo Stato ha annunciato che ripagherà il lavoro dei Comuni per la realizzazione di questi accertamenti con degli incentivi.

Oltre ai controlli sulle “case fantasma”, la riforma del catasto cerca di vedere chiaro su i terreni edificabili e agricoli e sulla rivalutazione degli immobili che negli ultimi 30 anni sono passati da ruderi ad abitazioni di lusso. Chi deve prestare attenzione, in questi casi, sono i proprietari di prima casa o di casa rivalutata che non hanno regolarizzato la propria posizione dall’ultimo censimento, ma soprattutto i proprietari di immobili abusivi.

Riforma del catasto e i controlli del Fisco: abusivismo edilizio

Il governo Draghi lo ha ricordato in più di un’occasione: la riforma del catasto non serve per far pagare più tasse. L’obiettivo è quello di aggiornare il catasto, conoscere gli immobili sul territorio e combattere l’abusivismo edilizio. Cosa vuol dire aggiornare il catasto e perché serve al governo? La risposta attuale è che aggiornare il catasto vuol dire avere una fotografia reale del numero di immobili, dei terreni e del loro valore. In futuro questo potrà tornare utile per capire il valore dell’Imu, della tassa di successione, la tassa di registro, l’Irpef e soprattutto la determinazione dell’Isee.

La lotta all’abusivismo edilizio è di primaria importanza nel nostro Paese, dove su 100 nuove case se ne edificano 5 irregolari. Secondo la ricognizione dell’Istati del 2020, li nuove case abusive ne vengono costruite:

  • 6,1 su 100 al Nord
  • 17,8 su 100 al Centro
  • 45,8 su 100 al Sud

A queste irregolarità vanno poi aggiunti i terreni agricoli con abitazione e quelli edificabili registrati come agricoli. L’insieme di tutti i dati, dall’ultima indagine risalente al 1989 e aggiornata nel 2012, vede la presenza di 2.228.143 fabbricati non risultanti nel catasto. Saranno questi i primi a finire nel mirino del Fisco.

Non solo abusivismo, controlli del Fisco anche immobili rivalutati

Il Fisco non interverrà soltanto sull’abusivismo edilizio, ma anche sula rivalutazione degli immobili. Infatti negli ultimi 30 anni le condizioni di case e palazzi sono sicuramente cambiate, passando da ruderi a ville o da nuove costruzioni in quartieri emergenti in case in quartieri degradati.

Per esempio oggi valgono di più quelle abitazioni che 30 anni fa erano fuori mano, ma che oggi sono servite dai mezzi, come la metropolitana o che grazie agli incentivi dello Stato, come il superbonus 110%, sono stati ristrutturati e riqualificati.

In particolare l’attenzione è rivolta al censimento degli immobili di lusso. In Italia su 32,2 milioni di case censite, solo 70 mila sono considerate di lusso, appena lo 0,2%. Una percentuale poco credibile. La riclassificazione corretta degli immobili cambierà il valore delle abitazioni e potrebbe far perdere ad alcuni dei benefici ricevuto dallo Stato.

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