Prezzo del petrolio in rialzo: i motivi

Violetta Silvestri

13 Dicembre 2019 - 13:28

Il prezzo del petrolio è in rialzo: è l’effetto guerra dei dazi?

Prezzo del petrolio in rialzo: i motivi

Il prezzo del petrolio continua a salire oggi. Le quotazioni del Brent e del WTI stanno guadagnando, anche a seguito delle ultime novità dal fronte della guerra dei dazi USA-Cina.

Il ritrovato ottimismo sulla domanda mondiale di greggio nel prossimo futuro ha avuto un impatto positivo sull’oro nero. Al momento in cui si scrive, i prezzi di scambio sono di $65,14 (Brent) e $59,09 (WTI).

La giornata è iniziata in fibrillazione per il settore materie prime, spinte al rialzo anche dai risultati delle elezioni nel Regno Unito. La sterlina forte su euro e dollaro, infatti, ha avuto effetti sul prezzo del petrolio e, in generale, sul settore di riferimento.

Prezzo petrolio: cosa aspettarsi con un accordo USA-Cina

Gli aggiornamenti sulla battaglia dei dazi e, soprattutto, la notizia di un potenziale accordo firmato da Trump per la tregua tariffaria con la Cina, ha riportato ottimismo.

Anche il prezzo del petrolio ha risentito della positività dei mercati. In rialzo già nella giornata di ieri, giovedì 12 dicembre, il greggio ha continuato ad avanzare. Nello specifico, al momento le quotazioni del Brent e del WTI stanno guadagnando rispettivamente l’1,57% e l’1,13%.

Secondo gli analisti, se l’annuncio odierno di Donald Trump fosse seguito da ulteriori progressi per la guerra dei dazi, il PIL mondiale potrebbe crescere di mezzo punto. Di conseguenza, la domanda di oro nero salirebbe in modo importante a livello globale.

Questa prospettiva ottimista ha fatto accelerare il prezzo del petrolio. Una richiesta di greggio maggiore, infatti, potrebbe servire a smaltire le grandi quantità di materia prima ancora disponibile. Le scorte detenute negli USA, per esempio, sono aumentate. Anche la produzione norvegese di novembre ha toccato livelli massimi con 1,7 milioni di barili estratti al giorno nel mese di novembre.

Contrastare l’eccesso di offerta è il primo obiettivo dei produttori. Proprio per questo il meeting OPEC di pochi giorni fa ha ufficializzato tagli alla produzione di 500.000 barili al giorno almeno fino a metà 2020.

Ieri, inoltre, l’OPEC ha ridotto ulteriormente le stime di offerta del greggio per l’anno prossimo. Sulla stessa scia si è pronunciata l’Agenzia Internazionale dell’Energia, che ha previsto un maggiore taglio nella produzione dei Paesi fuori cartello per il 2020. Il greggio, quindi, è tornato a salire.

Gli analisti sottolineano che, nell’incertezza a lungo termine sulla guerra dei dazi e sull’andamento della domanda, il prezzo del petrolio non registrerà accelerazioni rilevanti.

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