Petrolio in rally: Trump ordina raid a Baghdad. Si teme guerra USA-Iran

C. G.

3 Gennaio 2020 - 08:04

Il prezzo del petrolio in volo: sta per scoppiare una nuova guerra tra gli USA e l’Iran?

Petrolio in rally: Trump ordina raid a Baghdad. Si teme guerra USA-Iran

Il prezzo del petrolio ha lasciato l’intero mercato a bocca aperta nelle ultime concitate ore.

La quotazione del WTI e quella del Brent hanno imboccato la via del rialzo mettendo a segno performance stupefacenti sulla scia della possibile guerra tra gli USA e l’Iran.

La tensione tra i due Paesi non si è mai affievolita del tutto, eppure nelle ultime ore le cose sono peggiorate: Donald Trump ha ordinato un nuovo raid a Baghdad nel quale ha perso la vita un alto generale iraniano. La situazione è precipitata e il prezzo del petrolio è letteralmente decollato. Le conseguenze sui mercati sono state dirompenti: anche l’oro, bene rifugio per eccellenza, ha imboccato la via del rialzo.

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Prezzo del petrolio teme guerra USA-Iran: che succede?

Con l’arrivo del nuovo anno le tensioni tra USA e Medio Oriente sono aumentate. Qualche ora fa gli Stati Uniti di Trump hanno dato il via ad un’imponente operazione militare che ha portato all’uccisione a Baghdad di Qasem Soleimani, generale iraniano a capo di una unità delle forze speciali delle Guardie Rivoluzionarie del Paese.

La conferma è arrivata nientemeno che dal Dipartimento della Difesa USA, che ha parlato di una direttiva imposta dal presidente Trump. Tanto è bastato al prezzo del petrolio per imboccare la via del rialzo e per arrivare a guadagnare più del 3%.

L’attacco è stato portato a termine con elicotteri e razzi e ha colpito l’aeroporto di Baghdad (Iraq) dove al momento si trovava Soleimani e dove sono stati feriti diversi soldati e civili.

Anche Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante iracheno delle milizie appoggiate dall’Iran note come forze di mobilitazione popolari, è rimasto ucciso nel raid americano. Quest’ultimo è sempre stato considerato una figura politica chiave ed è stato incolpato dagli Stati Uniti per l’attacco di qualche giorno fa ai danni dell’ambasciata americana a Baghdad, attacco che ha spinto Trump a inviare circa 750 soldati Medio Oriente.

“Questo ci porta sul precipizio di una guerra di tiro in piena regola con l’Iran - non una guerra ombra o una guerra per procura,”

ha dichiarato alla Cnbc Helima Croft, head of global commodity strategy di RBC Markets.

L’Iran, che qualche mese fa era riuscito a sventare un altro attentato contro Soleimani, è uno dei maggiori produttori di greggio al mondo per cui l’ipotesi di una nuova guerra (e dunque di interruzione dell’output e dell’offerta) ha spinto il prezzo del petrolio a premere sul pedale dell’acceleratore.

Per Matthew Bey senior global analyst di Stratfor è probabile che la Repubblica Islamica (assieme alle milizie filo-iraniane dell’Iraq) darà vita ad una temuta retaliation contro gli USA.

Non si escludono al momento nuovi attacchi alle infrastrutture petrolifere nel Golfo Persico e nel resto del Medio Oriente. Un’escalation della tensione, ha continuato Bey, potrebbe anche spingere Teheran a colpire le infrastrutture petrolifere dell’Arabia Saudita, cosa che limiterebbe non poco l’output di greggio.

Al momento in cui si scrive, sui timori di guerra tra gli USA e l’Iran il prezzo del petrolio Brent e la quotazione del WTI stanno scambiando rispettivamente su quota 68,2$ e 62,9$, in rialzo di circa 3 punti percentuali.

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