Perché il prezzo del gas resta sotto i riflettori: tutti i rischi per l’Europa

Violetta Silvestri

28/06/2023

Prezzo del gas in aumento: di quanto sta salendo e perché? Tutti i fattori da monitorare, tra buone notizie e rischi di scivolare in nuovi shock energetici in Europa.

Perché il prezzo del gas resta sotto i riflettori: tutti i rischi per l’Europa

Il prezzo del gas resta osservato speciale in Europa: i rischi di brutte sorprese sono ancora possibili.

Sono diversi i fattori da prendere in considerazione per le previsioni a breve-medio termine. I futures del primo mese presso l’hub TTF, il punto di riferimento per il commercio di gas in Europa, sono aumentati negli ultimi giorni a causa della manutenzione degli impianti di trattamento del gas in Norvegia e di alcuni giacimenti di gas offshore, oltre all’impatto della breve rivolta del gruppo di mercenari Wagner in Russia nello scorso fine settimana.

I futures sul gas naturale in Europa viaggiano sui €33 per megawattora, dopo aver toccato i €40 per megawattora poco meno di 15 giorni fa, rimanendo ampiamente sopra la soglia dei €30.

Cosa osservare - e aspettarsi - sui prezzi del gas per il vecchio continente.

Prezzi gas in Europa in aumento: perché c’è allerta?

I prezzi del gas naturale di riferimento in Europa salgono, poiché le previsioni meteorologiche suggeriscono che la maggior parte dell’Europa nord-occidentale, dove sono i maggiori consumatori del combustibile, vedrà un inizio dell’estate più caldo del solito, almeno fino a metà luglio.

I trader, infatti, sono molto concentrati sull’arrivo di un clima più caldo del solito il prossimo mese, che probabilmente stimolerà la domanda in un momento in cui permangono, però, i rischi di offerta.

L’Europa, infatti, sta scontando anche le continue interruzioni dell’approvvigionamento dovute alla manutenzione in Norvegia, che è attualmente il principale fornitore di gas per il vecchio continente dopo che la Russia ha interrotto la maggior parte delle consegne in seguito all’invasione dell’Ucraina. Da segnalare, che anche i Paesi Bassi chiuderanno il più grande sito di gas d’Europa vicino a Groningen a causa dei rischi di terremoti dal 1° ottobre prossimo.

Non solo, l’Europa è anche vulnerabile alle interruzioni negli impianti globali di gas naturale liquefatto poiché è diventata sempre più dipendenti da questo combustibile che arriva soprattutto dagli Usa.

I flussi verso l’impianto Gnl di Corpus Christi negli Stati Uniti di Cheneire Energy Inc. sono diminuiti martedì, indicando potenzialmente un problema nell’impianto. L’allerta c’è, visto che i fornitori americani sono stati fondamentali per colmare eventuali lacune in Europa dall’inizio della guerra in Ucraina.

Gli arrivi totali di Gnl nel continente, comunque, sono ben al di sopra delle norme stagionali, anche se a giugno sono diminuiti. Le scorte sono molto più piene della media, fornendo una rete di sicurezza contro le interruzioni della fornitura.

In sintesi, i prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati di circa il 20% a giugno, tra la volatilità legata all’offerta e il clima più caldo con l’arrivo della stagione estiva. Tuttavia, le notizie rincuoranti non mancano in questo scenario di evoluzione continua nel settore energetico.

Le buone notizie per il mercato del gas in Europa

A dare ottimismo, comunque, ci sono alcuni importanti dati.

La domanda complessiva di gas in Europa è contenuta rispetto alla media quinquennale e questo rallenta la pressione. Il motivo di tale freno nei consumi non è incoraggiante in realtà, poiché poggia fondamentalmente su economie in rallentamento.

“L’ondata di caldo aumenterà il consumo di elettricità questa settimana, ma la domanda di energia in Europa rimane contenuta nel 2023, nonostante i prezzi più bassi”, hanno scritto gli analisti di BloombergNEF in una nota all’inizio di questa settimana.

I siti di stoccaggio del gas in tutta l’Ue sono pieni per oltre il 76% al 25 giugno, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe. “In assenza di significativi shock di approvvigionamento, lo stoccaggio di gas dell’UE raggiungerà l’obiettivo della Commissione Europea del 90% pieno ben prima del 1° novembre”, hanno detto martedì gli strateghi di ING.

Infine, la produzione di energia pulita sta crescendo, con le energie rinnovabili che il mese scorso hanno superato la produzione di energia dai combustibili fossili grazie alla rapida espansione della capacità.

La prudenza sul futuro dei prezzi del gas in Europa è però d’obbligo. Tante le incognite, anche legate alla guerra in Russia, al ruolo dell’Ucraina, a colpi inattesi del meteo. Secondo Trading Economics, il gas naturale dell’Ue dovrebbe essere scambiato a 35,31 EUR/MWh entro la fine di questo trimestre e scambiare a 45,27 EUR/MWh tra 12 mesi.

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