Pensione a 40 anni di età con questo metodo seguito da sempre più persone

Luna Luciano

5 Maggio 2024 - 12:49

Sempre più giovani sognano di andare in pensione a 40 anni. Ecco qual è il metodo che sta spopolando e quali possono essere i rischi per la comunità.

Pensione a 40 anni di età con questo metodo seguito da sempre più persone

È sempre più alto il numero di giovani che sognano di andare in pensione a 40 anni, grazie al metodo Fire (Financial independence, retire early) che sta spopolando online.

Un metodo che garantirebbe alle persone una maggiore libertà e tempo libero da poter investire in relazioni e hobby. Il sistema capitalista in cui viviamo, orienta le nostre vite associando il valore individuale alla performatività e produttività, un sistema che potrebbe essere riassunto in una semplice frase: “più guadagni e più hai valore”, creando così una società in cui è il riposo è un disvalore.

Eppure, per sopravvivere a un sistema in cui non vi è spazio per il sé e per la collettività, è necessario separare il valore della vita dalla produttività capitalista. Per farlo i più giovani cercano di sfruttare lo stesso sistema, accumulando abbastanza soldi in giovane età per smettere il prima possibile di lavorare.

Una decisione vicina a una rivoluzione personale, che metterebbe in crisi lo stesso sistema. Anche nei Paesi scandinavi, da sempre modello esemplare per comunità e benessere, è giunto il metodo Fire, il quale però rischia anche di abbattere quel sistema welfare che da sempre garantisce il benessere ai propri cittadini. Ecco in cosa consiste il metodo Fire e quali possono essere le criticità.

Metodo Fire, cos’è e come andare in pensione a 40 anni

Desiderare maggiore libertà e tempo per sé e i propri affetti. È questo il desiderio che unisce sempre più giovani scandinavi attratti dal movimento Fire, i quali tentano di creare una base economica consistente che consenta loro di ritirarsi dal mondo del lavoro e dal sistema contributivo molto prima del previsto.

Alla base del metodo FIRE vi è quindi una pianificazione finanziaria basata su programmi di risparmio e di investimento. Sintetizzando, il più possibile, il metodo consiglia ai più giovani di risparmiare il più possibile, creandosi una solida situazione economica e vivere di rendita.

Le persone che utilizzano questo metodo cercano di risparmiare gran parte del loro reddito, fino al 75%, per poi investire alcune somme, così da aumentare il capitale e poter andare in pensione già verso i 40 anni. Per farlo funzionare serve quindi una zelante gestione dei soldi, come dimostrato nella nostra guida su come vivere di rendita.

Metodo Fire e pensione a 40 anni: i rischi per il sistema welfare

Il fatto che il movimento Fire stia spopolando proprio tra i paesi in cui il welfare garantisce una vita agiata a tutti è frutto di un paradosso apparente. Infatti, i Paesi Scandinavi, pur essendo tra i più ricchi al mondo, hanno un sistema estremamente rigido e il metodo Fire rischia di far crollare quella struttura di aiuti, che da sempre sono oggetto di invidia degli altri Paesi europei e non.

Secondo la ricercatrice Mi Ah Schoyen, il movimento è più diffuso sui social media che nella vita reale, soprattutto se si considera che, anche in questo caso, solo i più benestanti possono davvero permettersi di andare in pensione a 40 anni. Il metodo, quindi, non funziona per tutti e si basa ancora una volta su un sistema capitalista, che molti intellettuali e attivisti consigliano di decostruire.

Come segnalato dalla ricercatrice, però, il sostegno al welfare almeno in paesi come la Norvegia rimane alto, dove solo il 10% della popolazione vorrebbe ridurne i finanziamenti; senza contare che per molti il sistema stesso rappresenta la base per pianificare un ritiro anticipato.

Ancora, l’economista Endre Jo Reite avverte che l’aumento di chi non può o non vuole contribuire al sistema potrebbe metterne a rischio la sostenibilità stessa della struttura welfare norvegese. Inoltre, la priorità data ai risparmi personali, in un’ottica puramente individualista (e quindi capitalista) viene vista come un allontanamento dai valori di collaborazione e contribuzione tipici della società scandinava.

Dall’altra parte, la scrittrice Maj My Humaidan, autrice del Manifesto Aero, critica la rigidità del sistema scandinavo e la sua eccessiva dipendenza dalle istituzioni pubbliche. Lei e suo marito hanno scelto di vivere in una piccola isola per avere più tempo con i figli, evidenziando una realtà che i governi scandinavi dovranno affrontare.

Eppure, ciò su cui si dovrebbe riflettere è che un metodo che non garantisce a tutti la stessa opportunità di liberazione non è una soluzione equa. Laddove si desideri fuoriuscire da un sistema capitalista, e di conseguenza individualista, è la resilienza della collettività a creare spazi di resistenza, dove trovare soluzioni che cerchino di decostruire un sistema oppressivo con nuovi strumenti e non con gli stessi dell’oppressore.

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